Scrittura e Salute, il progetto

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Lucio Sotte Direttore di Olos e Logos

La “medicina” è una scienza che si fonda sul tentativo di “descrivere” le strutture del corpo umano, il loro funzionamento nella normale fisiologia, le loro alterazioni patologiche e le strategie per mantenere la salute e curare la malattia.

Proprio perché questa scienza si basa sullo “studio” delle “strutture del corpo”, della loro “fisiopatologia”, della “clinica”, della “prevenzione” e della “terapia”, le modalità che utilizza per “de-scrivere” sono fondamentali perché influenzano anche i “contenuti” che vengono così dettagliati o illustrati.

Lo studio della “scrittura” è importante soprattutto quando discipline mediche che provengono da contesti culturali differenti si confrontano tra loro allo scopo di conoscersi ed integrarsi. Ciò è particolarmente vero nel confronto tra Estremo Oriente ed Occidente perché, mentre le culture occidentali (tutte le culture occidentali: quella europea, quella araba, quella ebraica etc) utilizzano un metodo di scrittura di tipo alfabetico, quelle estremo-orientali utilizzano invece quello ideografico. Queste due modalità di codificazione non sono diverse solo da un punto di vista grafico come accade anche per i diversi alfabeti (greco, latino, cirillico, ebraico, arabo etc), ma soprattutto da un punto di vista concettuale. Le scritture alfabetiche si adattano al metodo di conoscenza analitico-deduttivo delle culture e delle scienze occidentali mentre la scrittura ideografica è figlia del metodo analogico-simbolico delle culture e scienze estremo-orientali. La conoscenza delle relative differenze è utile perché mentre la “de-scrizione” della medicina occidentale tende a scomporre, ad “analizzare” l’individuo nei suoi componenti di base per poterli studiare approfonditamente quasi “isolandoli dal contesto”, all’incontrario quella cinese parte dal presupposto che conoscere equivalga a “contestualizzare”, a studiare attraverso le reciproche relazioni che ogni elemento ha con gli altri che lo circondano.

Si tratta di due punti di vista che apparentemente sembrano opposti e che proprio per questo motivo non solo non sono alternativi ma anzi “complementari”.

In questa rubrica dunque esamineremo le differenti scritture e le differente modalità di decodificazione del reale che ad esse corrispondono.

Un altro aspetto che prenderemo in considerazione è quello della scienza grafologica che studia la “scrittura” come modalità di espressione psico-fisica dello “scrittore”. Ognuno di noi esprime attraverso la sua grafia le sue caratteristiche psicofisiche ed emozionali. Il gesto scrittorio coinvolge il sistema nervoso centrale e periferico sia in senso afferente (propriocezione, sensibilità tattile etc) che efferente (trasmissione dell’impulso motorio alle catene muscolari), il sistema osteoarticolare e quello legamentoso e muscolare, la grafia è influenzata inoltre dalle caratteristiche caratteriali e emozionali. Questi sono i motivi per cui la grafologia può essere utilizzata in ambito medico sia da un punto di vista diagnostico che in senso prognostico. Dal punto di vista della medicina cinese la scrittura ha anche un valore preventivo e terapeutico perché attraverso l’esecuzione del gesto grafico è possibile allenare il coordinamento psico-fisico che è alla base del nostro stato di salute.

Inoltre la “calligrafia”, ed in particolare quella cinese, è un’arte sublime che permette di trasferire sulla carta con un gesto artistico che sfrutta la millenaria esperienza dell’ideografia, la nostra riflessione sul reale e l’impressione che esso esercita nei nostri confronti.

LinYu Tang afferma: «La posizione della calligrafia cinese nella storia dell’arte mondiale è veramente unica. A motivo dell’uso del pennello che è più mordibo e sensibile di una penna, la calligrafia è stata elevata a livello di un’arte alla pari della pittura. I cinesi sono consci e considerano pittura e calligrafia due arti sorelle che vengono animate dallo stesso soffio. La calligrafia sta alla pittura come la matematica sta all’astronomia ed all’ingegneria».
La scrittura cinese è molto di più che l’uso di simboli arbitrari. Si fonda su rappresentazioni vivide dei movimenti della natura che si contestualizzano in una vera poesia. Tuttavia la lingua cinese sarebbe assai scarsa e la poesia cinese un’arte assai modesta se esse non rappresentassero ciò che è invisibile.
La poesia migliore non affronta le immagini naturali ma pensieri nascosti, suggestioni spirituali e relazioni oscure. La parte più grande della verità naturale è nascosta in processi troppo minuscoli da essere osservati e descritti e contemporaneamente troppo grandi in vibrazioni, affinità, coesioni. La scrittura cinese include tutto ciò.
Ci si potrebbe chiedere, come hanno fatto i cinesi a costruire questa grande modalità di comprensione intellettuale partendo da una scrittura pittorica. Alla mente occidentale che crede spesso che la verità consista solo di categorie logiche e che condanna l’immaginazione, la percezione diretta, questo sembra impossibile. La lingua cinese con le sue categorie descrittive ha collegato il visibile e l’invisibile con lo stesso processo di tutti gli altri antichi popoli. Questo processo si fonda sulla metafora, l’uso di immagini materiali per suggerire quelle immateriali.

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