Armonizzare il fegato in primavera: xiao yao san la polvere del “girandolone”

Lucio Sotte*

In questo articolo presento un famoso fitofarmaco cinese che ha circa 1000 anni di storia e di sperimentazione clinica alle sue spalle. Si tratta della ricetta xiao yao san che viene utilizzata per “armonizzare fegato e milza-pancreas”. La prima parte dell’articolo è dedicata a presentare il farmaco come viene descritto nella tradizione medica cinese. Alla fine presento una sorta di “traduzione biomedica occidentale” delle sue indicazioni ed applicazioni, oltreché i risultati della ricerca clinico sperimentale.

La tecnica terapeutica dell’armonizzazione consiste nel regolare ed equilibrare le funzioni di differenti organi e visceri; il termine cinese esprime anche l’idea del collegamento e della mediazione tra le varie funzioni degli organi e visceri.

Secondo la medicina tradizionale cinese i campi di applicazione dei farmaci armonizzanti sono quattro:

– l’armonizzazione del Livello energetico shao yang;

– l’armonizzazione delle funzioni di Fegato e Milza-Pancreas;

– l’armonizzazione di Stomaco e Intestino;

– l’armonizzazione nei casi di malaria.

Armonizzare lo shao yang significa agire terapeuticamente sulla sindrome di questo Livello energetico; si tratta della patologia del Livello cerniera tra tai yang e yang ming, del Livello che collega l’esterno tai yang con l’interno yang ming. I farmaci che si applicano a questa sindrome si indirizzano anche alle patologie della colecisti, in particolare a quelle caratterizzate da segni di calore e calore-umidità, che tuttavia sono generate

da un difetto della circolazione energetica del

viscere. In alcuni casi la tecnica dell’armonizzazione è supportata da quella della purgazione: ciò accade quando si vogliono trattare sindromi miste shao yang-yang ming.

Armonizzare Fegato e Milza-Pancreas equivale a

favorire i normali fenomeni di inibizione del Legno

sulla Terra e trattare, in particolare, i fenomeni di superinibizione, sia quelli causati da un eccesso reale del Legno, sia quelli determinati da un eccesso relativo, collegato a un deficit reale di Milza-Pancreas. La regola di armonizzare Fegato e Milza-Pancreas viene utilizzata anche nella sindrome jue yin, che si presenta con segni di squilibrio Legno-Terra e di calore interno.

Armonizzare significa, inoltre, disostruire il ristagno di qi di Fegato, che si manifesta con la distensione ipocondriaca, gastrica, con alterazioni psichiche come la collera, il risentimento, e con alterazioni del ciclo mestruale.

Armonizzare Stomaco e Intestino significa promuovere le funzioni di questi due visceri, che possono essere alterate per motivi flogistici di origine batterica e parassitaria e per un’eccessiva superinibizione del Fegato sullo Stomaco e controinibizione del Fegato sull’Intestino Crasso.

L’armonizzazione si utilizza anche nei casi di malaria, sia perché questa patologia colpisce a fondo il Fegato e la Milza-Pancreas, sia perché si manifesta con un andamento febbrile simile a quello delle sindromi shao yang e jue yin, cioè con l’alternarsi del caldo e del freddo.

 

Le ricette che armonizzano Fegato e Milza-Pancreas

Tre sono le ricette appartenenti a questa sottocategoria che vengono più utilizzate in clinica.

– Xiao yao san (Polvere del girandolone): sindrome

da stasi di qi di Fegato, deficit di sangue e disarmonia tra Fegato e Milza-Pancreas.

– Si ni san (Polvere per i quattro arti freddi): sindrome del Livello energetico jue yin con stasi di qi di Fegato; sindrome da stasi di qi di Fegato con calore interno ed estremità fredde.

– Chai hu shu gan tang (Decotto di Bupleurum per rilassare il Fegato): sindrome da stasi di qi e di sangue di Fegato.

Esaminiamo ora la ricetta alla quale dedichiamo questo articolo.

 

Xiao yao san – Polvere del girandolone

– chai hu radix Bupleuri 12

– bai shao yao radix Paeoniae albae 9-12

– dang gui radix Angelicae sinensis 9-12

– bai zhu rhizoma Atractylodis 12

macrocephalae

– fu ling sclerotium Poriae 12-15

– gan cao radix Glycyrrhizae 6

– sheng jiang rhizoma Zingiberis recens 1-3

–  bo he herba Menthae 1-3

I dosaggi dei farmaci sono in grammi secondo la formulazione antica con cui si effettuava il decotto. Vanno ovviamente tradotti in percentuale per poter prescrivere secondo una ricetta magistrale.

Origine

Tai Ping Hui Min He Ji Ju Fang o “Formulario della Grazia Imperiale dell’Era Tai Ping”. Si tratta di un volume edito nel 1107 d.C. cioè più di 900 anni or sono.

Preparazione

Decuocere gli ingredienti in acqua; terminata la decozione, assumere il filtrato in 3 dosi giornaliere.

Bo he (herba Menthae) va aggiunto al decotto soltanto negli ultimi 5 minuti di decozione.

Il testo originale prescrive di macinare gli ingredienti e di assumere 6-9 g della polvere così ottenuta con 6 g di sheng jiang (rhizoma Zingiberis recens) tostato e 3 g di bo he (herba Menthae).

Attualmente si utilizzano delle patent medicine cpn la formula in compresse oppure degli estratti secchi dei rimedi citati prescritti sotto forma di formula magistrale.

Azioni

Armonizza Fegato e Milza-Pancreas, libera la stasi di qi di Fegato, nutre il sangue e tonifica il qi.

Indicazioni

Sindrome da stasi di qi di Fegato, deficit di sangue e disarmonia tra Fegato e Milza-Pancreas.

Sintomatologia

– Ansia, frustrazione, depressione, tensione emotiva, cattivo umore;

– talora cefalea e vertigini;

– anoressia, difficoltà di digestione, nausea;

– talora sensazione di nodo in gola;

– oppressione o ansia faringea e toracica;

– sensazione di tensione o distensione ipocondriaca e costale laterale, talora ipocondralgia;

– astenia;

– gola e bocca secche;

– oppressione toracica e desiderio di sospirare;

– rigurgiti acidi, eruttazioni, vomito;

– bocca amara;

– irregolarità mestruali, sindrome premestruale;

– distensione mammaria premestruale;

– dismenorrea, tensione e irritabilità;

– lingua generalmente normale, oppure pallida con sfumatura rossa;

– polso a corda xian, soprattutto alla barriera di sinistra e leggermente in deficit.

Eziopatogenesi

Si tratta di un’ostruzione del qi di Fegato complicata dalla presenza di deficit di sangue di Fegato e Milza-Pancreas e dalla superinibizione che il qi stagnante di Fegato esercita sul Movimento Terra e sul suo organo.

Oltre ai segni della stasi di qi di Fegato (dolori lungo il canale di Fegato, distensione ipocondriaca e mammaria), osserviamo segni di deficit delle funzioni digestive correlati a Milza-Pancreas e sintomi da deficit di sangue: bocca secca, astenia, lingua leggermente pallida, polso in deficit, anoressia, nausea, vertigini.

Applicazioni

È molto interessante soffermarsi sulle indicazioni in biomedicina di questa formula: nevrastenia, mastopatia fibrocistica, epatite cronica, gastrite cronica, ulcera peptica, irregolarità mestruali, sindrome menopausale, dismenorrea e algomenorrea, sindrome premestruale, cefalea, atrofia del nervo ottico, retinite.

Si tratta apparentemente di indicazioni assai differenti le une dalle altre che però, dal punto di vista medico cinese sono caratterizzate tutte da una stasi di qi di Fegato e da un deficit di Milza-Pancreas.

Analisi della formula

Questa prescrizione può essere considerata una modifica di si ni san con una  sottrazione,

zhi shi (fructus Aurantii immaturus), e molte aggiunte.

Chai hu (radix Bupleuri) è l’imperatore, deputato

ad alleviare la stasi energetica di Fegato.

Abbiamo poi quattro ministri. Due di questi, bai

shao yao (radix Paeoniae albae) e dang gui (radix Angelicae sinensis), sono tonici del sangue che agiscono efficacemente nei deficit di sangue di Fegato; bai shao yao, inoltre, nutre lo yin di Fegato, è indicato nei disturbi mestruali e possiede azione spasmolitica e analgesica; è particolarmente utilizzato per trattare gli spasmi e i dolori addominali da stasi; tratta ancora le

cefalee e le vertigini da risalita di yang di Fegato.

Altri due ministri, fu ling (sclerotium Poriae) e bai

zhu (rhizoma Atractylodis macrocephalae), sono deputati a tonificare il qi, ma soprattutto la Milza-Pancreas, e a promuovere le sue funzioni di trasporto e trasformazione.

Gan cao (radix Glycyrrhizae), il consigliere, tonifica la Milza-Pancreas e tratta, in associazione con bai shao yao, i dolori addominali.

Sheng jiang (rhizoma Zingiberis recens) armonizza lo Stomaco e previene la nausea e il vomito, mentre bo he (herba Menthae) sblocca la stasi di Fegato e, essendo un farmaco fresco, previene i segni di eventuale calore generato dall’ostruzione.

È interessante fare un paragone tra questa ricetta

e altre due formule con azione di disostruzione del qi di Fegato: si ni san (Polvere per i quattro arti freddi) e yi guan jian (Decotto che collega). Si ni san appartiene alla categoria dei farmaci armonizzanti, come xiao yao san, mentre yi guan jian è inserito tra le ricette toniche dello yin. Tutte e tre le prescrizioni trattano l’ostruzione del Fegato; tuttavia, si ni san si utilizza nei casi

più gravi in cui l’ipocondralgia si associa a estremità fredde a causa dell’incapacità del qi ostruito di circolare e di raggiungerle. Xiao yao san è una ricetta meno potente e più adatta a trattare le forme di ostruzione energetica del Fegato che insorgono come complicanza

di disturbi emotivi e di disarmonie tra Fegato e

Milza-Pancreas, e che si manifestano con astenia,

sonnolenza, anoressia. Yi guan jian tratta le ostruzioni che si associano a segni di deficit di yin ed eccesso di fuoco, con compromissione del Polmone e dello Stomaco.

Ricette derivate

Xiao yao san può essere considerata una ricetta derivata da si ni san, dalla quale si differenzia per il suo maggior effetto tonico sul Riscaldatore Medio.

A sua volta è ricetta madre per altre prescrizioni;

ne esaminiamo due assai famose.

1. Hei xiao yao san – Polvere nera del girandolone

Si ottiene con l’aggiunta di shu di huang (radix Rehmanniae) o sheng di huang (radix Rehmanniae praeparata).

La ricetta promuove la dispersione del qi stagnante

di Fegato, nutre il sangue ed è indicata nelle

ostruzioni energetiche epatiche combinate con deficit di sangue, che si manifestano con dolori addominali prima della mestruazione, lingua pallida, polso a corda xian e debole ruo.

2. Dan zhi xiao yao san – Polvere del girandolone

con Peonia suffruticosa e Gardenia

Si ottiene con l’aggiunta di mu dan pi (cortex Paeoniae suffruticosae) e zhi zi (fructus Gardeniae). La ricetta disperde la stasi di qi di Fegato, purifica il calore e nutre il sangue; è indicata nei casi di stasi di Fegato combinati a deficit di sangue e presenza di calore, che si manifestano con iperpiressia, cefalea, congestione congiuntivale.

Modifiche

In caso di epatite cronica, completare la prescrizione con qian cao gen (radix Rubiae) 6-9 g, hai piao xiao (os Sepiae seu Sepiellae) 4.5-12 g e dang shen (radix Codonopsis)

3-9 g.

Se compaiono dolori correlabili anche a stasi di

sangue, aggiungere san leng (rhizoma Sparganii) 3-9 g, mu dan pi (cortex Moutan radicis) 6-12 g e yu jin (tuber Curcumae) 4.5-9 g.

In caso di mastopatia fibrocistica, aggiungere wang

bu liu xing (semen Vaccariae) 3-9 g, ji xue teng (caulis Spatholobi) 9-15 g, dan shen (radix Salviae miltiorrhizae) 6-15 g, xiang fu (rhizoma Cyperi) 4.5-12 g, ed eliminare gan cao (radix Glycyrrhizae).

 

Ricerca clinica biomedica

La ricerca scientifica ha studiato vari effetti di questa ricetta.

Nell’animale da esperimento è stato evidenziato un effetto analgesico ed antiepilettico, inoltre è stato dimostrato un potente effetto epatoprotettivo nei danni epatici indotti da tetracloride di carbonio con riduzione dei livelli delle transaminasi e promozione della rigenerazione cellulare.

Alcuni studi hanno dimostrato anche un effetto endocrino su utero ed ovaie che viene annullato dall’asportazione degli organi genitali femminili.

Inoltre sono stati dimostrati nell’animale da esperimento effetti di promozione della secrezione gastrica e di rilassamento della muscolatura liscia intestinale nel ratto.

La formula è stata inoltre utilizzata sperimentalmente nel trattamento della schizofrenia, della psicosi, della depressione, della neurosi, della sindrome premestruale, della algomenorrea, del colon irritabile, dell’anoressia, iperlipemia ed atrofia del nervo ottico.

 

Bibliografia

Sotte L., ABCina Firoterapia Cinese, www.ilmiolibro.it, 2014

SotteL., Muccioli M., e altri, Farmacologia Cinese, CEA edizioni, Milano 2012

 




Huang qi: il più famoso immunostimolante della medicina tradizionale cinese

Lucio Sotte* Emanuela Naticchi**

 

L’Astragalo è certamente il più famoso immunostimolante della farmacologia cinese.
Fino agli Anni ’80 era quasi sconosciuto in Occidente ma da allora, dopo essersi gradualmente introdotto, sta sempre più prepotentemente conquistando un grande spazio nel trattamento dei pazienti immunodepressi che in medicina cinese presentano un quadro definito “deficit di qi difensivo wei”.
Il rimedio appartiene alla categoria dei tonici del qi insieme ad altri farmaci che hanno avuto una diffusione più rapida come l’Eleuterococco o il Ginseng, ma la sua azione immunomodulante è più specifica, più potente e più significativa.
In medicina cinese stimolare il qi difensivo equivale a trattare i pazienti che si ammalano frequentemente di patologie respiratorie e talora reumatiche perché hanno una scarsa capacità di difesa. Questi pazienti presentano la sintomatologia che ognuno di noi ha sperimentato nello fase di convalescenza dopo una flogosi respiratoria acuta (pallore, astenia fisica, iperidrosi spontanea o al minimo sforzo, avversione al vento, alle correnti d’aria e tendenza a ripararsi e coprirsi, lieve affanno del respiro per sforzi anche modesti, lingua pallida, gonfia, polso vuoto etc). Talora a questa sintomatologia si possono aggiungere anche sintomi dispeptici nel caso che al deficit di qi di Polmone si aggiunga quello di Milza-Pancreas. Il quadro clinico appena descritto è in genere di rapida soluzione ma in alcuni pazienti diventa cronico e non si verifica soltanto in coincidenza con la convalescenza, ma si può protrarre per mesi se non per anni. È ciò che accade a molti anziani che presentano patologie croniche dell’apparato respiratorio o a molti bambini che nei primi anni di vita si ammalano a ripetizione sia per l’immaturità del loro apparato respiratorio che per l’incapacità di attuare pratiche preventive adeguate come il coprirsi dopo aver sudato se esposti al freddo o l’evitare di esporsi alle correnti d’aria.
In questi casi l’astragalus è il farmaco di prima scelta e può essere utilizzato da solo ma anche all’interno della ricetta yu ping feng san, la polvere del “paravento di giada” un’antichissima formula in cui viene associato ad altri due rimedi: la radice di Ledebouriella e quella di Atractylodis. Come afferma il nome di questa formula la sua azione è quella di “riparare, proteggere dal vento” un organismo che per il deficit di wei qi non è in grado di organizzare delle difese efficaci contro le energie cosmopatogene.

Huang qi
Nome comune
Astragalo.
Nome farmaceutico
• Radix Astragali.
• Radix Astragali membranaceus.
Nome botanico
Esistono diverse varietà di Astragalo; la prima indicata
è la più comune e diffusa:
• Astragalus membranaceus (Fisch.) Bge.
• Astragalus mongholicus Bge.
• Astragalus chrysopterus Bge.
• Astragalus floridus Benth.
Famiglia
Leguminosae.
Parte utilizzata
La radice.
Raccolta
In primavera e autunno si procede alla raccolta delle piante di almeno 4 anni; generalmente la raccolta autunnale è considerata migliore.
La parte aerea della pianta e le sottili radicelle vengono gettate, mentre le radici sono seccate al sole e utilizzate come tali, o talora preparate con miele. La radice di Astragalo può essere utilizzata fresca
senza trattamento (sheng huang qi) o trattata con miele
(zhi huang qi).
Natura e sapore
Natura leggermente tiepida.
Sapore dolce.
Canali destinatari
Milza-Pancreas, Polmone.
Azioni
1. Tonifica il qi di Milza-Pancreas e Polmone.
2. Determina la salita di qi e di yang.
3. Tonifica wei qi, il qi difensivo, e consolida il biao.
4. Favorisce la diuresi e regolarizza il metabolismo
dei liquidi.
5. Collabora al sostentamento del sangue.
6. Elimina il pus e favorisce la cicatrizzazione.
Indicazioni
1. Sindromi da deficit di qi di Milza-Pancreas con
astenia, anoressia, distensione addominale, feci
molli.
2. Sindromi da deficit di qi di Polmone con astenia,
respiro breve e difficoltoso, voce debole.
3. Deficit di zhong qi con ptosi, prolassi viscerali e
sanguinamenti dal basso.
4. Sudorazioni.
5. Edemi.
6. Sindromi con disequilibrio di qi e di sangue.
7. Diabete.
8. Ascessi e ulcerazioni croniche.
Posologia
Si tratta della posologia utilizzata in casi di decozione: 9-15 g; in casi particolari 30 g.
Precauzioni, controindicazioni, tossicità
Controindicato in presenza di interessamento del biao
da calore, nei deficit di yin con segni di calore, in situazioni
caratterizzate dalla presenza di calore tossico.
Il sovradosaggio può provocare cefalea, senso di tensione al torace, insonnia, vertigini, vampate al volto, ipertensione.
Sono state saltuariamente segnalate reazioni allergiche con eruzione e prurito cutanei (evitare dosi elevate nei pazienti allergici).

Figura
La descrizione del Huang qi è tratta dal Volume Farmacologia Cinese CEA edizioni – per gentile concessione
Note
Il nome huang qi identifica solitamente l’Astragalus membranaceus, pur potendo rappresentare in senso più ampio uno dei vari tipi indicati nella definizione
del nome botanico. L’Astragalus membranaceus proviene tradizionalmente dalle province di Gansu, Shanxi, Heilongjiang, Neimendong. Assai diffuso è
anche l’Astragalus mongholicus, che è denominato nei meng huang qi e che proviene dalle province di Neimenggu, Jilin, Hebei e Shanxi.
La radice di Astragalo non trattata possiede un buon effetto diuretico, consolida il biao e favorisce la cicatrizzazione.
La radice trattata con miele risulta più attiva nel tonificare il qi e fare salire lo yang.
Composizione chimica
D-β-asparagina, calicosina, formononetina, cicloastragenolo,
astragaloside, acetilastragaloside, colina, betaina,
cumatachenina, saccarosio, acido glucuronico,
β-sitosterolo, astramembranina II, soia saponina I, tragacanta.
Effetti farmacologici – Antipertensivo: l’iniezione endovenosa di huang qi riduce la pressione arteriosa per azione vasodilatatoria sulle arterie periferiche.
– Antibiotico: huang qi è in grado di inibire Diplococcus pneumoniae, Corynebacterium diphteriae, Bacillus
dysenteriae, Bacillus anthracis, Staphylococcus aureus e Streptococco β-emolitico.
– Immunostimolante: la somministrazione di huang qi stimola la produzione di IgM, provoca aumento nel numero dei globuli bianchi e leucociti.
– Epatoprotettivo: huang qi ha azione epatoprotettiva
in caso di tossicità da tetracloruro di carbonio e viene usato nel trattamento di epatiti croniche.
– Ematopoietico: huang qi incrementa la produzione e la maturità delle cellule del sangue dal midollo
osseo.
– Metabolico: il decotto di huang qi stimola il metabolismo basale, aumenta i livelli di cAMP nel plasma
ma riduce quelli di cGMP.
– Altri: huang qi ha un debole effetto sedativo e analgesico e riduce la quantità di proteine presenti nelle urine.

Bibliografia
Sotte L., Muccioli M., ed altri Farmacologia Cinese, CEA edizioni, Milano, 2010




Ebola: un possibile aiuto dalla medicina cinese

Alessandro Cecconi*

La febbre emorragica ebola è una malattia  altamente virulenta e potenzialmente mortale.  Attualmente è in corso la più grande epidemia dagli anni 70 ad oggi nei paesi dell’africa centro-occidentale. Data l’estrema virulenza del virus e la rapidità di diffusione, il contagio potrebbe estendersi oltre i confini africani.  Il responsabile è un filovirus ad RNA, chiamato Ebola perché scoperto per la prima volta nella valle dell’Ebola nella Repubblica democratica del Congo.  Si ipotizza che tale virus sia giunto all’uomo attraverso  riserve naturali  come  pipistrelli e animali selvatici delle foreste (scimmie, volpi, antilopi, scimpanzè). C’è  chi ipotizza che il contagio sia dovuto al fenomeno del bush-meat, cioè all’assunzione di carni selvatiche delle foreste, da quando diverse compagnie occidentali e orientali hanno iniziato i disboscamenti alla ricerca di metalli e materie prime.

Il contagio avviene tramite fluidi corporei come muco, saliva, sangue, lacrime e, probabilmente, seppur in misura minore, per via aerea.

Dopo un periodo di incubazione piuttosto rapido, mediamente 5-10 giorni, compaiono sintomi simil influenzali, come febbre, brividi, artralgie, cefalea, mal di gola, nausea. Possono, nel giro di brevissimo tempo, associarsi disturbi gastrointestinali come vomito scuro “a fondi di caffè” e diarrea con feci scure o sanguinolente, emorragie congiuntivali, porpora e rash cutanei fino a manifestazioni emorragiche (CID-coagulazione intravasale disseminata) orali, nasali o interne, che portano rapidamente a morte per ipovolemia e sindrome da disfunzione multiorgano (MODS). Il tempo che intercorre tra l’insorgenza dei sintomi e la morte è 7-14 giorni e la sopravvivenza media è del 30-50%.

Attualmente non esiste una cura efficace ma  i maggiori laboratori mondiali stanno studiando un vaccino specifico.  Nel frattempo, si è ipotizzato  di inoculare ai malati gli anticorpi di coloro che sono sopravvissuti alla malattia, con benefici tuttavia ancora da appurare.

Per descrivere la febbre emorragica Ebola, si utilizza in medicina cinese il modello per la febbre da fattore patogeno esterno, chiamato  “4 strati” (Si Fen). Sviluppato durante la dinastia Qing intorno al 1700,  tale modello vede l’organismo come costituito di strati (WEI, QI, YING, XUE) sovrapposti (a bulbo di cipolla).  A seconda dello strato attraversato dal patogeno compaiono dei segni e sintomi particolari. Per chiarire il concetto con un’analogia, quando un meteorite attraversa gli strati atmosferici, mano a mano che si approfondisce e si avvicina alla terra, dall’atmosfera, aumenta di temperatura fino a disgregarsi. Se tuttavia il meteorite fosse molto più grande, gli strati atmosferici non sarebbero in grado di difendere la terra per cui il meteorite raggiungerebbe il suolo.

Immaginando il patogeno come un meteorite, più si approfondisce attraverso gli strati più si genera calore. Lo scopo del corpo è quello di difendersi e il miglior modo è quello di generare calore. Il calore brucia, dissipa, trasforma e, per sua natura,  tende a salire  verso l’alto e a muoversi verso l’esterno. Tale strategia ha lo scopo di allontanare il patogeno dai centri vitali del corpo, gli Organi interni.  Quando il patogeno è molto potente, può  approfondirsi attraverso i vari strati e l’organismo difendersi generando ulteriore calore che può addensare i liquidi e generare umidità. L’umidità ha lo scopo di “invischiare” il patogeno e di bloccarne la “discesa”. Tuttavia, quando arriva negli strati più profondi,  il calore che si genera può essere troppo per l’organismo stesso e l’umidità generata può non essere sufficiente a contenerlo, per cui possono comparire fenomeni emorragici (il calore spinge il sangue fuori dai vasi), coma (lo shen perde la sua residenza) e morte.

 

I 4 strati ed i loro sintomi

Strato Wei:

Mal di gola, mal di testa, congestione nasale, leggera sudorazione, brividi, febbre bassa, artralgie, avversione al vento, polso superficiale

Prescrizione: YIN QIAO SAN

Strato Qi

Calore nel Polmone: tosse secca o poco produttiva con muco giallastro e asciutto, dispnea, febbre alta, continua o intermittente, sete, secchezza e sudorazione, lingua con patina gialla ed asciutta, polso rapido.

Prescrizione: MA XING SHI GAN TANG

Tan calore nel Polmone: febbre, tosse produttiva con muco giallo o verde, polso rapido e scivoloso, lingua con patina collosa e gialla.

Prescrizione: XUAN BAI CHENG QI TANG

Calore nel petto e nel diaframma: febbre, insonnia o risvegli frequenti, sete e secchezza, irrequietezza, irritabilità, senso di calore al petto, lingua con patina gialla e sottile.

Prescrizione: ZHI ZI CHI TANG

Sindrome del canale yangming: sete, sudorazione, febbre alta, polso hong, febbre alta, continua o intermittente, sete, secchezza e sudorazione. Lingua asciutta con patina gialla.

Prescrizione: BAI HU TANG

Sindrome yangming d’organo: stipsi, dolori addominali, masse palpabili in fossa iliaca, febbre alta, continua o intermittente, sete, secchezza e sudorazione, lingua rossa, asciutta con papille rosse, patina gialla o marrone, asciutta. Polso rapido e scivoloso o profondo e con forza.

Prescrizione: DA CHENG QI TANG

Umidità-calore: letargia, dolori muscolari, mal di gola, febbre serotina, lingua con patina gialla e collosa

Prescrizione: GAN LU XIAO DU DAN

Calore estivo: febbre alta, sudorazione profusa, pelle calda e asciutta, , sete e bocca asciutta, urine concentrate, vomito e diarrea esplosiva, irritabilità, lesioni vescicolari pruriginose nella pelle, linfonodi gonfi, lingua con patina gialla asciutta, polso rapido e youli.

Prescrizione: GUI LING GAN LU YIN

Strato Ying

Febbre moderata o alta, peggiora di notte, lingua rosso scura, lievi rush cutanei, lieve obnubilamento del sensorio.

Calore nel pericardio: febbre che peggiora di notte, bocca secca con desiderio di bere a piccoli sorsi, insonnia, irrequietezza, lievi rush cutanei, delirio o confusione, lingua scarlatta, polso rapido.

Prescrizione: QING YING TANG

Calore che ostruisce il pericardio: come sopra con in più maggiori segni di obnubilamento del sensorio.

prescrizione: AN GONG NIU HUANG WAN oppure ZHI BAO DAN

Strato del Sangue

Calore che agita il sangue: febbre moderata, alta o intermittente, rush maculopapulari o emorragie subcutanee, emorragie in varie parti del corpo,  delirio, coma.

Prescrizione: SHUI NIU JIAO DI HUANG TANG oppure HUA BAN TANG

Calore che fa ristagnare il sangue: febbre intermittente, dolori addominali, stipsi o melena, alterazioni della coscienza, lingua rosso porpora e polso profondo con forza.

Prescrizione: TAO HE CHENG QI TANG

 

Figura 1.1

teoria sulla progressione del patogeno nella febbre emorragica Ebola

Vento calore

STRATO WEI

(febbricola, avversione al vento, mal di gola, artralgie, brividi, cefalea, polso “fu”)

STRATO DEL QI (calore-umidità)

(vomito e diarrea)

STRATO DEL SANGUE

(emorragie, petecchie, melena, ematemesi, emorragie congiuntivali, obnubilamento del sensorio)

 

Considerati  i segni, i sintomi e la tipica progressione dell’Ebola, il patogeno sembra essere “vento calore” che si localizza inizialmente  nello strato Wei dando i classici sintomi simil-influenzali. In breve si trasforma in calore-umidità  che raggiunge lo strato Qi con manifestazioni gastrointestinali come vomito e diarrea, per poi raggiungere rapidamente lo strato del sangue e dare emorragie. Probabilmente il patogeno può localizzarsi transitoriamente anche nella cerniera shaoyang con i tipici segni di alternanza di brividi di freddo e sensazione di calore. Tuttavia l’alta mortalità è legata alla facilità con cui la xie qi giunge allo strato del sangue. Tale fenomeno dipende dalla intensa virulenza del patogeno ed in molti casi anche da una Zheng Qi deficitaria.  L’ambiente africano dove le epidemie si sono sviluppate, le condizioni igienico-sanitarie insoddisfacenti ed il clima caldo umido sono fattori che certamente alterano l’equilibrio della Zheng Qi e sono terreno fertile per la comparsa di epidemie.

Stadiazione e terapia della febbre emorragica ebola secondo la medicina cinese

1)fase prodromica (vento calore  nello strato WEI)

febbre, brividi, artralgie, cefalea, mal di gola

terapia farmacologica:

Prescrizione: YIN QIAO SAN:

Jin yin hua (flos lonicerae) 12-18 g

lian qiao  (fructus forsythiae) 9-12

lu gen (rhizoma phragmitis) 15-30

dan zhu ye (herba lophateri) 9-12

niu bang zi (fructus arctii) 9-12

jing jie (herba schizonepetae) 9-12

jie geng (radix platycodi) 6-9

dan dou chi (sojae semen praeparatum) 6-9

bo he (herba menthae) 3-6

gan cao (radix glycyrrhizae) 3-6

 

Jin yin hua e lian qiao liberano l’esterno dal vento calore e risolvono il calore tossico, niu bang zi disperde il vento calore e, insieme a gan cao, rinfresca e beneficia la gola. Bo he e dan dou chi disperdono il vento calore; jing jie disperde il vento senza asciugare. Jie geng trasforma il flegma e beneficia la gola. Dan zhu ye purifica il calore attivando la diuresi e lu gen generando fluidi.

Modifiche: se gola molto infiammata aggiungere shan dou gen (sophorae tonkinensis radix) 18 e da qing ye (isatidis folium) 30, se cefalea occipitale ge gen (puerariae radix) 9-12, se epistassi bai mao gen (imperatae rhizoma) 30

Agopuntura: 14 GV, LI 11, BL 12, GB 20, TE 5, LI 4. Sono tutti punti che liberano l’esterno ed espellono il vento calore dallo strato wei.

 

2)  fase evolutiva (calore umidità nello strato del Qi):

Vomito e diarrea

Prescrizione: GAN LU XIAO DU DAN

Hua shi (talcum) 18-21

yin chen hao (artemiasiae scopariae herba) 24-30

lian qiao (fructus forsythiae)12-15

huang qin (radix scutellariae) 12-15

mu tong (caulis akebiae) 9-12

huo xiang (pogostemonis agastaches herba) 9-12

she gan (belamacandae rhizoma) 9-12

shi chang pu (acori tatarinowii rhizoma) 6-9

chuan bei mu (fritillariae cirrhosae bulbus) 6-9

bo he (herba menthae) 6-9

bai dou kou (amomi fructus rotundus) 6-9

Yin chen hao, mu tong e hua shi purificano il calore umidità promuovendo la minzione; lian qiao, huang qin e bo hepurificano il calore dalla parte alta del corpo; she gan e chuan bei mu purificano il  calore dal polmone. Bai dou kou, shi chang pu e huo xiang trasformano l’umidità aromaticamente.

Modifiche: se nausea e vomito severi, aggiungere chen pi (citri reticulatae pericarpium) 6-9, zhi ban xia (pinelliae rhizoma praeparatum) 9-12 e zhu ru (bambusae caulis in taeniam) 9-12

 

3) fase avanzata (calore nello strato del Sangue)

Diarrea sanguinolenta, emorragie congiuntivali, nasali, otorragia,  porpora, rush cutanei, emorragie polidistrettuali, coma.

Calore nello strato del sangue che lo agita

Terapia: SHI NIU JIAO DI HUANG WAN

Shui niu jiao (cornu bubali) 30-120 g

Sheng di huang (radix rehmanniae) 15-30

Chi shao yao (paeoniae radix rubra) 9-12

Mu dan pi (moutan cortex) 9-12

 

Shui niu jiao purifica il calore tossico e raffredda il sangue, sheng di huang rinfresca il sangue,  protegge lo yin dai danni del calore e rinforza l’azione di shui niu jiao. Chi shao yao e mu dan pi rinfrescano il sangue muovendolo. Nela formula originale xi jiao (rhinocerotis cornu) era al posto di shui niu jiao. Tuttavia oggi è vietato. A differenza degli altri strati, in cui è possibile disperdere il patogeno riportandolo all’esterno (venting), a livello del sangue ciò non è possibile ma è necessario purificarlo in situ.

Modifiche: se sanguinamento importante togliere chi shao yao e inserire bai shao yao (paeoniae alba radix) 9-15, se molto calore aggiungere da qing ye (isatidis folium) 15-30 e ban lan gen (isatidis radix) 15-30. Se petecchie emorragiche aggiungere qian cao gen (rubiae radix) 9-12, zi cao (arnebiae lithospermi radix) 9-12 e xuan shen (scrophulariae radix) 15-18. Se confusione e delirio aggiungere shi chang pu (acori tatarinowii rhizoma) 6-9, dan nan xing (arisaema cum bile) 6-9, e tian zhu huang (bambusae concretio silicea) 6-9. Se melena aggiungere di yu (sanguisorbae radix) 9-12 e huai hua mi (sophora flos immaturus) 12-15, se ematuria bai mao gen (imperatae rhizoma) 15-30 e xiao ji (cirsii herba) 12-15.

 

Terapia: HUA BAN TANG

shi gao (gypsum) 30

zhi mu (anemarrhenae rhizoma)12

Shui niu jiao  (Cornu bubali) 30-120

xuan shen (scrophulariae radix) 9

gan cao (radix glycyrrhizae) 9

jing mi (Oryzae semen) 9-15

Questa formula tratta contemporaneamente lo strato del qi e del sangue, generando liquidi (shi gao, zhi mu, xuan shen)e rinfrescando lo yangming, raffreddando il sangue purificandone il calore (xuan shen, shui niu jiao) sostenendo lo yin (shi gao, xuan shen, zhi mu) ed il qi (jing mi, gan cao).

Mentre la formula Shi niu jiao di huang wan va direttamente sul sangue, questa va sia sul sangue che sul qi, sostenendo molto di più i liquidi e lo yin danneggiati dal calore.

Superata la fase acuta, occorre sostenere la Zheng qi, facendo riferimento soprattutto al Qi (SHENG MAI SAN) e alla protezione dello Yin del Rene, danneggiato dal calore (SAN JIA FU MAI TANG). Sheng mai san o Yu Ping Feng San sono formule utili anche come prevenzione  per rinforzare la Zheng qi.

 

Per il contenuto delle altre formule descritte si rimanda ai manuali di materia medica. Sono state descritte nel particolare soltanto le formule di riferimento per la febbre emorragica Ebola.

L’assunzione delle erbe può essere sotto forma di compresse, estratti secchi, decotto, iniezione e.v. Considerata la malattia, l’assunzione intravenosa è la migliore, soprattutto nello stadio avanzato, per rapidità di assorbimento.

In attesa di vaccini o cure saldamente efficaci, tentare con la medicina cinese potrebbe salvare qualche vita in più.

Bibliografia

Clinical handbook of internal medicine-Maclean, Lyttleton. Volume 1-2-3

Basi della medicina cinese. Muccioli M. Ed.: Pendragon

Chinese herbal medicine-materia medica. Bensky et al.

Chinese medical herbology and farmacology. Chen et all. ed.: art of medicine press

Chinese herbal medicine.Yifan Yang. Ed: churchill-livingston

Formulas and strategies. Bensky et al.

Ten key formula families in chinese medicine. Huang huang

Zhang Zhong jing’s clinical application of 50 medicinals. Huang huang et al.

Fondamenti della medicina cinese. G Maciocia

La diagnosi in medicina cinese. G Maciocia

 




Sognando con gli occhi a mandorla: i rimedi sedativi della medicina cinese

Lucio Sotte* Emanuela Naticchi**

Introduzione

I disturbi dello psichismo e, conseguentemente, quelli del sonno, si manifestano come conseguenza di molteplici patologie e di complessi squilibri generali; ciò dipende dal fatto che l’uomo è un’unità energetica e dunque un’unità psicosomatica. Si può anzi affermare che ogni malattia abbia un suo risvolto, più o meno evidente, sul mentale. Esistono delle malattie in cui il fenomeno organico è assai evidente e quello psichico quasi irrilevante. Generalmente accade il contrario: le modificazione del mentale rappresentano l’aspetto sintomatologico emergente, mentre quelle organiche non vengono alla luce che con un’indagine molto approfondita o dopo un lungo lasso di tempo. Spesso accade che modesti disturbi del sonno, iniziali sintomatologie ansiose o depressive o, semplicemente, delle quasi inavvertibili modificazioni dell’umore o del carattere possano essere il campanello di allarme di altre, più importanti, malattie. La medicina cinese insegna, in armonia con i dettami di altre medicine di origine orientale, come quella tibetana e l’ayurvedica, che esiste un rapporto assai stretto tra alcuni organi, visceri e alcuni sistemi energetici dell’uomo e lo “shen” l’energia mentale. Occorre definire con precisione che cosa sia lo shen perché in Occidente si è molto equivocato a questo proposito.

Il termine cinese shen è stato tradotto con “energia mentale” e molti autori hanno pensato che, di conseguenza, corrispondesse all’intelligenza ed alla capacità di raziocinio dell’uomo. In realtà l’intelletto appartiene allo shen, ma non lo definisce completamente.

Lo shen è un insieme complesso di dati che possono essere sintetizzati in quattro punti; esso è: – ciò che permette all’individuo di prendere coscienza della propria esistenza;

– ciò che assicura la forza di coesione delle varie parti del nostro organismo, delle nostre cellule; – ciò che permette la vita; la vita esiste in forza dello shen, la morte e la decomposizione del corpo sono la conseguenza della sua scomparsa;

– ciò che permette di situare ogni individuo nell’ambito spazio-temporale suo caratteristico. Allo shen è assegnato un triplice compito assai complesso.

In primo luogo percepire, assimilare, comprendere, leggere, decodificare tutte le informazioni che vengono dall’ambiente esterno, gli inputs ambientali. Parafrasando, in medicina occidentale, diremmo che questo compito è svolto da quella parte del sistema nervoso che ha il ruolo di recepire, trasmettere e decodificare ogni tipo di informazione che arriva seguendo un percorso centripeto: recettori periferici di sensibilità intero ed esterocettiva, fibre nervose centripete, fasci ascendenti del midollo spinale, formazione reticolare e nuclei della base.

In secondo luogo filtrare e modulare gli inputs,! a partire dalla propria memoria operativa, dando risposte automatiche: sistemi di cancellazione degli inputs che non superano i filtri soglia, automatismi vegetativi,! outputs automatici viscero-somatici, ormonali ecc.

Da ultimo trattare e lavorare le informazioni interne ed esterne ormai purificate nei precedenti circuiti e caricarle di significato, sulla base delle individuali caratteristiche instintive ed affettive, secondo il proprio temperamento, per farle giungere a livello di coscienza e poter poi procedere con delle risposte integrate tipiche del proprio comportamento: outputs integrati immediati e ritardati. La vita dell’uomo è quindi un insieme di risposte, in parte automatiche ed in parte coscienti, date dall’organismo all’apporto conoscitivo prodotto da un complesso sistema di ricezione di informazioni interne ed esterne. Lo shen è l’insieme dei sistemi di percezione di inputs e di quelli di trasmissione ed elaborazione con produzione di outputs automatici e integrati a livello di coscienza. La salute consiste nella capacità dell’uomo di controllare, nei suoi aspetti automatici e coscienti, il proprio organismo. La malattia nasce quando si perde questa capacità di integrare l’interno con l’esterno e le funzioni dei vari tessuti, organi, visceri ed apparati tra loro, come succede! ad esempio nella patogenesi dei fenomeni auto- immunitari. È per i motivi sopra descritti che confondere lo shen con la sola capacità di ragionamento dell’uomo significa equivocare un aspetto del tutto particolare con una totalità ben più complessa. La fisiologia energetica cinese comprende inoltre una serie assai complessa di aspetti. – il rapporto con gli altri due “tesori”, cioè il qi ed

il jing, – il rapporto con il sangue che lo contiene e radica, – il rapporto con i cinque organi correlati ai

cinque movimenti ed in particolare con il cuore, – infine il suo rapporto con lo yin e lo yang. Il cuore controlla, nella fisioenergetica cinese, attraverso lo shen, varie facoltà mentali ed in particolare: l’attività mentale intesa come raziocinio e dunque come pensiero, elaborazione, memorizzazione, ma anche come emotività ed affettività, inoltre controlla lo stato di coscienza ed il sonno.

Se il qi del cuore è corretto, l’attività mentale è equilibrata, il pensiero è ben organizzato, la sfera affettiva è bilanciata, le emozioni sono ben controllate, lo stato di coscienza è chiaro, il sonno è riposante. La capacità di raziocinio, di memorizzazione, di elaborazione sono in rapporto con il cuore e possono essere regolate agendo su quest’organo.

!

I farmaci che agiscono sullo shen

In base a quanto affermato, moltissimi farmaci della medicina tradizionale cinese trattano i disturbi dello shen o “mentali”, cioè le patologie con componente psichica che, a seconda dell’origine della malattia, possono essere collegate a molteplici momenti eziopatogenetici.

Questi farmaci appartengono perciò a varie categorie:

-!!i rimedi che purificano il calore e sciolgono i veleni, cioè le tossine, si rivolgono alle patologie dell’energia mentale “shen” correlate alle gravi malattie febbrili o alle alterazioni tossinfettive delle malattie epidemiche, ad esempio gli stati di delirio in corso di gravi iperpiressie;

-! i rimedi che promuovono la circolazione del sangue trattano i disturbi dello “shen” che sono in relazione con i patologie cerebrovascolari, ad esempio le turbe mentali in corso di cefalee con componente vascolare, quelle di origine aterosclerotica e le vasculopatie senili;

– !i rimedi tonici sono in grado di affrontare quei quadri psichici che caratterizzano alcuni terreni costituzionali: il paziente depresso per il deficit dell’energia del polmone e della milza, il paziente ansioso per il deficit dello yin del rene e del cuore, il paziente agitato per un incipiente stato anemico; – i rimedi che disostruiscono gli orifizi dell’estremità cefalica trattano le alterazioni mentali causate dai gravi incidenti cerebrovascolari, dagli stati tossinfettivi in fase avanzata e le patologie mentali di origine epilettica, i cosiddetti disturbi indotti dal “vento”. Esiste poi una categoria di farmaci indirizzati prioritariamente al trattamento delle patologie dello “shen”: “i farmaci che calmano lo shen”. Tali rimedi sono paragonabili ai farmaci ansiolitici e sedativi della medicina occidentale e sono suddivisi in due ulteriori sottocategorie:

– i rimedi sedativo-tonici – i rimedi sedativi pesanti. Essi si rivolgono alle patologie psichiche che possono essere suddivise in due sottocategorie: le patologie psichiche da deficit e le patologie psichiche da eccesso. Questi quadri patologici sono correlati prevalentemente a turbe del fegato e del cuore ed in minor misura coinvolgono il rene e milza-pancreas. I rimedi sedativo-tonici si rivolgono soprattutto alle forme da deficit dello yin e del sangue del cuore e del fegato: tali quadri sindromici si esprimono con irritabilità, palpitazioni, insonnia. Questi farmaci associano ad una azione tonica dello yin e del sangue un effetto sedativo ed ansiolitico. I rimedi sedativi (con metalli) pesanti si indirizzano al trattamento delle patologie mentali di tipo “eccesso”. In questo caso la sintomatologia è dominata da segni di pienezza come: agitazione, comportamento maniacale, delirio verbale. ! I rimedi sedativi pesanti Ossa fossili denominazione cinese: long gu denominazione farmaceutica: os draconis meridiani destinatari: cuore, fegato, rene, grosso intestino sapore e natura: dolce, astringente, neutro dosaggio: 15-30 g azioni e indicazioni: – !!!!!!!!! ansiolitico, sedativo, tranquillante, calma lo shen: insonnia, palpitazioni, agitazione; – !!!!!!!!! pacifica il fegato e ne sottomette lo yang: sindromi da deficit di yin di fegato con liberazione dello yang, ipertensione arteriosa; – !!!!!!!!! astringente nelle perdite di liquidi da deficit organico: sudorazione notturna e diurna, poliuria, leucorrea, metrorragie; – !!!!!!!!! uso topico: per favorire la guarigione di ferite.

Ostrica!!!!!!!!!!!!!!!! denominazione cinese: mu li denominazione farmaceutica: concha Ostreae denominazione zoologica: Ostrea gigas, Ostrea rivularis, Ostrea talienwhanensis meridiani destinatari: fegato, rene sapore e natura: salato, astringente, freddo dosaggio: 9-30 g azioni e indicazioni: – !!!!!!!!! calma lo shen: insonnia, palpitazioni, ansia; – !!!!!!!!! benefica lo yin e sottomette lo yang: sindromi da deficit di yin e liberazione dello yang come insonnia, palpitazioni, vertigini, cefalea, acufeni, ipertensione, nevrastenia; – !!!!!!!!! astringente: nelle sudorazioni diurne e notturne, spermatorrea, leucorrea, meno- metrorragia da deficit, nelle sudorazioni della sindrome delle “ossa fumanti” e nella fase di convalescenza delle patologie febbrili; – !!!!!!!!! tratta gli indurimenti e dissipa i noduli: gozzo, linfoadenopatie laterocervicali, epatosplenomegalia; – !!!!!!!!! antiacido gastrico: ulcera gastro-duodenale. ! Perla denominazione cinese: zhen zhu denominazione farmaceutica: Margarita denominazione botanica: Pteria margaritifera,

Pteria martensii meridiani destinatari: cuore, fegato sapore e natura: dolce, salato, freddo dosaggio: 0.3-0.9 azioni e!indicazioni: – !!!!!!!!! calma il cuore ed esercita azione antispastica: convulsioni, palpitazioni, facilità alla collera ed all’angoscia; – !!!!!!!!! sottomette lo yang del fegato: ipertensione, tensione emotiva; – !!!!!!!!! illumina la vista: cataratta, emeralopia; – !!!!!!!!! promuove la guarigione delle ferite. ! Fluorite denominazione cinese: zi shi ying denominazione farmaceutica: Fluoritum meridiani destinatari: cuore, fegato sapore e natura: dolce, tiepido dosaggio: 6-15 azioni e indicazioni: – !!!!!!!!! calma lo shen, tratta lo stato di allarme: patologie da deficit del sangue del cuore e da liberazione dello yang del fegato; – !!!!!!!!! riscalda il polmone e promuove la discesa del qi: patologie respiratorie da freddo e deficit! con tosse, asma, espettorato abbondante;

– !!!!!!!!! riscalda l’utero: meno-metrorragie, sterilità da sindrome da utero freddo o da deficit dell’energia uterina. !

Ambra

denominazione cinese: hu po denominazione farmaceutica: Succinum

meridiani destinatari: cuore, fegato, intestino tenue, vescica sapore e natura: dolce, neutro dosaggio: 0.9-1.8

azioni e indicazioni: – !!!!!!!!! calma lo shen: utile anche nelle epilessie e negli stati convulsivi del bambino; – !!!!!!!!! diuretico: ritenzione urinaria; – !!!!!!!!! promuove la circolazione del sangue e ne elimina i ristagni: amenorrea, masse addominali algiche; – !!!!!!!!! cicatrizzante, antiedemigeno. ! Ematite!!! denominazione cinese: dai zhe shi denominazione farmaceutica: Haematitum meridiani destinatari: fegato, stomaco, polmone sapore e natura: amaro, freddo dosaggio: 9-30 azioni e indicazioni: – !!!!!!!!! sottomette fortemente il qi ribelle: rigurgito, vomito, asma; – !!!!!!!!! pacifica il fegato e sottomette lo yang: cefalea, vertigini, acufeni; – !!!!!!!!! emostatico, promuove la discesa del sangue: epistassi, ematemesi, emorragie da calore nel sangue. ! I rimedi sedativi-tonici Giuggiola denominazione cinese: suan zao ren denominazione farmaceutica: semen Ziziphi spinosae denominazione botanica: Ziziphus jujuba var. spinosa, semen meridiani destinatari: cuore, milza, fegato, vescicola biliare sapore e natura: dolce, acido, neutro dosaggio: 9-18 azioni e indicazioni: – !!!!!!!!! nutre il fegato ed il cuore e calma lo shen: disturbi psochici da deficit di yin e di sangue; – !!!!!!!!! anidrotico: nelle sudorazioni diurne e notturne. ! Biota denominazione cinese: bai zi ren denominazione farmaceutica: cortex Cinnamomi

denominazione botanica: Biota orientalis, semen meridiani destinatari: cuore, fegato, milza sapore e natura: dolce, acido, neutro dosaggio: 3-9

azioni e indicazioni: – !!!!!!!!! nutre il cuore e calma lo spirito: utile soprattutto nelle sindromi da deficit del sangue del cuore; -!!!!!!!!!! anidrotico: sudorazione notturna da deficit dello yin; – !!!!!!!!! umidifica l’intestino: stipsi degli anziani o di pazienti debilitati con deficit di yin e sangue. ! Poligala denominazione cinese: yuan zhi denominazione farmaceutica: radix Polygalae tenuifoliae denominazione botanica: Polygala tenuifolia, radix meridiani destinatari: cuore, rene, polmone sapore e natura: amaro, piccante, tiepido dosaggio: 3-9 azioni e indicazioni: – !!!!!!!!! nutre il cuore, calma lo shen, rende libera la circolazione dell’energia del cuore: irritabilità, insonnia, ansia; – !!!!!!!!! dissolve i catarri e disostruisce gli orifizi: disturbi mentali da ostruzione degli orifizi del cuore da parte dei catarri; – !!!!!!!!! espelle i catarri dal polmone: espettorante nelle patologie respiratorie con abbondante escreato. ! Albizzia denominazione cinese: he huan pi denominazione farmaceutica: cortex Albizziae julibrissin denominazione botanica: Albiizzia julibrissin, cortex

meridiani destinatari: cuore, fegato sapore e natura: dolce, neutro dosaggio: 9-15 azioni e indicazioni:

– !!!!!!!!! calma lo shen: insonnia, ansia, irritabilità; – !!!!!!!!! promuove la circolazione del sangue, analgesico: dolori post-traumatici, fratture; – !!!!!!!!! dissipa gli ascessi: ascessi cutanei e polmonari.

 

Poligonum

denominazione cinese: ye jiao teng denominazione farmaceutica: caulis Polygoni multiflori denominazione botanica: Polygonum multiflorum, caulis meridiani destinatari: cuore, fegato sapore e natura: dolce, leggermente amaro, neutro dosaggio: 9-30 azioni e indicazioni: – !!!!!!!!! nutre il sangue ed il cuore e calma lo shen: patologie dello shen da deficit di yin e sangue, soprattutto nel sonno disturbato dai sogni; – !!!!!!!!! nutre il sangue e promuove la circolazione del qi nei meridiani: dolori, intorpidimenti da deficit del sangue; – !!!!!!!!! disperde il vento: azione antipruriginosa e contro i rash cutanei. ! Bibliografia 1. Sotte L., La Farmacoterapia Cinese, Manuale delle Prescrizioni, Qiu Tian, San Marino, 1990. 2. Sotte L., Muccioli M., Diagnosi e Terapia in Agopuntura e Medicina Cinese, Tecniche Nuove, Milano, 1992. 3. Sotte L., Farmacologia Cinese: la fitoterapia: principi, preparazioni ed uso dei rimedi vegetali, Red, Como, 1992. 4. Di Concetto G., Sotte L., Pippa L., Muccioli M., Trattato di Agopuntura e Medicina Cinese, UTET, Torino, 1992. 5. Muccioli M., Pippa L., La Farmacologia Cinese, sostanze e rimedi naturali della medicina tradizionale cinese, Qiu Tian, San Marino, 1992. 6. Sotte L., Muccioli M., Dispense del Corso di Farmacologia Cinese, Scuola Italiana di Medicina Cinese, Qiu Tian, San Marino, 1989. 7. Humbart S., Natural Healing with Herbs, Hohm Press, Arizona, 1989. 8. Chamfrault A., Traité de Médecine Chinoise, Tome III, Chamfrault ed., Angouleume, 1961. 9. Chamfrault A., Traité de Médecine Chinoise, Tome IV, Chamfrault ed., Angouleume, 1961.




La Curcuma in ambito medico

Leonardo Paluzzi*, Carlo di Stanislao**

 “Il corso della Natura è l’arte di Dio”Edward Young

La curcuma longa è una pianta erbacea perenne dal caratteristico rizoma di colore giallo.Originaria dell’Asia meridionale, dell’India e dell’Indonesia, coltivata anche in Africa, Antille e Brasile,Haiti, Giamaica. Il nome deriva da Sanscrito “Kum-kuma”, è l’ingrediente principale del curry indiano e si usa anche nella mostarda. Si impiega nella Medicina Ayurvedica come depurativo generale, come rimedio digestivo, in presenza di febbre, infezioni, dissenteria, artrite, itterizia e vari disturbi epatici. La Medicina Cinese, impiega la curcuma per problemi epatici e alla cistifellea, per le emorragie, per le congestioni al petto ed i disturbi mestruali, nelle flatulenze, nel sangue delle urine, nel mal di denti, nelle contusioni e ulcerazioni (per uso esterno). La Curcuma è un’antica spezia ed un rimedio tradizionale, che è stata usata come medicina in scritti risalenti a oltre 2000 anni fa. Marco Polo, raccontando i suoi viaggi in Cina, descrive la Curcuma nel 13° secolo: “Vi è anche un vegetale, che ha tutte le proprietà del vero zafferano, così come il colore, ma che non è vero zafferano.(La Curcuma) è tenuta in grande considerazione, ed è un ingrediente in tutti i loro piatti”. L’elevato grado di riverenza per la Curcuma è stabilito dal fatto che esso è usato in molte culture, ciascuna col proprio nome: birmano: fa nwin. Cinese: wong geung fun, yü chiu. Danese: gurkemeje. Olandese: Geelwortel. Finlandese: keltajuuri. Francese: curcuma, saffron des Indes. Tedesco: gelbwurz, kurkuma. Islandese: turmerik. Italiano: curcuma. Indiano: haldee, haridra, haldi, huldee, huldie. Indonesiano: kunjit, kunyit. Giapponese: ukon. Malese : Kunjit. Norvegese: gurkemeie, Polacco: k lacze kurkumy. Portoghese: açafrão-da-India. Russa: zholty imbir. Spagnolo: azafrán de la India, azafran arabe. Cingalese: kaha. Svedese: gurkmeja. Tamil: munjal. Tailandese: Ka min. Vietnamita: bot nghe La curcumina è il principioo attivo più interssante della curcuma e di tutto il cosiddetto Tumerico (famiglia delle Zinziberaceae), che comprende anche oltre alla curcula lo zenzero. La Curcumina viene estratta e concentrata e con essa vengono effettuati studi e trial clinici per le sue proprietà mediche come trattamento naturale per un gran numero di malattie. La formula chimica della Curcumina è C21H20O6, è conosciuta anche come diferuloilmetano.

La curcumina è una sostanza interessante visti i dati in vitro, la bassissima tossicità, gli effetti benefici su più meccanismi cellulari ed il basso costo. Un problema è certamente costituito dal bassissimo assorbimento, probabilmente sufficiente per l’azione chemiopreventiva ma insufficiente per l’azione antivirale. Da studi con curcumina radiomarcata sembrerebbe però che vi sia un assorbimento significativo (65% ?) seguito da una rapida trasformazione in un qualche metabolita (tetraidrocurcumina?). La Curcuma longa, ed il suo principio attivo, la curcumina, possiedono un’interessante attività antiflogistica a carico tanto del sistema delle lipoossigenasi che di quello delle ciclo-ossigenasi. E’ dotata inoltre di attività antimutagena, antiossidante e chemopreventiva su più modelli in vitro. Attualmente è uno dei più importanti agenti chemopreventivi in fase di studio per la prevenzione delle neoplasie. L’attività anti-HIV è stata documentata in vitro con un’azione sulla LTR, su varie proteasi, su citochine come il TNF-alfa e sulla’integrasi.

Ricerche sull’uomo hanno dato risultati discordanti. Diversi ricercatori sono sempre più convinti che la parte più primitiva del sistema immunitario (quella che si manifesta come un’infiammazione), può svolgere un ruolo cruciale in alcune malattie dell’uomo moderno, tra cui le malattie cardiache, il cancro, il diabete e, forse, il morbo di Alzheimer. Alcuni studi hanno effettivamente dimostrato che può legarsi alla proteina beta-amiloide, impedendo così la formazione di placche senili. Alcune ricerche hanno messo in evidenza che l’aggiunta di piperina estratta dal pepe nero (piper nigrum) consente una migliore assimilazione della curcumina da parte dell’organismo. Per completarne l’assimilazione si consiglia anche l’associazione di enzimi vegetali. L’estratto standardizzato contiene almeno il 95% di curcuminoidi, Curcumina, Demetossicurcumina e Bisdemetossicurcumina, la gamma completa di antiossidanti estratti dalla Curcuma. E’ la percentuale esatta utilizzata in numerosi studi clinici. A differenza di molti altri antiossidanti, i curcuminoidi sono in grado sia di prevenire la formazione di radicali liberi, sia di neutralizzare i radicali liberi già esistenti, e sono considerati efficaci bioprotettori a causa di questa duplice attività.

Di recente poi si è visto che combinando la curcuma con resveratrolo e capsaicina, si ottengono prodotti utili per la salute dei capelli, tanto per via locale che sistemica. La curcumina, infine, è utile in alcune importanti affezioni cutanee. La psoriasi è malattia di natura infiammatoria e rilevanti elementi di prova, sia negli animali che nell’uomo, indicano che la Curcumina è molto efficace contro la psoriasi quando viene applicato topicamente sulla cute. Inoltre Ci sono numerosi dati sperimentali che suggeriscono che la Curcumina può accelerare la guarigione delle ferite. Ciò ha portato, per esempio, la Johnson & Johnson a commercializzare (in India) dei cerotti Band Aid contenenti Curcumina.

Vediamo le precauzioni d’uso. Attenzione con l’assunzione di curcumina va prestata se si è in presenza di occlusione delle vie biliari o in caso dicalcoli biliari (fare attenzione anche al curry). Cautela e sentire il proprio medico in Gravidanza e allattamento. Non somministrare la curcuma ai bambini di età inferiore ai 2 anni, al di sopra di questa soglia di età iniziare con preparazioni leggere.

Non impiegare la Curcuma se si è in presenza di problematiche legate alla fertilità, non assumere curcuma se si auspica una gravidanza (non è accertato, ma ci sono studi in corso). Per l’effetto anticoagulante della curcuma fare attenzione nelle persone con problematiche legate alla coagulazione del sangue (sentire sempre il proprio medico curante): Dosi eccessive di curcuma possono causare disordini gastrici. Se sopraggiungono disordini gastrici, bruciori di stomaco, ridurre le dosi o interrompere il trattamento e sentire il proprio medico Alle dosi indicate e se non sussistono problematiche di cui sopra, la curcuma è una pianta sicura. In effetti la Curcuma è stata usata come condimento in grandi quantità per centinaia di anni senza particolari reazioni avverse. Diversi studi hanno dimostrato che la Curcumina non è tossica per gli esseri umani, fino a 8000 mg/die (16 capsule al giorno). L’americana FDA (Food and Drug Administration) classifica la Curcuma come sostanza GRAS (General Recognition And Safety), ovvero “Generalmente Riconosciuta Sicura”.

Bibliografia

Calamaro V.: Le spezie in cucina, Ed. Sonda, Milano, 2004.

Di Stanislao C., Paoluzzi L.: Phytos, Ed. MeNaBi, ristampa, Terni, 2008.

Giannelli L., Di Stanislao C., Iommelli O., Lauro G.: Fitoterapia Comparata, Ed. Di Massa, Napoli, 2001.

Iommelli O., Lauro G.: Phytos, CD ROM, Ed. AIFF, Napoli, 2002.

Paoluzzi L.: Fitoterapia e Energetica, Ed. AICTO, Anguillara (RM), 1997.

Spinelli R.: la curcuma, Ed. MIR, Roma, 2006.

 

 




Potenziare la difesa del self con la fitoterapia cinese: astragalus, ganoderma e cordyceps

Lucio Sotte* Emanuela Naticchi**

Una domanda che viene frequentemente posta a chi si interessa di fitoterapia cinese è relativa al potenziamento del sistema immunitario dei bambini che frequentano le scuole materne e gli asili o i primi anni delle elementari. È noto che la frequenza scolastica può rappresentare una occasione di contagio per numerose malattie epidemiche come ad esempio le flogosi influenzali ma anche per molte altre patologie di natura virale o batterica che colpiscono soprattutto le vie respiratorie e l’apparato digerente. D’altra parte è noto che gli apparati respiratorio e digerente del bambino nei primi anni di vita non sono ancora perfettamente maturi e contemporaneamente la prima infanzia è il tempo della maturazione della immunità sia cellulare che umorale.

La stessa richiesta di utilizzare la fitoterapia cinese è spesso formulata per attuare una prevenzione delle patologie epidemiche negli anziani che, a differenza dei bambini che non hanno ancora sviluppato una efficace immunosorveglianza, tendono con l’andare avanti negli anni a perderla.

La medicina cinese insegna a questo proposito che occorre intervenire soprattutto a livello preventivo seguendo il detto del Nei Jing che recita: «occorre curare il malato prima che lo diventi». I fitoterapici cinesi vengono spesso prescritti ai cambiamenti di stagione proprio con lo scopo di potenziare il sistema immunitario tonificando ciò che in medicina cinese viene definito weiqiqi difensivo che rappresenta l’insieme delle capacità di protezione che il nostro organismo è in grado di organizzare per mantenere lo stato di benessere.

Un altro ambito in cui spesso viene richiesto di intervenire con i fitofarmaci di medicina cinese è quello del paziente neoplastico, per potenziare l’effetto delle terapia antitumorale (chemio e radioterapia), per smorzarne i gravi effetti collaterali e per sostenere il sistema immunitario le cui funzioni sono spesso indebolite dai trattamenti chemioterapici.

In questi casi l’esperienza suggerisce di far ricorso a tre antichi rimedi della fitoterapia cinese che hanno dimostrato di possedere anche alla luce delle più recenti ricerche biomediche degli importanti effetti sul sistema immunitario: l’Astragalus membranaceus (huang qi in cinese), il Ganoderma lucidum (ling zhi in cinese) ed il Cordyceps sinensis (dong chong xia cao in cinese). Si tratta di tre rimedi che vengono utilizzati in Cina da millenni per potenziare il qi difensivo wei.

 

Astragalus membranaceus

 

L’astragalo alla luce della ricerca biomedica ha dimostrato di potenziare la difesa immunitaria specifica e non (1,2,3). L’astragalo ha innalzato il numero dei leucociti in un gruppo di 115 pazienti affetti da leucopenia con un effetto dose dipendente (4). È inoltre in grado di potenziare l’effetto antineoplastico della chemioterapia (5) mentre inibisce il suo effetto immunosoppressivo (6).  Inoltre ha dimostrato di possedere un effetto di inibizione della crescita delle cellule neoplastiche (7).

 

Ganoderma lucidum

Il ganoderma si utilizza da centinaia di anni per tonificare qi e sangue e potenziare la resistenza del paziente.

Gli studi hanno dimostrato che esso aumenta il numero delle cellule della serie bianca, inibisce la crescita di numerosi virus e batteri associati con le flogosi influenzali, aumenta monociti, macrofagi e linfocitiT (8,9,10,11). Anche il ganoderma esercita azione a livello immunitario aumentando i linfociti, le cellule NK e la produzione di interleuchina, interferone e TNF tumor necrosis factor. Inoltre il ganoderma ha uno spettro molto ampio di attività antibatterica ed inibisce la crescita di pneumococco, streptococco (di tipo A), stafilococco, e. coli, b. dysenteriae e pesudomonas.

Il cordiceps sinesis è stato usato tradizionalmente in paziente debilitati. Dal punto di vista della medicina tradizionale cinese nutre lo yin e tonifica lo yang del rene ed aumenta la resistenza cotituzionale.

 

Cordyceps sinensis

 

Anch’esso possiede un’importante azione immunomodulante. Aumenta il numero dei linfociti delle cellule NK e la produzione di interleuchina, interferone e TNF (12,13,14,15). Inibisce la crescita delle cellule neoplstiche (17) in alcuni casi con percentuali del 78-83%.

Dal momento che questi tre rimedi rinforzano l’azione del sistema immunitario sono controindicati nel caso di somministrazione di immunosoppressori cone azatioprina e ciclosporina. Si tratta di farmaci che vengono spesso prescritti nel caso di pazienti trapiantati per evitare il rigetto.

 

Bibliografia

1. Chu DT, et al. Immunotherapy with Chinese medicinal herbs. I. Immune restoration of local xenogenetic graft-versus-host reaction in cancer patients by fractionated astragalus membranaceus in vitro. Journal of Clinical & Laboratory Immunology Mar 1988;25(3):119-23.

2. Sun Y, et al. Immune restoration and/or augmentation of local graft versus host reaction by traditional Chinese medicinal herbs. Cancer July 1, 1983;52(1):70-3.

3. Sun Y, et al. Preliminary observations on the effects of the Chinese medicinal herbs astragalus membranaceus and ganoderma lucidum on lymphocyte blastogenic responses. Journal of Biological Response Modifiers 1983;2(3):227-37.

4. Weng XS. Chung Juo Chung Hsia I Chieh Ho Tsa Chih August 1995.

5. Chu DT, et al. Fractionated extract of astragalus membranaceus, a Chinese medicinal herb, potentiates LAK cell cytotoxicity generated by a low dose of recombinant interleukin-2. Journal of Clinical & Laboratory Immunology Aug 1988;26(4):183-7.

6. Chu DT, et al. Immunotherapy with Chinese medicinal herbs. II. Reversal of cyclophosphamide-induced immune suppression by administration of fractionated astragalus membranaceus in vivo. Journal of Clinical & Laboratory Immunology Mar 1988;25(3):125-9.

7. Yeung HC. Handbook of Chinese Herbs. Institute of Chinese Medicine, 1996.

8. Wang SY, et al. The anti-tumor effect of ganoderma lucidum is mediated by cytokines released from activated macrophages and T-lymphocytes. International Journal of Cancer Mar 17, 1997;70(6):699-705.

9. Van der Hem LG, et al. Ling zhi-8: studies of a new immunomodulating agent. Transplantation Sep 15, 1995;60(5):438-43.

10. Haak-Frendscho M, et al. Ling zhi-8: a novel T-cell mitogen induces cytokine production and up-regulation of ICAM-1 expression. Cellular Immunology Aug 1993;150(1):101-13.

11. Tanaka S, et al. Complete amino acid sequence of a novel immunomodulatory protein, ling zhi-9. An immuno-modulator from a fungus, ganoderma lucidum, having similar effect to immunoglobulin variable regions. Journal of Biological Chemistry Oct 5, 1989;264(28):16372-7.

12. Kuo YC, et al. Cordyceps sinensis as an immunomodulatory agent. American Journal of Chinese Medicine 1996;24(2):111-25.

13. Guan YJ, et al. Effect of cordyceps sinensis on T-lymphocyte subsets in chronic renal failure. Chung-Kuo Chung His I Chieh Ho Tsa Chih Jun 1992;12(6):323,338-9.

14. Liu C, et al. Effects of cordyceps sinensis (CS) on in vitro natural killer cells. Chung-Kuo Chung His I Chieh Ho Tsa Chih May 1992;12(5):259,267-9.

15. Xu RH, et al. Effects of cordyceps sinensis on natural killer activity and colony formation of B16 melanoma. Chinese Medical Journal Feb 1992;105(2):97-101.

16. Liu P, et al. Influence of cordyceps sinensis (berk. sacc.) and rat serum containing same medicine on IL-1, IFN and TNF produced by rat Kupffer’s cells. Chung Kuo Chung Yao Tsa Chih Jun 1996;21(6):367-9,384.

17. Kuo YC, et al. Growth inhibitors against tumor cells in cordyceps sinensis other than cordycepin and polysaccharides. Cancer Investigation 1994;12(6):611-5.

18. Chen J. Herbs for boosting the immune system, Acupunture today, Vol 1, Issue o3

 

 




Novità sull’Astragalo: gli effetti terapeutici dell’Astragaloside IV secondo le ultime ricerche

Emanuela Naticchi*

L’astragalo è chiamato huang qi in Cina, dove viene considerato un medicinale molto potente poiché in grado di fortificare il qi, termine che indica la forza vitale, il vigore fisico e la capacità di affrontare le malattie, lo stress fisico e psicologico.

L’astragalo è la radice essiccata di Astragalus membranaceus, una pianta erbacea perenne che viene impiegata in medicina tradizionale cinese come tonico, per aumentare la vitalità, contrastare l’affaticamento, lo stress fisico  e combattere numerose malattie, quali influenza, insufficienza respiratoria, cardiopatie, diabete e cancro.

La droga ha forma cilindrica, una lunghezza compresa tra i 30 e i 90 cm, un diametro di 1-3,5 cm e ha sapore dolciastro. La radice può essere utilizzata sia fresca che trattata con miele.

I principali componenti dell’astragalo sono: polisaccaridi (astragalani I-IV), saponine triterpeniche (astragalosidi I-VII), soiasaponine e flavonoidi (isoflavoni, isoflavani e pterocarpani). Sono state identificati più di 40 costituenti del fitocomplesso dell’astragalo, di cui l’astragaloside IV rappresenta il componente principale.  L’astragaloside IV viene utilizzato come composto marker per il controllo di qualità delle formulazioni cinesi contenenti astragalo. Inoltre è considerato il principio attivo fondamentale responsabile degli effetti benefici della radice di astragalo.

L’astragaloside IV o 3-O-beta-D-xylopyranosyl-6-O-beta-D-glucopyranosylcycloastragenolo, è un glucoside triterpenico cicloalcano, avente formula chimica C14H68O14.

 

 

L’astragaloside IV presenta, dopo somministrazione orale, una lenta biodisponibilità che è correlata al suo alto peso molecolare e ad una bassa solubilità nei grassi.

Studi farmacologici hanno evidenziato che l’astragaloside IV possiede molte importanti attività, quali cardioprotettiva, epatoprotettiva, neuroprotettiva, antinfiammatoria e immunoregolatoria.

Studi sperimentali hanno ampiamente evidenziato un’azione protettiva sul sistema cardiovascolare dell’astragaloside IV. In vivo, esperimenti condotti sugli animali hanno dimostrato un’attività profilattica sul danno miocardico e l’ipertrofia cardiaca indotta da isoproterenolo. L’astragaloside IV è in grado di aumentare il flusso coronarico e ridurre la severità dell’infarto miocardico dopo occlusione coronarica e di incrementare il contenuto e l’attività dell’enzima superossidodismutasi (SOD) nel citoplasma. Esercita un’azione calcio-antagonista in quanto blocca l’ingresso di calcio e il rilascio intracellulare di calcio quando questo risulta aumentato a causa dell’ipossia e dell’ischemia e migliora l’attività della pompa del calcio della membrana plasmatica eritrocitaria. È stato anche confermato che l’astragaloside IV inibisce l’apoptosi delle cellule miocardiche colpite da danno ossidativo e delle cellule epiteliali tubulari renali dopo un severo danno renale,  in quanto riduce l’espressione delle proteine pro-apoptotiche Bax e Caspasi-3 mentre aumenta l’espressione della proteina anti-apoptotica Bcl-2.

In conclusione, il meccanismo attraverso cui l’astragaloside IV è in grado di ridurre i danni al miocardio è riconducibile alla sua azione di regolazione dell’omeostasi di calcio, antiapoptosi e antiossidante.

Un aspetto singolare è quello relativo agli effetti dell’astragaloside IV sul metabolismo del collagene; infatti, se da una parte esercita un’azione protettiva dai danni da fotoinvecchiamento causati dall’azione lesiva dei raggi ultravioletti sulle cellule della pelle, promuovendo la proliferazione dei fibroblasti e prevenendo la degradazione del collagene, al contrario è anche in grado di contrastare la deposizione di collagene e di intervenire sullo sviluppo delle fibrosi di organo ad esempio in cuore, polmoni, fegato e reni.  Lo stress ossidativo è stato correlato con le fibrosi d’organo, in particolare quella epatica.

Recenti studi hanno dimostrato che l’astragaloside IV è in grado di sopprimere la produzione di collagene mediata dall’attivazione delle cellule stellate epatiche. Tale secrezione di collagene è responsabile della fibrosi epatica e può portare alla cirrosi epatica. Il potenziale effetto antifibrotico dell’astragaloside IV è riconducibile alla sua attività di “scavenger” di specie reattive dell’ossigeno e di riduzione della perossidazione lipidica, inoltre può elevare i livelli di glutatione cellulare per stimolazione dell’espressione del gene Nrf2.

L’astragaloside IV è ampiamente conosciuto per i suoi effetti immunomodulatori e viene utilizzato da tempo nella cura del cancro, anche in virtù dei suoi scarsi effetti collaterali. L’astragaloside IV va ad aumentare l’espressione del MHC, o complesso maggiore di istocompatibilità, e delle molecole di costimolazione presenti sulla membrana delle cellule dendritiche (DCs), può potenziare l’attività antitumorale di interleuchina 2 e 6, attivare i linfociti T e le cellule NK. Ulteriori studi hanno evidenziato un aumento dei livelli di interferone-r, la riduzione dell’espressione del fattore di crescita trasformante beta (TGF-β) e della linfoproteina timica stromale (TSLP).

 

Bibliografia

Capasso F, Grandolini G, Izzo A., Fitoterapia. Impiego razionale delle droghe vegetali, Springher 2006.

Castleman M. Le erbe curative, Tecniche Nuove, 2007.

L. Sotte, M. Muccioli, L. Pippa, M. Piastrelloni, P. Quaia, E. Naticchi, A. Vannacci. Farmacologia

cinese, CEA, Milano, 2010.

Li X, Wang X, Han C, Wang X, Xing G, Zhou L, Li G, Niu Y. Astragaloside IV suppresses collagen production of activated hepatic stellate cells via oxidative stress-mediated p38 MAPK pathway. Free Radic Biol Med. 2013 Jul;60:168-76.

Shang L, Qu Z, Sun L, Wang Y, Liu F, Wang S, Gao H, Jiang F. Astragaloside IV inhibits adenovirus replication and apoptosis in A549 cells in vitro. J Pharm Pharmacol. 2011 May. 63(5):688-94.

S Ren, H Zhang, YP Mu, MY Sun, P Liu Pharmacological effects of Astragaloside IV: a literature review. J Tradit Chin Med 2013 June 15; 33 (3): 413-416.

Zhao J, Yang P, Li F, Tao L, Ding H, Rui Y, Cao Z, Zhang W. Therapeutic effects of astragaloside IV on myocardial injuries: multi-target identification and network analysis. PLoS One. 2012;7(9):e44938.

 

 

 

 

 




L’attività sportiva e la medicina complementare

Sara Taffi*

Nell’approcciarsi ad un argomento di così sempre maggiore interesse, reputo sia indispensabile, prima di tutto dare un giusto significato al concetto di Medicina Complementare.

Il National Center for Complementary and Alternative Medicine (NCCAM) definisce la Medicina Complementare come un gruppo variegato di pratiche mediche e terapeutiche che non rientrano nell’alveo della medicina convenzionale. L’Institute of Medicine (IOM) statunitense, nel 2005, la definisce come l’approccio non dominante alla medicina in una data cultura e in un dato contesto storico.

Per  Medicina Complementare, non si intende quindi un settore ben preciso, piuttosto una serie di pratiche non tradizionali che possono basarsi su antiche credenze cinesi o l’uso di composti a base di erbe o ancora su cambiamenti di diete.

Quest’ultima, in particolare, insieme all’integrazione, sta ricevendo sempre maggiore interesse dall’intero mondo sportivo, e questo perché si è visto che l’alimentazione influenza praticamente ogni processo del corpo interessato sia alla produzione dell’energia che al recupero muscolare.

L’esercizio fisico porta alla produzione di numerose molecole, a precise risposte biochimiche e fisiologiche e l’obiettivo di una dieta ben programmata è quello di garantire un corretto apporto di carboidrati, grassi , vitamine, sali minerali ed acqua, necessari ad affrontare le diverse fasi di pre-  durante e post- attività fisica.

Alcuni esempi: Carboidrati: rimangono un nutrimento chiave per gli atleti, specialmente durante un’attività fisica prolungata o un esercizio particolarmante intenso. Un apporto di carboidrati insufficiente si traduce in fatica, conseguente diminuzione della performance sia in allenamento che in gara.

Proteine: rappresentano un supporto necessario sia per la riparazione dei tessuti danneggiati che per la costruzione di nuove proteine in risposta ad uno stimolo.

Vitamine e Sali minerali: sono necessari all’organismo per numerosi processi che vanno dalla crescita e riparazione dei tessuti danneggiati, alle reazioni metaboliche, al trasporto di ossigeno. Alcune vitamine poi agiscono come antiossidanti ed evidenze scientifiche hanno dimostrato come giochino un ruolo fondamentale nei meccanismi di difesa contro i danni provocati dai radicali liberi.

Una corretta nutrizione sportiva si occupa inoltre di studiare le variazioni di massa grassa e composizione negli atleti. La riduzione della massa grassa è auspicabile in molti sport che contemplano categorie di peso, mentre un aumento di massa muscolare può essere auspicabile in sport che richiedono forza e potenza. Le richieste variano poi in base al sesso e all’età degli atleti: ogni categoria deve rispondere a diverse esigenze fisiologiche per cui diverse strategie nutrizionali devono garantire sia i meccanismi di adattamento all’esercizio fisico, sia il mantenimento dello stato di salute.

All’interno dell’alimentazione sportiva si inserisce anche l’utilizzo di supplementi e la comprensione dei loro effetti sullo stato di performance e di salute degli atleti, si parla cioè di integrazione.

Volendo fornire una corretta definizione, possiamo dire che gli integratori alimentari sono: “prodotti alimentari destinati a completare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze  aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate. “( Decreto legislativo 21/5/2004, n°169)

In genere le sostanze naurali che vengono utilizzate possono essere divise in due gruppi: sostanze ergogeniche, che tendono a determinare in ambito sportivo una migliore prestazione e sostanze adattogene che incrementano la resistenza  dell’organismo indipendentemente dalla natura dello stimolo e che consentono di rispondere meglio a stimoli dello stress.

L’adattogeno, da un punto di vista farmacodinamico, ha un profilo completamente diverso da uno stimolante: come si può vedere dai grafici infatti il livello di prestazione, dopo aver raggiunto il massimo, non è seguito da una diminuzione della prestazione rispetto al livello medio, ed è pertanto da preferire se si vuol raggiungere un miglioramento della performance a più ampio raggio.

Esempi di adattogeni più utilizzati sono la Rhodiola, il Panax Ginseng e l’Eleuterococco.

La Rhodiola, nota anche come radice d’oro o radice artica, è una piccola pianta diffusa nelle regioni subartiche ed in quelle montuose di tutta l’Eurasia, Alpi incluse. I suoi principi attivi sono composti dal 40% di polifenoli; fenilpropanoidi (salidroside il più importante, rosavina, rodiolina rosarina e rosina.) Diversi studi mostrano come l’estratto secco mobilizza gli acidi grassi, ma per avere un effetto significativo dopo l’assunzione bisogna svolgere una moderata attività fisica per almeno 45/60 minuti. Migliora il rapporto massa magra/massa grassa, aumenta i livelli di emoglobina, il numero degli eritrociti e riduce la formazione di acido lattico e acido urico. Vengono così favoriti i processi di costruzione del muscolo rispetto a quelli catabolici, aumentando la capacità di resistenza e le prestazioni.

Il Panax ginseng è una droga che si caratterizza per la ricca presenza di saponine, in particolare di saponine steroidiche e triterpeniche, responsabili della proprietà adattogeno-tonica. Il ginseng esplica la sua azione a livello cerebrale, migliorando la concentrazione e la veglia, a livello cardiaco aumentando la frequenza e la forza contrattile del miocardio, a livello muscolo scheletrico migliorando la reattività allo stimolo nervoso e a livello immunologico stimolando la funzionalità del sistema immunitario (↑IgM, IgG e NK).

L’Eleuterococco, infine, è un arbusto appartenente alla famiglia delle Araliacee, conosciuto anche come ginseng siberiano. I principi attivi responsabili delle sua capacità adattogene sono tipicamente concentrati nella radice ed appartengono principalmente alla categoria dei glicosidi, Diversi studi hanno dimostrato che le caratteristiche proprietà di questa pianta non possono essere attribuibili ad un singolo composto e, come spesso accade in ambito fitoterapico, l’azione è sinergica ed attribuibile all’intero fitocomplesso.

Infine, volendo concludere questa panoramica  della medicina complementare nell’attività sportiva, un accenno alla micoterapia (supporto biologico al trattamento delle patologie con l’aiuto di funghi con proprietà terapeutiche).

I funghi sono stati utilizzati dalla Medicina Tradizionale Cinese per millenni sia come nutrizione che come fitoterapia, per benessere e longevità. Contengono vitamine, minerali e molecole farmacologicamente bioattive, sono ricchi da un punto di vista nutrizionale, ma hanno un basso contenuto calorico; la ricchezza nutrizionale e farmacologica fa sì che questi alimenti assunti in toto possano esprimere il loro potenziale.

La prima notizia sull’uso dei funghi nella MTC risale al trattato Shen Nong Ben Cao dove 4 funghi sono inseriti nella classe superiore che racchiuse le “erbe dell’imperatore”: Ganoderma lucidum, Polyporus umbellatus, Poria cocos e Cordyceps sinensis.

Il primo e l’ultimo di questi funghi vengono a tutt’oggi utilizzati in ambito sportivo per le loro peculiari caratteristiche.

Il Ganoderma lucidum è considerato la miglior scelta per uno stimolo generale dell’organismo e come sostegno antisenescenza. In MTC è utilizzato come tonico, ma anche per modulare il sistema immunitario, per problemi cardiovascolari e per stimolare la funzionalità epatica. In ambito sportivo è considerato un adattogeno; grazie alla presenza di germanio e allo stimolo del metabolismo energetico cellulare il Ganoderma consente un miglior utilizzo dell’ossigeno, portando, di conseguenza, ad un rinforzo della funzionalità cardiaca, riduzione delle aritmie e delle tachicardie sotto sforzo. Le numerosissime sostanze bioattive che contiene svolgono la loro azione anche nella riduzione del colesterolo, dell’ipertensione, e nella cura dell’infiammazione.

Il Cordyceps sinensis è il nome botanico di un fungo che ha proprietà tonico-rinvigorenti, utili per aumentare le energie corporee, stimolare il sistema immunitario e migliorare la resistenza fisica.

Una serie di studi scientifici ha dimostrato che l’utilizzo di questo fungo porta ad un miglioramento della utilizzazione dell’ossigeno e a un aumento della produzione di ATP e quindi di energia a livello cellulare fino al 55%. La sua azione è da attribuirsi all’ottimizzazione dei processi di produzione energetica intracellulare, del ciclo di Krebs e della fosforilazione ossidativa e all’attivazione mitocondriale; ciò permette un allungamento dei tempi di perfomance aerobica. Nello sportivo la sua assunzione permette inoltre di velocizzare i tempi di recupero muscolare e la clearance dell’acido lattico ed è stata descritta la sua azione anabolica a livello muscolare attribuibile a una aumento del testosterone durante l’attività fisica.

 

 




Esperienze cliniche con oli essenziali in sala parto

Leonardo Paoluzzi*

Premessa

La terapia olfattiva di regolazione (TOR) di cui abbiamo dato ampio cenno in altre occasioni,  è  quella particolare modalità terapeutica che usa oli essenziali e che presuppone come oggetto del trattamento medico  la conoscenza del  “terreno”  ovvero della “costituzione” del soggetto malato e non già il trattamento del sintomo isolato o di una malattia intesa in senso nosologico classico. In altri termini il sintomo va considerato solo come  espressione di uno squilibrio più ampio la cui soppressione farebbe perdere di vista la totalità del problema in quanto viene eliminato un elemento di allarme che invece va inserito nel contesto generale e va compreso nel suo significato.

La possibilità di usare sostanze naturali per il trattamento di uno squilibrio funzionale non fa riferimento all’evento patologico in sé ma all’alterazione del percorso fisiologico e pertanto deve inserirsi in quella sequenza che è stata turbata e ripristinarla. Ciò avviene sostenendo la fisiologia e i suoi processi normali e non antagonizzando il sintomo.

Il nostro lavoro pertanto si basa sulla valutazione dell’azione globale che l’olio essenziale ha nei confronti del terreno PNEI e quindi sul suo orientamento al ristabilimento dei processi fisiologici dell’individuo, uscendo dal paradigma meccanicistico di sintomo-organo/struttura-rimedio, proponendo quello di struttura-energia-informazione.

Da ciò l’importanza delle relazioni esistenti tra connessioni cerebrali delle aree olfattive, mnesiche e affettive (P. Franchomme).

Ognuno di noi è in realtà un complesso intrecciarsi di emozioni, strutture,  organi, esperienze, che nel tempo hanno plasmato e reso unico, fin dalla nascita e anche prima,  il nostro modo di reagire di fronte alle diverse circostanze della vita. Per alcuni quell’evento provoca una risposta che per altri può essere diametralmente opposta o di nessun significato. C’è chi di fronte ad un tramonto può commuoversi e chi invece si affretta perché si sta facendo notte e deve rientrare. Fino a ieri l’uomo era diviso in due parti, da un lato la psiche e dall’altro il soma. Oggi possiamo dire che le componenti sono almeno tre e intimamente collegate fra loro e alle prime due va aggiunto il concetto di Polis, inteso non solo come contesto sociale nel quale il soggetto vive e si modula (C. Geertz), ma anche come contesto magico-religioso (P. Pracca).

Tutto ciò confluisce in quel complesso sistema di informazione interna preposta alla regolazione e al mantenimento dell’omeostasi che oggi la scienza medica moderna individua nello PNEI (PsicoNeuroImmunoEndocrino). In pratica accade che ogni nostra percezione (cognitiva/emozionale o percettica/istintiva) mette in moto una precisa sequenza neurovegetativa tale che l’apparato endocrino, il sistema immunitario e le strutture organiche correlate, danno una risposta adeguata a fare fronte al cambiamento necessario che a sua volta rimanda l’informazione elaborata al mittente.

Oggi l’uomo si trova a dover gestire soprattutto le sue paure, le sue ansie, le sue preoccupazioni e le sue frustrazioni con mezzi inadeguati, perché quelli che ha attualmente a disposizione sono stati elaborati dalla natura per fare fronte a situazioni acute destinate a durar poco, mentre la necessità di gestione si protrae nel tempo e si va quindi nella direzione dello stress cronico (R. Sapolsky).

Premesso ciò, diciamo che  in campo ostetrico per ciò che attiene alla gravidanza e al parto, nella letteratura internazionale ritroviamo, (Ingeborg Stadelmann, un’ostetrica tedesca) che già da alcuni anni gli oli essenziali vengono usati allo scopo di lenire i dolori durante il travaglio, per calmare la neomamma in caso di ansia e per accelerare il processo delle doglie onde favorire l’espletamento del parto medesimo. Non ultimo, la possibilità di agire sulla paura e rilasciare la muscolatura perineale che potrebbe essere di ostacolo alla progressione del feto.

Va detto poi  che tutti gli oli essenziali essenziali usati per via topica devono essere diluiti in un olio di base (in genere si consigliano 10 gocce di olio essenziale in 50 ml di olio di mandorle dolci, olio di germe di grano, olio di jojoba), al fine di evitare un’esposizione della zona da trattare che sia troppo diretta e quindi potenzialmente  lesiva per la cute oltre che eccessiva, ma va anche detto che possono essere solo inalati una volta dispersi e fatti evaporare nell’ambiente. 
Sappiamo infatti che gli oli essenziali rappresentano  un’informazione chimica che per via nasale o cutanea, attraverso un complesso meccanismo di trasduzione “olfattiva”, arrivano direttamente nel cervello e più precisamente a livello del “sistema limbico” (amigdala-paura e ricompensa, ippocampo-memoria e orientamento, i nuclei talamici anteriori e la corteccia limbica …) complessa formazione nervosa del cervello rettiliano, che presiede alle attività istintive e primitive attraverso una serie di risposte regolate dal sistema neurovegetativo simpatico o parasimpatico. La struttura limbica in realtà più che essere una struttura anatomica vera e propria corrisponde ad una unità funzionale molto complessa che supporta svariate funzioni psichiche  come emotività, comportamento, memoria a lungo termine e olfatto.

Considerando che lo stress del parto, l’idea di affrontare un’esperienza nuova quindi sconosciuta o tristemente conosciuta in maniera diretta o indiretta, mette la paziente in uno stato di ansia, di paura, di preoccupazione e quindi di tensione generale del corpo e dello stato d’animo che si è visto essere di ostacolo ad un espletamento normale del parto, tale terapia può essere di grande sostegno.

Nel caso del dolore del parto anche se noi sopprimessimo il dolore con una epidurale, rimarrebbe la condizione mentale di paura e ansia che determirebbe un ricordo spiacevole  e comunque un  non vissuto.

Per ovviare a tale condizione di “ostacolo” e riprendendo  esperienze simili che vengono  condotte ormai da tempo negli ospedali inglesi nei  servizi di maternità, (ad esempio nel North Bristol NHS Trust e nel Southmed Hospital Birth Suite con più di 6000 nascite all’anno; nel  St John e St Elizabeth Hospital London con riduzione del 50% dei cesarei previsti ; nel The Royal London Hospital for Integrated Medicine dove trattano anche patologie tumorali), abbiamo messo a punto alcuni protocolli possibili per dare maggiore serenità e una migliore condizione organica che possa aiutare la neomamma e il nascituro.

«L’aromaterapia riduce l’ansia e la paura aiutando le donne a sentirsi più rilassate e può contribuire a ridurre sintomi come bruciore di stomaco o mal di schiena. Quando le donne durante il travaglio sono rilassate, il loro bisogno di alleviare il dolore è ridotto, ma ogni donna è unica e si possono usare gli oli specifici per ogni esigenza», ha dichiarato Mary Carlisle, manager della Birth Suite presso il Southmead Hospital. Partendo da questa considerazione che riteniamo fondamentale, noi prenderemo in esame tre possibili protocolli:

il primo a base di  Arancio, Bergamotto, Lavanda ad azione “rinfrescante”  in quanto riducono il tono simpatico,  calmano l’ansia e la paura, rasserenano, rilasciano lo stato generale della paziente, tonificano l’umore,  hanno  un’azione simpaticolitica che non altera lo stato di vigilanza.

In altri casi può essere necessaria un’azione opposta alla precedente. Nel senso che la paziente necessita di essere riscaldata ovvero tonificata nel senso stretto, per una possibile inerzia del sistema e per una dominanza del tono vagale e useremo   Basilico, Pepe e Zenzero.

In altri casi ancora ci può essere la necessità di “purificare l’aria e la mente” agendo direttamente con odori gradevoli  su paure remote ingiustificate,  in quei soggetti che hanno paura di tutto, che soffrono o hanno sofferto di attacchi di panico e useremo Neroli, Mirto, Gelsomino.

Infine menzione a parte merita la Salvia sclarea unita al Geranio e all‘ Ylang ylang con cui si crea una miscela molto attiva nello stress emozionale  (isteria, attacchi di panico, paura) purificando tutto ciò che non è armonico

Ogni protocollo deve prevedere un massaggio perineale con olio vegetale di  Calophylla inophylla per rendere più morbida ed elastica  la zona.

Tali esperienze attualmente in Italia vengono attualmente  condotte presso l’Ospedale del Casentino di Bibbiena, grazie all’illuminata conduzione dei suoi medici e personale paramedico.

 




Riflessioni sulla fitoterapia topica in corso di dermopatie infiammatorie: note sui principali rimedi ed implicazioni energetiche

Autori: Carlo Di Stanislao, Rosa Brotzu.

“Uno specialista è uno che sa sempre di più di sempre meno”

N.M. Butler

Essendo un impiegato è naturale che divenissi un poeta

N. Mahfuz, 1988.

“Ma il cuore di certa gente non si domanda mai se valga la pena di fare tanta fatica per pompare sangue fino al cervello?”
Paolo Cananzi,2001

Riassunto: Si analizzano le formulazioni galeniche, i principi attivi e le caratteristiche energetiche di alcune piante medicinali (amamelide, camomilla, malva e calendula) efficaci in corso di flogosi cutanea.

Parole chiave: dermopatie infiammatorie, topici, fitoterapia

Summary: In this article are analysed the galenic formulation and active principle and energetic factors of herbal drug active in dermatitis.

Key words: flogistic dermopathies, topics, and phytoherapy

Esistono in terapia vari topici steroidei che, in opportuno veicolo e a concentrazioni prossime allo 0,1%, sono in grado di lenire e risolvere le dermopatie a carattere infiammatorio (eczema, lichen, psoriasi, ecc.)[1] [2]. Attualmente sono impiegati anche topici a base di FANS (ibuprofene gel al 5%, ad esempio[3]) e sono allo studio nuove formulazioni contenenti principi neuropeptidici (ad esempio a-MSH) dotati di notevole e protratta efficacia antiflogistica[4].

Una reazione infiammatoria può essere letta come un complesso di eventi che coinvolge principalmente i vasi sanguigni, i costituenti corpuscolati e non del sangue (ad esempio il sistema protrombina-trombina), le mastcellule tessutali, alcune cellule mesenchimali e, infine, i cheratinociti[5].

In Medicina Tradizionale Cinese (MTC) è possibile, attraverso una lettura molto stressata ed attualizzata dei classici[6] (Sowen cap. 64[7] e Ling Shu cap. 72[8]) delineare possibili corrispondenze fra aspetti fisiopatologici moderni ed elementi tradizionali:

 

Aspetto moderno Aspetto Tradizionale (in relazione ai 5 Movimenti)
Vasomozione Fuoco
Mastociti Legno
Leucociti neutrofili Fuoco
Leucociti eosinofili e basofili Legno
Linfociti Acqua
Elementi mesenchimali Terra
Cellule dendridriche cutanee Metallo

Naturalmente i protagonisti principali sono i mediatori precoci e tardivi della flogosi che, secondo una visione particolare, si ascrivono più segnatamente agli aspetti Yang di Rene, Milza, Cuore e Polmone[9].

Si può immaginare, a tal proposito, la seguente relazione di ordine generale:

Organo[10] Mediatori controllati [11]
Polmone-Cuore Mediatori precoci e preformati (istamina, serotonica, neuropeptidi, ecc.)
Milza Mediatori precoce preformati (proteina basica maggiore, proteina cationica eosinofila, fattori chemiotattici, ecc.)
Rene Mediatori tardivi: leucotrieni, postralandine, trobossani, ecc.

Vari principi vegetali possono, per via topica, svolgere una buona azione antiflogistica[12].

Il nostro scopo è quello di evidenziarne alcuni rilevandone le caratteristiche biomediche[13]ed energetiche[14] [15].

Attualmente un grande interesse è rivolto verso prodotti esotici[16] (ad esempio i flavonoidi del tè verde), ma molti principi estratti da droghe facilmente reperibili nell’habitat a noi prossimo sono di notevole interesse[17]. Solo per fare qualche esempio si ricordi l’azione antiradicalica dell’oleoeuropeina estratta dalle foglie dell’Olea Europea, il revestrolo contenuto nell’uva rossa e che sembra dotato d’azione simile a quella dell’acido ascorbico, l’acido betulinico, estratto dalla Betula alba, con vigorosa azione scavenger, l’estratto di finocchio che ha azione antiflogistica ed antiaging, i disaccaridi della bietola con azione idradante e così via[18].

Hamamelis virginiana

L’estratto fluido glicolico[*] in preparazione cremosa evanescente (ricca in acqua e pertanto priva di azione troppo disidratante) svolge azione antinfiammatoria di tipo tannico ed atringente, molto utile in caso di evidenti ectasie vascolari (ad esempio rosacea eritematica). L’estratto di amamelide può essere formulato in gel al 5% (con metil o carbossimetilcellulosa o polietilene), da usare ad esempio sul viso, la sera, per una azione decongestionante[19]. Un eccellente preparato topico galenico per eczemi varicosi, porpora, prurito perianale in corso di emorroidi ed anche per favorire la cicatrizzazione delle ferite si compone nel modo seguente[20]:

–        Estratto fluido di Hamamelide g 1

–        Crema base anfifilla q.b. a 100 g

L’Amamelide, in chiave energetica, agisce sugli insiemi Legno e Fuoco e, pertanto, può essere usata in corso di dermopatie flogistiche con forte impronta vascolare, soprattutto in individui con Fuoco del Fegato o iperattività dello Yang di Cuore[21].

Essendo di sapore acido e di natura fresca l’Hamamelis, inoltra, giova al jing e favorisce la cicatrizzazione delle ferite. Il prodotto topico sopraindicato può essere utile in corso di perniosi (lupus pernio o geloni di II e III grado) con cute assottigliata o con fissurazioni.

Matricaria camomilla.

Il principio in idoneo veicolo cremoso (ricco in acqua ed evanescente) è soprattutto utile in corso di dermatiti con contaminazione batterica. Il principio attivo è l’azule, corpo grasso scoperto nell’essenza della matricaria, che rinvorza, anche, il cemento interendoteliale dei capillari sanguigni, con azione sinergica alla Citrina o vitamina P[22]. Anche in questo caso, per ottenere un preparato non irritante, è conveniente usare l’estratto fluido glicolico.

Il prodotto sarà così composto sotto il profilo galenico[23]:

–       Estratto glicolico di Matricaria g 10

–       Crema base anfifilla q.b. a 100 g.

Essendo la droga dolce agisce tonificando il Sangue e l’Energia e sull’insieme della Terra (connettivo, mesenchima).Il topico è utile in corso di dermopatie seborroiche anche con impetiginizzazione e sovrainfezione micotica. Data la possibilità di reazione crociata con le Compositae il preparato è da evitare nei portatori di ipersensibilità all’Artemisia. Il topico può essere massaggiato sulle gengive per produrre decongestione e ridurne la sepsi.

Nel caso in cui si voglia indurre una maggiore penetrazione del principio attivo la Camomilla (sempre 10 grammi di estratto senza alcool) va disciolta in una crema base grassa di questo tipo:

–        Cera bianca g 17

–        Paraffina liquida g 45

–        Borace g 1

–        Acqua bollita di recente e raffreddata ml 37

Malva sylvestris

La crema di Malva è emolliente e decongestionante per la presenza di mucillagini che sono efficaci del trattamento sintomatico degli eritemi, soprattutto se associati ad edema e xerosi (ad esempio dermatite atopica). L’azione delle mucillagini si deve alla presenza di metilpentosi ed esosi della cellulosa, all’acido galatturino e a numerose vitamine. L’estratto fluido glicolico è preferibile dalle foglie che sono più ricche di mucillagini.

Questa la composizione galenica più spalmabile ed efficace:

–        Malva estratto di foglie g 10

–        Crema base al cetamacrogol q.b. a 100 g.

Di sapore dolce è indicata nelle patologie cutanee di tipo Terra e soprattutto negli eczemi umidi ed essudanti che rientrano nella categoria “shirebifupinb” (malattie cutanee da Calore-Umidità).

Calendula officinalis

La droga comprende un gran numero di principi attivi fra cui carotenoidi, flavonoidi, saponine e mucillagini. Svolge azione battericida, antiflogistica e, soprattutto, emolliente.

Un eccellente lipogel in corso di secchezza cutanea con rossore è il seguente:

–        Olio d’avocado g 50

–        Calendula estratto fluido glicolico g 15

–        Squalano g15

–        Lanolina g15

–        Lanolina idrogenata g 10

–        Olio di ricino idrogenato g 2

–        Stearilammonio ettorite g 2

–        Essenze profumate g 9,9

–        Butylated hydroyanisole g 0,03

Agisce sull’insieme Metallo ed Acqua ed è utile nelle infiammazioni con debolezza della Weiqi (ferite che cicatrizzano lentamente e male, discromia, infezioni a ripetizione, ecc.).

Concludiamo questo succinto excursus che merita approfondimenti futuri ed ulteriori, raccomandando, in tutti i casi, quanto si vuole spingere più in profondità l’azione di un rimedio (derma profondo e/o ipoderma) l’uso, come veicolo, della cosiddetta crema canfosalicilica[24] [25]:

–        Capsico[†] g 5

–        Canfora[‡] g 25

–        Salicilato di metile g 25

–        O.E. di Pino mugo g 20

–        O.E. di Lavanda g 25

–        Pyoneer PLW q.b. a g 1000

La presenza di due oli essenziali può creare fotosensibilità e pertanto il veicolo è da sconsigliare nei soggetti con fototipo chiaro, predisposti  ad eritemi attinicii e nel periodo di più intensa esposizione solare.

 

Indirizzo per chiarimenti

Dr. Leonardo Paoluzzi

Via G. Ferraris, 3

05100 Terni

E-mail: paoluzzi47@interfree.it

 



[*] Per evitare l’azione irritante dell’alcool. Vedi: Bologna G., Di Stanislao C., Nibid A. et al.: Il ruolo del dermocosmetologo alle porte del III Millennio, Pandora, 1998, 1: 20-2.

[†] Azione antipruriginosa attraverso l’inibizione della cosiddetta Sostanza P.

[‡] Azione reonormalizzante e rinfrescante, che compensa l’azione irritante di altri componenti (capsico, ed oli essenziali).



Bibliografia

[1] Finzi A., Marinovich M.. Dermofarmacologia, Ed. UTET-Periodici, Torino, 1999.

[2] Manduchi L.: Steroidi, Caleidoscopio Italiano, 1995, Giugno, n. 95.

[3] Zanussi C. (a cura di): Breviario terapeutico, Ed. Selecta Medica, Pavia, 2000

[4] Rebora A. (a cura di): Il Dermatologo Italiano, II Ed., Ed. Hyppocrates, Genova, 2000.

[5] Panconesi E.: Manuale di Dermatologia, Ed. UTET, Torino, 1992.

[6] Darras J.C.: La Tipologia in MTC, Seminario SIA, Bardolino, Settembre 1981.

[7] Husson H.: Huang Di Neijing Sowen, Ed. ASMAF, Paris, 1974.

[8] Wong M.: Ling Shu, Pivot D’Esprit, Ed. Masson, Paris, 1987.

[9] Di Stanislao C.: L’Immunità in MTC, La Mandorla (www.agopuntura.org), 1997, 2.

[10] Ross J.: Zang Fu. The Organ System in TCM, ED. Churchill-Livingstone, Edimburgh, 1983.

[11] Errigo E.: Allergologia, vol. I, Ed. Lombardo, Roma, 1999.

[12] Ruffino I., Bianchi B., Lotti T.M.: Farmaci topici non steroidei per uso topico in dermatolgia, in Lotti T. (a cura di): Infiammazione cutanea, Ed. UTET-Periodici, 2001.

[13] Pflugshaupt C.: Basic principles in local dermatoligic therapy, Ter. Umsch., 1998, 55(8): 470-477.

[14] Di Stanislao C., Paoluzzi L.: Phytos, Ed. MeNaBi, Terni, 1980.

[15] Di Stanislao C., Paoluzzi L.: Vademecum ragionato di fitoterapia, Ed. MeNaBi, Terni, 1981.

[16] Chawla M.: Natural Raw Materials on Indian Origin for Persosal Sophisticatiopn, J. Appl. Comestol., 2000 18(2): 77-93.

[17] Ferrara A.: Medicina Estetica quali incredienti?, La Pelle, 2001, 7(5): 9.

[18] Perugini Billi F.: Le nostre piante medicinali, Ed. Junior, Azzano S. Paolo (BG), 2000.

[19] Corradin M., Ceccherelli F., Di Stanislao C.: Dispense del corso di fitoterapia scientifica, AIRAS, Padova, policopie, 2001.

[20] Shah V.P., Behl C.R., Fllynn G.L. et al.: Principles and criteria in the development and optimization of topical therapeutic pruducts, Skin Pharmacol., 1993, 6(1): 62-80.

[21] De Berardinis D., Di Stanislao C., Corradin M., Brotzu R.: Organi e Visceri in Medicina Cinese. La fisiologia, la clinica, la terapia, Ed. Sanli/Bimar, Roma, 1992.

[22] Di Stanislao C., Flati G., Bologna G.: Generalità sulle vitamine e gli oligoelementi in campo dermatologico, Fogli di Estetica, in press.

[23] Leigheb G.: Dermatologia Galenica, Ed. Lombardo, Roma, 1997.

[24] AAVV: Aromoterapia, Ed. Natura Holding, Milano, 1980.

[25] Stuttgen G.: The present status of anti-inflammatory agents in dermatology, Drugs, 1988, 36(5): 43-50.