Risposta a Wikipidia che liquida le Medicine non Convenzionali

Di Carlo Di Stanislao

“I veri filosofi sono coloro che comandano e legiferano: essi affermano “così deve essere!”, essi determinano in primo luogo il “dove” e l’”a che scopo” degli uomini e così facendo dispongono del lavoro preparatorio di tutti gli operai della filosofia, di tutti i soggiogatori del passato — essi protendono verso l’avvenire la loro mano creatrice e tutto quanto è ed è stato diventa per essi mezzo, strumento, martello. Il loro “conoscere” è creare, il loro creare è una legislazione, la loro volontà di verità è volontà di potenza. — Esistono oggi tali filosofi? Sono già esistiti tali filosofi? Non devono forse esistere tali filosofi?”

Frederich Nietzsche

“Ho un triste presentimento – forse a sproposito – di un’America dei miei figli o dei miei nipoti… quando, avvinghiati ai nostri oroscopi, le nostre facoltà critiche in netto declino, incapaci di distinguere tra ciò che è vero e ciò che ci fa sentir bene, scivoleremo, quasi senza accorgercene, nella superstizione e nell’oscurantismo”

Carl Sagan

“L’oscurantismo scientifico, si sa, non ha niente da invidiare all’oscurantismo religioso”
Francois Brune

“Ciarlatani pazzi”: è con questo epiteto che il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales ha liquidato, a fine marzo scorso, la petizione arrivata via Change.org affinché l’enciclopedia online ammendi le sue voci che riguardano i trattamenti di cura olistica. I contenuti sono dettati da pregiudizio, sostengo gli ottomila firmatari, che negli ultimi cinque anni hanno provato senza successo a modificarli. E bollano Wikipedia come “guardiana dello status quo”. . Il testo (consultabile on-line su: http://www.energypsych.org/)  cita anche il co-fondatore di Wikipedia Larry Sanger, che ha lasciato l’organizzazione sollevando dubbi sulla sua integrità in alcuni campi dove gruppi di persone riescono a mantenere contenuti che riflettono punti di vista ideologici e faziosi e manca un meccanismo credibile per approvare le versioni degli articoli. Si tratterebbe di ciò che succede nel caso di alcuni trattamenti di cura olistica, secondo i firmatari. Gli scettici, in sostanza, riuscirebbero a censurare un’informazione più equilibrata su questi approcci alla cura della salute e del benessere umano. I campi incriminati sono in particolare quello della Psicologia Energetica, che coniuga una serie di tecniche psicoterapeutiche con i principi dell’agopuntura e della kinesiologia applicata; della Medicina Energetica, postulante una cooperazione sistemica di matrice energetica tra sistemi dell’organismo umano che viene utilizzata come risorsa principe di guarigione. O tecniche più specifiche, come quelle di libertà emozionale (EFT). E la stessa Agopuntura, la cui validità è stata dimostrata anche da vari studi scientifici occidentali negli ultimi anni. Il risultato sarebbe di dissuasione delle persone nei confronti di approcci che potrebbero invece essere di beneficio per la loro salute e benessere psicofisico. “Ogni singola persona che ha firmato questa petizione ha bisogno di…pensare meglio a ciò che vuol dire essere onesti, fattuali e veritieri” ha dichiarato Jimmy Wales, rigettando così la petizione, per poi difendere le politiche del gigante enciclopedico, sostenendo che Wikipedia fornisce solo informazioni provate scientificamente, pubblicate da riviste scientifiche rispettabili. “Ciò che non facciamo è fingere che il lavoro di ciarlatani pazzi sia l’equivalente di una “seria dissertazione scientifica”. Non lo è”. Il tenore dell’invettiva potrebbe dar peso alla posizione dei firmatari, quando sostengono che quelli di Wikipedia “rifiutano il confronto con esperti scienziati e clinici nella ricerca di punta, o se è per questo, con chiunque abbia un punto di vista diverso”. Vale qui la pena ricordare che, non esiste ad oggi un consenso univoco sulla definizione da adottare rispetto alla realtà socio-sanitaria delle discipline denominate Medicine non Convenzionali. Si è scelto di utilizzare questa espressione (preferendola ad altre diffuse sia in ambito nazionale che estero, come Medicina Complementare e Alternativa, Medicina Tradizionale, Medicina Naturale, ecc.),  essendo quella prevalente nel contesto istituzionale europeo, adottata sia dal Parlamento Europeo (Parlamento Europeo, Risoluzione n.75/1997 del 29/05/1997. Circa le richiamate evidenze scientifiche essi ci sono e come (si veda ad esempio: http://www.dith.it/listing/xfranci/XI%B0%20FC%20-%20Sicurezza%20delle%20MnC.pdf) e non considerarle risulta un insulto alla vera scienza. Come scritto da F. Bottasccioli sugli Annalli della?Istuto Superiore di Sanità già nel 1999, sarebbe oggi auspicabile, invece dilevate reciproche di scudi, fra biomedicina e altrri modelli medici, per ujna visione allargata sulla complesità dei concetti di salute e malattia inerenti l’uomo e nel rispeto della libertà di scelta terapeutica, tralaltro garantita dalla nosrtra come da altre costituzioni. In buono sostanza, quando  Quando si dovrà scrivere la storia della medicina degli ultimi anni del XX secolo, sarà necessario dedicare un approfondimento al ruolo in continua evoluzione svolto dalle cosidette Medicine Alternative Complementari(CAM).Tuttavia lo sviluppo di questi sistemi diagnostici e medicali, da “medicina marginale” ad appendice tollerata dall’ortodossia medica, è stato rapido e relativamente privo di ostacoli. Essi meritano sicuramente un posto nella storia, non solo perchè rappresentano  di per sè esempi del modo in cui idee inizialmente rifiutate riescono, infine, a guadagnarsi un posto nella tendenza dominante, ma perchè stanno esercitando gradualmente un’influenza sempre più decisiva sul nostro modo di concepire la malattia, la salute e la terapeutica. Il vero problema (leggi su http://www.swif.uniba.it/lei/scuola/carelli/rivscientifica.htm) è che oggi la scienza è unac sorta di sapere “divino”, nel senso che è un sapere spogliato dal punto di vista “umano”, cioè dal punto di vista dell’esperienza quotidiana e pertanto è divenuta rigida ed oscurantista che da un lato proclama come paradigma il metodo ipotetico-deduttivo, ma poi si diomentica che in molti casi (vedi il DNA come esempio), la scopeta non si fece in laboratorio, ma attraverso un processo chiamato “mentale” o “ideale”, un esperimento cioè non realizzabile in laboratorio, ma solo a livello mentale, “immaginando” cioè condizioni non reali, ma “ideali”, quelli stessi che però nega come autentici per molte scienze non matematiche né galileiane. La materia oscura esiste perché se ne vedono gli effetti gravitazionali. Non è stata scoperta in senso stretto, non c’è stato un eureka urlato in qualche sperduto laboratorio sotterraneo. Ma tutto è vero, mentre è falso parlare di un quid che chiama “Energia” ed informa in varia misura le Medicine non Convenzionali. Il positiviso viene definito da Nietzsche “malattia dello spirito” con l’pavviso che la scienza non è mai un sapere oggettivo poiché la realtà non è oggettiva, ma composta da singole verità ed interpretazioni che cambiano a seconda delle circostanze e delle cose.

Lettture consigliate

–        AAVV: Conoscere la complessità. Viaggio tra le scienze, Ed. Bruno Mondadori, Milano, 2009.

–        Bauer H. H.: Dogmatism in Science and Medicine, Ed. Europspan, Madrid, London, Paris, 2012.

–        Cipolla C. – Roberti di Sarsina P.: Le peculiarità sociali delle medicine non convenzionali, Ed. Franco Angeli,. Milano, 2009.

–        Di Stanislao C.: Argomenti di Medicina. Il dialogo e l’integrazione fra culture e modelli, Ed. Fondazione Silone, Roma-L’Aquila, 2007.

–        Giarelli G., Roberti di Sarsina P., Silvestrini B. (a cura di): Le medicine non convenzionali in Italia. Storia, problemi e prospettive d’integrazione, Ed. Franco Angeli, Milano, 2007.

–        Scarda A.M. (a cura di): Rapporto sul sistema scientifico e tecnologico, Ed. Franco Angeli, Milano, 2003.

–        Tognetti Bordogna M. (a cura di): La formazione nelle medicine tradizionali e non convenzionali in Italia. Attualità, esigenze, criticità, prospettive, Edd. Franco Angeli, Milano, 2014.

 

 

 




Oscurantismo anti-agopunturale

Di Carlo Di Stanislao

“È necessario l’impegno di una classe medica più sensibile agli aspetti umani, che non si deve preoccupare solo del corpo, ma anche della mente. La mente è il luogo dove la medicina viene percepita“

Umberto Veronesi

Nonostante le prove milleniarie, i riconoscimenti, a seguito di ampie revisioni, da parter del National Institute of Health e dell’OMS, nonostante una ricerca condotta sui topi, pubblicata su Nature Neuroscienze (http://scienceblogs.com/insolence/2010/06/01/when-what-an-acupuncture-study-shows-is/) nel 2010 che ne ha spiegato in dettaglio i meccanismi molecolari, l’agopuntura continua ed essere sotto attacco da parte di alcuni difensori ad oltranza della scienza intesa come unicamente farmacologica e definta del tutto priva di effetti al di fuori del placebo (http://www.wired.it/scienza/medicina/2014/01/06/agopuntura-funziona/) , riportando, partigianamente, il già molto scredito lavoro di Edzard Ernst (http://edzardernst.com/2013/02/acupuncture-placebo/), che pure aveva espresso idee molto diverse quattro anni prima nel libro “Acupunture: a scietific approach” (http://books.google.it/books/about/Acupuncture.html?id=e2KkvlQI7sYC&redir_esc=y) o quello del neurologo Steve Novella e del  farmacologo David Colquhoun, che l’hanno definta placebo scenico” (http://www.dcscience.net/Colquhoun-Novella-A&A-2013.pdf) e prendendo in giro l’Unesco che, tre anni fa, l’ha definita patrimonio della umanità (http://www.unesco.org/culture/ich/RL/00425 ), sottolineandone l’utilità anche per l’uomo moderno e la sua patologia.

L’articolo contro l’agopuntura o meglio che definisce la stessa pratica “placebogena”, afferma che la vera efficacia della forma è per chi la pratica, cioè per gli agopuntori, medici e non, che sono alla ricerca della sua rimborsabilità, affermando che ora che incombe negli USA la riforma Obama, non vogliono lasciarsi sfuggire il lucroso treno (http://www.sciencebasedmedicine.org/cam-practitioners-as-pcps-under-the-aca-part-2/)

Naturalmente nessun riferimento, fra gli altri, all’esperimento del 2006 condotto da un gruppo di ricercatori del CNR in collaborazione con il San Raffaele di Milano che ha messo in evidenza, mediante risonanza magnetica funzionale,  gli effetti dell’agopuntura sul cervello o la analisi, stringata ma efficace, del prof. Francesco Bottacioli (http://www.ilnuovomondo.it/artagopunturaleprove.htm) , con riferimenti a svariate  indagin di imaging cerebrale (fRM, Risonanza Magnetica funzionale, PET, Tomografia a Emissione di Positroni) a cui si è affiancata la biologia molecolare, pubblicata su  Progress in Neurobiology, in cui si dimostra che la strada che segue lo stimolo indotto dall’ago per giungere dal midollo spinale al cervello e qui indurre un meccanismo, in discesa, di regolazione del network umano.

Tra le condizioni più studiate quella del dolore e dei meccanismi antidolorifici messi in moto dall’agopuntura. Dalle visualizzazioni del cervello di un essere umano trattato con agopuntura, che ha una patologia dolorosa oppure che viene consensualmente sottoposto a uno stimolo doloroso, emerge che l’infissione dell’ago attiva alcune aree cerebrali e ne disattiva altre. Attiva la cosiddetta “via discendente” di controllo del dolore, che dal Rafe Magnus (un’area del tronco dell’encefalo dove sono collocati i neuroni che producono serotonina) giunge al midollo spinale e cioè al luogo da cui è stato trasmesso il dolore. Disattiva le aree del cervello emotivo coinvolte nella elaborazione del dolore (insula, corteccia cingolata anteriore, amigdala). Il risultato netto è un miglior controllo del dolore. Ma la serotonina non è l’unica molecola coinvolta. Sono decenni che si ha una precisa documentazione della capacità dell’agopuntura di indurre il rilascio di oppioidi (beta-endorfine, encefalite, dinorfine), a cui, recentemente si sono aggiunte altre molecole neuroattive, come la noradrenalina, la somatostatina, le neurotensine.Accanto a ormoni e neurotrasmettitori anche le molecole del sistema immunitario risultano coinvolte. Un lavoro giapponese ha dimostrato che l’uso di alcuni famosissimi agopunti (Stomaco-36, Vescica-18, 20 e 23) stimola il rilascio di alcune citochine chiave come l’interferone-gamma e l’interleuchina-4 determinando un’attivazione equilibrata del sistema immunitario. Insomma, è tutto il network umano che viene coinvolto dall’antica scienza medica cinese. Psiche compresa.

Al riguardo i sostenitori dell’effetto placebo possono darsi pace. Fin dal 2005 è documentato quello che ogni persona ragionevole sa: che l’agopuntura, come ogni procedura medica ben fatta, è capace di attivare le risorse cerebrali del paziente, di provocare quello che si chiama effetto placebo. Ma accanto al placebo c’è anche un effetto specifico dell’agopuntura documentato dalle immagini. Probabilmente, nel trattamento di agopuntura c’è più effetto placebo che nel trattamento medico standard. Ma questo è un valore aggiunto, non un elemento negativo, che dipende dalla relazione più accurata e accogliente che il medico agopuntore, di solito, ha con i pazienti. Ogni terapeuta, infatti, può essere placebo o nocebo, un aiuto o un danno per il suo paziente, indipendentemente dalla metodica che usa.

Una ampia nostra revisione è stata pubblicata nel 2008 (http://neurolinguistic.com/proxima/agoroma/08.htm ), ma non se ne tiene conto, dal momento che, ad ondate subentranti, si torna a parlare di agopuntura comer di un raggiro lucroso, come già accadde, ad esempio, trenta anni fa,  quando un rinomato editorialista della celebre rivista Lancet commentò l’inizio dell’interesse occidentale verso l’agopuntura con un editoriale sprezzante dal titolo “l’agopuntura e l’era dell’irrazionalità”. È ancora possibile sentire e leggere qualche commento di tale tono, sempre più rari, per la verità, anche perché oggi, a differenza di ieri, vengono usati strumenti di verifica che consentono di far luce sull’apparente irrazionalità della pratica di infiggere sottilissimi aghi in precisi punti del corpo per curare malattie e promuovere la salute.

Vale anche la pena di riocordare che nell’agosto scorso (http://www.evidence.it/articolodettaglio/209/it/405/dichiarazione-di-trasparenza-per-gli-articoli-di-ricerca/articolo) in un articolo sulla “trasperanza” dei dati inerenti le ricerche pubblicate su riviste scientifiche, si avvertiva la necessità di chiarire che i dati della ricerca vengono spesso manipolati per finalità poco nobili con il rischio di danneggiare i pazienti. Di conseguenza, la comunità scientifica deve impegnarsi a introdurre cambiamenti per garantire che i lettori accedano a informazioni attendibili su tutti gli studi condotti, in particolare sui trial controllati randomizzati – randomized controlled trials (RCTs) – che hanno un ruolo fondamentale per valutare l’efficacia degli interventi sanitari. Infatti, la mancata pubblicazione dei risultati di tutti gli studi, in particolare dei RCTs, distorce in maniera rilevante le evidenze scientifiche su cui basare le decisioni cliniche. Ad esempio, una revisione sistematica sull’efficacia della reboxetina nel trattamento della depressione ha rilevato che circa tre quarti dei pazienti inclusi erano stati arruolati in trial mai pubblicati. Inoltre, il 20% di 904 trial che hanno valutato l’efficacia di trattamenti nello stroke ischemico acuto – pubblicati tra il 1955 e il 2008 – non è stato adeguatamente pubblicato; peraltro, alcuni studi “avevano dimensioni tali da influenzare le conclusioni delle revisioni sistematiche e la pratica clinica”.

Sia il Journal of American Medical Association  [JAMA] (http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1104485 ) che la Cochrane Collaboration (http://www.cochrane.org/about-us/our-policies/support-free-access-to-all-data-from-all-clinical-trials )  sono concordi sul fatto che l’EBM è ormai una vera e propria strategia di marketing, e quel poco che ha a che fare con la Medicina ha ben poco a che vedere con ”scientificità”. Gli studi sono sistematicamente nascosti quando non forniscono i risultati desiderati, e ciò che è riportato tende ad essere selettivo. Il risultato è che i pazienti sono regolarmente trattati in base a ciò che Big Pharma vuole vendere.

JAMA afferma che: “Ogni giorno, i pazienti ed i loro medici prendono decisioni in merito ai trattamenti con l’accesso a solo una frazione di dati pertinenti  provenienti dalla ricerca clinica”.

Invece la Cochrane Collaboration scrive: “La segnalazione selettiva dei risultati della sperimentazione si verifica frequentemente, portando all’eccesso gli effetti benefici degli interventi di assistenza sanitaria mentre le stime dei loro danni sono arrotondate per difetto. Come conseguenza, molti pazienti vengono inconsapevolmente trattati con interventi che hanno poco o nessun effetto, e possono essere danneggiati inutilmente. Questo non è etico ed è stato più volte denunciato come violazione del contratto implicito tra ricercatori sanitari e pazienti, in cui lo scopo della ricerca è quello di migliorare il trattamento di pazienti futuri”.

Allora, a coloro che infangano e screditano agopuntura ed altre CAM, ricordiamo che c’è bisogno, oggi come ieri,  di una completa trasparenza e che oggi  Medicina viene praticata utilizzando farmaci che sono arrivati sul mercato nel corso di diversi decenni, con il sostegno di prove raccolte fin dagli anni Settanta, se non prima, mentre sappiamo che questa intera base di dati è stata sistematicamente distorta dall’industria farmaceutica, che ha nascosto in modo deliberato e selettivo i risultati che le erano sgraditi, pubblicando invece quelli con risultati positivi.

Pertanto, quanto alla divulgazione delle prove, dobbiamo assicurarci che avvenga con la massima precisione, in modo che medici, pazienti/clienti e commissari dei servizi sanitari abbiano facile accesso a sintesi non alterate dell’informazione, poiché è ormai chiaro che l’industria farmaceutica nel comunicare i dati fa opera di distorsione  e che ciò avviene tramite la pubblicità, i rappresentati farmaceutici, gli scrittori ombra, l’occultamento dei dati, la corruzione delle persone, ed anche attraverso la gestione di programmi di aggiornamento per i Medici [ECM].

Qualcosa di molto più sospetto e lucroso del tentativo  di far riconoscere l’agopuntura o le altre CAM più accreditate (omeopatia e fitoterapia) dai sistemi sanitari nazionali.

Hanno scritto in una loro omaggio al libro, alla cultura e alla memoria, il semiologo Umberto Eco e lo sceneggiatore Jean-Claude Carriere, che la vera conoscenza non aprioristica del reale, che tenga conto della memoria, è l’unico antidoto a  questi tempi di oscurantismo galoppante e al disincanto, per giungere a quella che Nitzche chiamava: “la gaia scienza”, basata, principalmente, sul concetto di  permanenza, per cui ciò che dura ha di per sé un valore, che va al di là delle singole prove, le quali, si sa da Popper in poi, possono essere addomesticate o falsificate.

 

 

 




Il testo della nuova legge sulle medicine complementari della Regione Marche

La legge è stata pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Marche il 5 dicembre u.s. ed entra in vigore 15 g.g.  dopo la pubblicazione.
La legge è la n. 43 del 25 novembre 2013.

Puoi scaricare qui il PDF della legge




La difesa del self: immunità ed eredità in medicina integrata

Lucio Sotte*

L’immunità e l’eredità (con questo termine voglio indicare sinteticamente tutti i meccanismi relativi alla procreazione ed alla trasmissione del proprio patrimonio cromosomico ereditario) sembrano essere, a prima vista, due settori completamente differenti della medicina mentre invece rappresentano due facce della stessa medaglia; entrambe hanno a che spartire con il nostro patrimonio genetico: l’immunità come meccanismo deputato al mantenimento e difesa della nostra identità, del self, e l’eredità come modalità della sua trasmissione alle generazioni future.

L’immunità è l’insieme di tutti i meccanismi che si attivano per la protezione del nostro organismo quando è attaccato da fattori patogeni esogeni che, proprio in forza dei processi immunitari, è in grado di riconoscere come estranei (confrontandoli con il self) per poi poterli combattere.

L’eredità è il meccanismo della trasmissione della vita in base al quale il patrimonio genetico che abbiamo ricevuto dai nostri genitori e – tornando indietro nel tempo – dai nostri più antichi antenati, si può trasmettere ai nostri figli perpetuando un’antichissima matrice costantemente rinnovata.

Il trait d’union di immunità ed eredità è concentrato nel nostro patrimonio genetico, quell’insieme di 46 cromosomi che si formano con l’accoppiamento di ovulo e spermatozoo che caratterizza per tutta la vita la nostra identità.

Anche in medicina tradizionale cinese da oltre 2000 anni l’immunità e l’eredità sono collegate tra loro da due forme di qi, cioè di “bioenergie” di “soffi vitali”, che vanno sotto il nome di yuan qi e jing qi. Questi due termini sono stati variamente tradotti nelle lingue occidentali: attualmente yuan qi viene generalmente indicato come qi “originario o originale” e jing qi come “quintessenza”.

Penso che sia interessante approfondire la conoscenza di queste due forme di qi non solo per chi è interessato allo studio dei fondamenti della medicina tradizionale cinese, ma anche per il medico “occidentale”. Sono convinto che il loro vero significato ed il loro ruolo in medicina cinese nascondano sfumature utili ad intuire aspetti ed elementi che collegano tra loro immunologia, endocrinologia, sessualità, scienza della riproduzione in una visione biomedica “olistica” allargata che ci apre ad un’interpretazione psico-neuro-immuno-endocrina unitaria della fisiopatologia del nostro organismo.

Jing qi, la quintessenza

Esaminiamo prima jing qi, la quintessenza.

Il carattere cinese jing suggerisce l’idea dell’esito di un processo di distillazione, di raffinazione, di estrazione di qualcosa di puro ed è composto da due radicali dal cui reciproco rapporto emerge questo complesso significato. Il radicale sinistro è “mi” il riso, che indica simbolicamente il substrato del fenomeno di raffinazione, il radicale destro è formato a sua volta da due radicali, uno superiore “sheng” che indica la crescita ed uno inferiore “dan” che indica la distillazione del cinabro.

 

 

Jing qi viene generalmente tradotto nelle lingue occidentali come “essenza”, “quintessenza”: il significato di questo termine sta ad indicare che si tratta della forma di qi molto preziosa, raffinata, intimamente legata all’individualità dell’organismo. Nei processi di “distillazione” delle vinacce la “grappa”, il prodotto finale, cioè il “distillato”, racchiude, concentra e contemporaneamente conserva tutti gli aromi più sottili dell’ingrediente di base che viene trattato:  jing qi rappresenta “analogicamente” lo stesso fenomeno, all’interno del nostro organismo, è l’elemento più fine e pregiato.

Il radicale di destra dell’ideogramma jing, se preso singolarmente, si legge qing e significa verde, azzurro, indica il colore della primavera, della nascita, della crescita, come l’erba dei prati e le foglie degli alberi a marzo o aprile, indica ciò che è appena spuntato e proprio a causa della sua origine recentissima, presenta una straordinaria vitalità, è l’inizio dello yang.

La prima volta che mi è stato spiegato questo concetto mi è tornato in mente il colore degli occhi dei neonati nell’attimo immediatamente successivo alla nascita: mi è capitato tante volte di osservarlo subito dopo il primo vagito quando all’inizio della mia carriera di medico, come  anestesista, assistevo i neonati durante i cesarei. Ogni volta mi stupivo perché in quel momento gli occhi di tutti i neonati (anche quelli che in seguito avrebbero cambiato colore) sono proprio qing, verdi-azzurri ed ovviamente straordinariamente ricchi di vitalità, di vigore, di brillantezza dal momento che si aprono per la prima volta alla vita ed al mondo proprio in quell’istante.

Ritorniamo a jing qi: per parafrasare in termini biomedici le sue funzioni partiamo dalla tradizione medica cinese che afferma: «si tratta della forma di qi che, in quanto “quintessenza”, governa la nascita, la riproduzione e lo sviluppo, è conservata nel “rene” di cui rappresenta il fondamento energetico, è la base della resistenza costituzionale, circola prevalentemente nei canali straordinari e produce il “midollo”».

Questa “quintessenza” è conservata nel “rene” e governa la riproduzione, la nascita, lo sviluppo. Il “rene” cinese è un sistema assai più complesso di ciò che noi identifichiamo con termine “rene” nell’anatomofisiologia occidentale. È per questo motivo che continuerò a scriverlo “virgolettato”, proprio per indicare la sua diversità dall’organo che viene descritto nella biomedicina. Il “rene” cinese comprende le funzioni dell’apparato urogenitale cui associa quelle surrenali sia midollari che corticali, ma anche il governo delle ossa e del loro contenuto che è definito in medicina cinese con il termine “midolli” ( questo termine comprende sia il “midollo” inteso come sistema nervoso centrale e periferico – che è contenuto in “scatole ossee”, cioè il cranio ed il canale vertebrale – che il “midollo” osseo come organo emopoietico). Per finire al “rene” cinese è associata anche la funzione di governo di una quota rilevante del sistema endocrino perché l’ipofisi appartiene ai “midolli” e tiroide, surrene, ovaio e testicolo sono distribuiti lungo il percorso del corrispondente meridiano di agopuntura.

In qualche maniera al “rene” cinese è affidato il governo di una quota molto rilevante delle attività del sistema psico-neuro-immuno-endocrino oltreché le funzioni dell’emuntorio urinario e del sistema genitale.

Un breve cenno va fatto anche al sistema dei meridiani straordinari che secondo la medicina cinese sono il luogo privilegiato della circolazione adulta di jing qi. Questi meridiani rappresentano il progetto virtuale in base al quale l’embrione prima ed il feto poi si sviluppano durante i processi morfoplastici e morfogenetici seguendo e guidando tutte le differenziazioni cellulari che porteranno alla strutturazione dell’organismo maturo. È come se essi fossero le linee di sviluppo presenti fin dal momento della fecondazione. Le cellule che nel periodo embrionale gradualmente si vanno differenziando seguono queste linee di sviluppo e nel frattempo che maturano per assumere il loro ruolo definitivo all’interno dell’organo, del viscere o del tessuto finale.  Nell’adulto i canai straordinari rappresentano il sistema di circolazione più antico e primitivo, ma anche più interno e più protetto, che in corso di malattia è l’ultimo ad essere colpito dopo che sono stati superati i sistemi di difesa più esterni e superficiali rappresentati dal canali secondari e da quelli principali. In questo sistema – che spesso proprio per essere il più interno ed inaccessibile viene paragonato alla “cittadella” delle antiche fortificazioni medioevali – circola prevalentemente jing qi.

 

Jing qi e biomedicina

Jing qi ha aspetti correlati a tutte queste funzioni appena descritte del “rene”. In primo luogo ha un ruolo fondamentale nella riproduzione, nella nascita, nello sviluppo: controlla dunque la produzione dei gameti – cioè l’ovulo e lo spermatozoo – e le funzioni correlate al loro accoppiamento, alla fecondazione e alla riproduzione: sia quelle inerenti la sfera e l’attività sessuale che quelle propriamente legate allafecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo, all’impianto e moltiplicazione cellualare dell’ovulo fecondato, alla crescita e maturazione dell’embrione e del feto.

Potremmo affermare che tutto il meccanismo della riproduzione è sotto il governo di jing qi che in qualche maniera si può assimilare al patrimonio cromosomico che ognuno di noi possiede, che ha ereditato dai suoi genitori e trasmetterà ai suoi figli. Questo patrimonio cromosomico è conservato nel “rene” sotto forma di “ovuli” e “spermatozoi” per la procreazione ma anche in ogni cellula del nostro organismo ed è compito di jing qi mantenerlo intatto (immunità) e creare le condizioni perché possa essere trasmesso (eredità).

Potremmo affermare che i cromosomi (sia quelli dei gameti che quelli di tutte le cellule di tutti gli organi, visceri e tessuti) rappresentano l’elemento “renale” correlato al jing qi che è distribuito in tutto l’organismo e da esso governato.

Tutti i meccanismi che sono alla base dei fenomeni inmmunitari sono sotto il controllo del “rene” che d’altra parte “produce” il “midollo” osseo ed è il fondamento dell’emopoiesi e, tramite la serie bianca, dell’immunità sia cellulo-mediata che umorale. Non è un caso che gli antichi testi affermino che jing qi è alla base della “resistenza costituzionale”.

Ma anche i meccanismi che stanno alla base della riproduzione sono sotto il controllo del “rene” che governa la sessualità, la produzione dei gameti, il governo endocrino delle funzioni riproduttive, la normale fisiologia degli organi genitali maschili e femminili e tutto ciò che permette e favorisce l’atto sessuale, la fecondazione, l’attecchimento e lo sviluppo dell’ovulo fecondato e la nascita.

Jing qi è fornito una volta per tutte al momento del concepimento e deve essere conservato, mantenuto, protetto, ma non può mai essere aumentato. Ciò significa che lo stile di vita è determinante nel suo mantenimento nel corso dell’esistenza come anche nella sua trasmissione prima e durante la fecondazione. Gli strapazzi fisici e psichici, l’alimentazione non adeguata, malattie acute o croniche debilitanti intercorrenti, l’attività sessuale disordinata ed eccessiva possono essere causa del suo indebolimento e della trasmissione di un jing debole al momento del concepimento.

In questi casi si può intervenire con l’agopuntura, le disciline psicocorporee come il qi gong, l’alimentazione o la somministrazione di fitofarmaci per sostenere il “rene” e, suo tramite, il jing.

Negli antichi testi si parla di “quintessenza del Cielo Anteriore” per indicare il jing congenito ereditato prima della nascita e di “quintessenza del Cielo Posteriore” per indicare quello ad essa successivo che deve essere protetto per mantenere la vitalità il più a lungo possibile. Esiste anche un jing degli alimenti che può essere sfruttato a questo scopo e si fonda sulla loro qualità biologica e sulla freschezza. Chiunque abbia visitato la Cina si sarà accorto di quanta attenzione si presta in tutti i ristoranti – soprattutto in quelli di pesce – alla freschezza del cibo o meglio ancora alla sua “vitalità”. L’attenzione è tale che quasi di norma l’ingresso di molti ristoranti ha tutte le pareti tappezzate da acquari dove nuotano i pesci “vivi” che saranno scelti dai clienti per essere prelevati con un guadino dai camerieri ed essere subito dopo “sacrificati” e trasformarsi nelle “pietanze” che verranno servite dopo pochi minuti. Tutto questo per salvaguardare al massimo la “vitalità” cioè il jing del cibo. Lo stesso tipo di attenzione viene dato anche ai prodotti della terra che debbono essere freschissimi e mai “stracotti”.

 

Yuan qi, il qi originale

Yuan significa “origine” e “sorgente” e possiede un paio di ideogrammi ai quali viene riferito.

 

 

Il primo è costituito da due radicali, uno superiore che indica una rupe, una cima, un dirupe ed uno inferiore che indica dei rivoli d’acqua che scendono dalla rupe. Nel suo insieme suggerisce l’idea della “sorgente”.

 

 

Il secondo ideogramma significa “principio originario”, “potenza suprema, primordiale”: è formato anch’esso da due radicali; uno superiore formato da due tratti sovrapposti, uno inferiore formato da due tratti che esprimono l’idea dell’uomo: sommando il significato dei due radicali si ha l’idea di qualcosa che che sta sopra l’uomo, dunque la testa, il capo e per analogia l’origine.

Nel suo insieme i due ideogrammi indicano la “sorgente”, l’“origine”, il “principio originario.” ed è per questo motivo che generalmente yuan qi è tradotto come qi originario o originale.

Nei testi antichi si afferna che yuan qi è: «la sorgente delle attività di tutto il corpo, l’energia motrice, la base dell’energia renale, ciò che permette e favorisce le trasformazioni del qi, ciò che catalizza la trasformazione del qi alimentare in sangue. Yuan qi è distribuito dal triplo riscaldatore, attraverso i canali principali, a tutti i punti yuan e da questi a tutto il corpo».

A differenza del jing che è correlato all’identità personale e che viene trasmesso dai genitori al momento del concepimento, yuan qi ha un’origine cosmica ed è quindi correlato al tempo ed al luogoin cui avviene il concepimento. Anzi si può affermare che yuan qi è il qi cosmico necessario per l’accoppiamento dei due jing paterno e materno nell’attimo della fecondazione. Per questo motivo l’istante del concepimento deve essere scelto con attenzione perché sia favorevole dal punto di vista cosmico (congiunzioni astrali, stagione, mese, ora del giorno, fase lunare, congiunzioni astrali) e tellurico (ambiente naturale, magnetismo, energie cosmopatogene). Queste attenzioni si debbono sommare a quelle relative all’igiene di vita dei genitori al momento del concepimento perché possano trasmettere al jing qi e dunque ai gameti le qualità migliori di entrambi. Per questi motivi occorre evitare di concepire durante stati di malattia, sotto effetto del consumo di droghe, di alcolici, di sostanze tossiche, in caso di sovraccarico alimentare, in condizioni di ebbrezza, in periodi di gravi disturbi mentali.

Yuan qi precede la vita del singolo e la sottende animando l’esistenza individuale, correlandola alle coordinate spazio-temporali cosmiche in cui si manifesta ed inserendola nel contesto dello svolgersi delle generazioni che hanno preceduto ogni concepimento e ogni nascita.

È una sorta di energia che è in grado di catalizzare le trasformazioni del qi e del sangue e fornire l’energia attivatrice del corpo. È il qi originario indifferenziato da cui derivano le molteplici forme di qi che animano le numerose e disparate funzioni dell’organismo. In quanto connesso con l’origine della vita è primariamente custodito nel “rene” dove viene conservato e protetto per poi diffondersi tramite il triplice riscaldatore, il sistema dei meridiani e dei loro punyi yuan  a tutto il corpo.

 

Yuan qi e biomedicina

Mentre è abbastanza intuitivo identificare jing qi  con il patrimonio cromosomico e con i meccanismi immunitari e riproduttivi ad esso correlati, non è altrettanto semplice trovare un corrispettivo biomedico per yuan qi.

Lo si può in parte identificare tenendo conto delle azioni principali che secondo il pensiero medico cinese gli sono affidate: il riscaldamento di tutto il corpo e l’attivazione di tutte le forme di energia dell’organismo: qi nutritivo ying, qi difensivo wei, qi dei tre riscaldatori, superiore shang, mediano zhong ed inferiore xia ed inoltre.

Queste funzioni di attivazione e riscaldamento nel sistema medico occidentale in parte sono sotto il controllo dei sistemi simpatico e parasimpatico oltreché degli ormoni tiroidei e più in generale del sistema endocrino. Il surrene gioca certamente una parte molto importante in questa regolazione sia in relazione alla sua secrezione endocrina corticale che a quella midollare. È interessante notare che in medicina cinese queste funzioni sono correlate al “rene” che come abbiamo visto in precedenza ingloba le funzioni surrenali e di tutto il sistema endocrino.

Dunque da una parte si può affermare che le funzioni surrenali ed endocrine hanno un legame con yuan qi, dall’altra che al deteriorarsi di questa forma di qi si manifesti con un indebolimento delle stesse funzioni.

Questo fenomeno è particolarmente rilevante in particolare per quanto concerne la sfera riproduttiva e l’attività ormonale ad essa correlata che in particolare nel sesso femminile ha un’izizio ed una fine ben definiti dal menarca e dall’inizio della menopausa. Se si riflette bene su questo fenomeno ci si rende conto che la natura ha stabilito dei termini proprio per garantire che la procreazione avvenga con ampi margini di “sicurezza”. È per questi motivi che non sono condivisibili molti recenti tentativi di forzare questi tempi espandendoli e prolungandone arbitrariamente ed artificialmente la durata con gravi rischi per la “madre” ed il “figlio”.

 

Fisiologia della procreazione nei Classici cinesi

Nell’antica tradizione cinese i ritmi biologici femminili e maschili vengono descritti facendo riferimento ai multipli di 7 per la donna ed a quelli di 8 per l’uomo già nel III secolo a.C nel Classico di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo

Nel I capitolo di questo classico si afferma: «Nella bambina a sette anni il qi di Rene si potenzia, i denti si rinnovano, i capelli crescono; a due volte sette anni arriva la fertilità, il ren mai funziona pienamente, la potenza del chong mai cresce, le regole scorrono in basso e la donna può generare; a tre volte sette anni il qi di Rene si diffonde, spuntano i denti del giudizio; a quattro volte sette anni i tendini e le ossa diventano solidi, i capelli raggiungono la loro massima lunghezza, il corpo è robusto e forte; a cinque volte sette anni il canale yang ming inizia a declinare, il volto si avvizzisce, i capelli iniziano a cadere; a sei volte sette anni i tre canali yang declinano nella parte alta del corpo, tutto il volto si ricopre di rughe, i capelli iniziano a imbiancare; a sette volte sette anni il ren mai è vuoto, la potenza del chong mai declina progressivamente, la fertilità si spegne, nulla passa più per la via della terra. Il corpo declina e la donna non può più generare»

Sempre nel I capitolo del Classico di Medicina Interna  viene descritta anche la fisiologia riproduttiva maschile: «Nel bambino a otto anni il qi di rene si fortifica, i capelli crescono lunghi e i denti si rinnovano; a due volte otto anni il qi di Rene cresce in potenza, la fertilità arriva, il jing qi sovrabbonda fino all’emissione, attraverso l’unione dello yin e dello yang l’uomo è in grado di procreare; a tre volte otto anni il qi di rene si diffonde, i tendini e le ossa diventano potenti e solidi, spuntano i denti del giudizio; a quattro volte otto anni i tendini e le ossa sono pieni di vigore, i muscoli e le carni sono pieni e solidi; a cinque volte otto anni il qi di rene inizia a declinare, i capelli iniziano a cadere e i denti a essiccarsi; a sei volte otto anni il qi yang declina e si esaurisce in alto, il volto imbianca, i capelli e la barba incanutiscono; a sette volte otto anni il qi di fegato declina, i tendini non sono più capaci di mobilizzarsi; a otto volte otto anni la fertilità si esaurisce, il jing è scarso, il rene declina, il corpo si avvia verso la sua fine, i denti e i capelli cadono. Il rene governa i liquidi, riceve l’essenza dei cinque organi e dei sei visceri e la tesaurizza. Se i cinque organi mantengono la loro potenza l’uomo è capace di emettere, se i cinque organi declinano, i tendini e le ossa si sfiancano e collassano. La fertilità è giunta al suo termine ultimo, il corpo si appesantisce, il passo non è stabile, l’uomo non è più in grado di procreare.»

Gli antichi cinesi non conoscevano il sistema immunitario, tuttavia ne hanno anticipato molte funzioni nelle loro straordinarie intuizioni. D’altra parte il fatto di assimilarlo al “rene” il cui qi viene fornito una volta per tutte al momento della nascita per poi declinare progressivamente nel corso degli anni è un buon sistema per studiarne tutte le forme di preservazione e mantenimento allo scopo di prolungarne il funzionamento ottimale.

 

Verso una sintesi

Le considerazioni fatte fino ad ora mi sembrano importanti perché evidenziano come la fisiopatologia energetica cinese, pur essendo stata partorita in epoca precristiana e dunque da oltre 2000 anni, abbia anticipato in maniera intuitiva molti meccanismi assai complessi della psico-neuro-endocrino-immunologia che sono poi stati dimostrati dalla moderna biomedicina.

Inoltre le tecniche di terapia della medicina cinese si dimostrano efficaci nell’affronto dei problemi complessi che abbiamo cercato di descrivere fino ad ora.

È mia opinione che l’azione della stimolazione dei punti di agopuntura, così come l’effetto farmacologico delle prescrizioni fitoterapiche cinesi esercitino effetti molteplici che vanno studiati proprio a partire da una visione che parta dalla complessità piuttosto che dalla parcellizazione alla quale siamo da tempo abituati

Proprio a questo livello si pone la sfida che il pensiero scientifico cinese pone alla ricerca biomedica: l’osservazione e lo studio della fisiologia e della fisiopatologia con un’ottica

 

 




Education in Traditional and Non Conventional Medicine: a Growing Trend in Italian Schools of Medicine

Mara Tognetti Bordogna*, Annunziato Gentiluomo**, Paolo Roberti di Sarsina***

È la prima ricerca svolta in Italia concernente l’offerta formativa post-lauream di Medicine Tradizionali e Non Convenzionali nelle Università italiane. La ricerca è parte di un’analisi più vasta condotta nell’ambito della prima edizione del Master in “Sistemi Sanitari, Medicine Tradizionali e Non Convenzionali” dell’Università di Milano-Bicocca, analisi che ha fotografato lo stato dell’arte dell’offerta universitaria italiana in Medicine Tradizionali e Non Convenzionali (MT/MNC), includendo nella ricerca sia l’offerta formativa post-lauream delle Scuole di Medicina e anche quanto proposto dalla Facoltà di Farmacia e da quella di Medicina Veterinaria. La ricerca prende in considerazione  l’offerta formativa in MT/MNC proposta nell’Anno Accademico 2011-2012 dalle Scuole di Medicine Italiane pubbliche e private, in una fase di ridefinizione organizzativa e strutturale in seguito all’attuazione della Legge n.240/2010. I sistemi di salute su base antropologica si contrappongono, in un certo qual senso, alla medicina ufficiale e stanno sempre più interessando il mondo della sociologia e non solo, in quanto fenomeno sociale e perché rilanciano la questione della relazione medico-paziente, uno dei temi fondanti della sociologia della salute. Il ricorso alle MT/MNC sottolinea l’importanza dell’umanizzazione e della personalizzazione del rapporto col medico, che vede il paziente nella sua dimensione organica, psicologica, sociale e relazionale. Inoltre legittima il diritto alla libera scelta terapeutica della persona, restituendo al paziente la responsabilità della propria condizione. Infatti la malattia e la guarigione sono espressioni della biografia della persona, sono eventi dotati di senso, un senso ricostruito attraverso questi saperi tradizionali di cura. In particolare la guarigione, secondo questo approccio, non è un atto meccanico piuttosto un processo strettamente coerente con la propria biografia. La presa in carico dei medici non convenzionali vede nel dialogo, nella comunicazione, nell’ascolto attivo, nell’attenzione alla storia del paziente, nella libera narrazione della malattia, gli ingredienti fondanti del proprio essere, perfettamente coniugati con la registrazione dei parametri biologici. Le risposte che le Medicine Tradizionali e Non Convenzionali danno sono personalizzate e appropriate, e si basano sulla considerazione dell’unicità dell’individuo. Le Medicine Tradizionali e Non Convenzionali sono dunque sistemi di salute veri e propri, saperi capaci di generare guarigione, nonostante la loro legittimazione e il loro grado di inclusione sia ancora differenziato nei welfare regionali italiani. Per tutte queste ragioni, diventa importante e socialmente urgente ragionare sui percorsi formativi che portano a tali figure professionali, in particolare in un’ottica di tutela dei pazienti, omologazione degli standard formativi, sinergie con le realtà private soprattutto in un momento di grave e perdurante vuoto legislativo nazionale in tal senso.

 




Intervista al Professor Gioacchino Pagliaro

a cura di Lucio Sotte*

D: Lei è riconosciuto in Italia come il primo che ha introdotto la meditazione nel Servizio Sanitario Nazionale, vuole raccontarci la sua esperienza?

R: Nel 1990 ho iniziato a utilizzare la meditazione presso il Centro di Psicologia Clinica di Chiavenna dell’ASL di Sondrio di cui ero Responsabile, utilizzandola prevalentemente nel trattamento dei disturbi psicopatologici e successivamente con i pazienti oncologici. Quell’esperienza accolta con grande interesse dei pazienti, mi ha permesso di consolidare una visione olistica dell’uomo, della cura e della salute.

Da allora, sulla scorta di una letteratura scientifica che ne consolidava le prove di efficacia, è venuta a delinearsi la richiesta anche da altre tipologie di utenza.

Nel 2002, arrivato a Bologna, con l’attivazione della UOC di Psicologia Ospedaliera nel Dipartimento Oncologico dell’AUSL di Bologna, ho diffuso l’applicazione della meditazione non solo nell’ambito oncologico ma anche in quello cardiologico e neurologico.

L’interesse per questa pratica si è consolidato nel tempo anche tra i professionisti sanitari (infermieri, medici, fisioterapisti, ecc.), che hanno iniziato a richiederla per la gestione dello stress e per la promozione del benessere organizzativo.

 

D: L’AIREMP, di cui è Vicepresidente, si occupa di introdurre il nuovo paradigma della Fisica Quantistica e dell’Entanglement in Medicina e in Psicologia, per questo motivo voi vi occupate di un nuovo orientamento della PNEI, ce ne vuole parlare?

R.: la PNEI di cui si occupa l’AIREMP fa riferimento a un nuovo ambito di ricerca e di applicazione clinica che evidenzia il profondo collegamento tra i processi fisiologici e bio-chimici del nostro organismo e i processi quantistici, abbiamo denominato questo ambito PNEI Quantistica.

Questo nuovo modello modifica la precedente convinzione che i geni condizionino il nostro funzionamento e il nostro comportamento e privilegia l’idea che i sistemi di credenze, le emozioni, le pratiche meditative e le pratiche bio-naturali svolgano un ruolo determinante sulla nostra dimensione biologica.

La PNEI Quantistica sostiene che la mente non sia un epifenomeno del cervello (come dimostrano le teorie di molti scienziati di fama mondiale Penrose, Libet, Hamerof, Davidson, Pribram e Shaldrake) e concepisce la Mente come eterna ed infinita, in grado di manifestarsi con specifiche proprietà e limiti in termini di mente individuale nel corpo umano.

L’Entanglement è la struttura teorico scientifica introdotta dalla Fisica Quantistica che supera le teorie deterministiche riduzionistiche e considera l’uomo come un’entità processuale, dove la mente individuale e il corpo sono tutt’uno. L’unità mente-corpo sarebbe pervasa dall’energia/informazione della Mente, intendendo con tale termine quella forma di intelligenza atemporale che sottende ogni forma e ogni entità che percepiamo intorno a noi,  e che è caratterizzata dalla interconnessione e dall’interdipendenza con la realtà circostante. In questo senso la terapia  e la cura per noi psicologi, medici, biologi e professionisti sanitari dell’AIREMP vanno oltre la “riparazione di una parte malata”, curare vuol dire prendersi cura, interagire anche energeticamente con la persona malata per aiutarla ad attivare il processo di guarigione che è dentro di lei. Tutto questo implica la possibilità di integrare le cure bio-mediche con le pratiche bio-naturali, con le M.N.C., superando le visioni neo-riduzioniste (Modello bio-psico-sociale, e psicosomatico) che generano oggi pasticci semantici e linguistici.

 

D.: Il 29 e 30 novembre l’AIREMP organizzerà a Bologna un Congresso Internazionale che voi avete definito un vero e proprio evento scientifico, di che cosa si tratta?

R.: Obiettivamente come Consiglio Direttivo, man mano che il congresso prendeva forma, ci siamo resi conto che stavamo lavorando intorno a un vero e proprio evento, in quanto per la prima volta in Italia tre grandi Scienziati Olistici saranno presenti per discutere l’introduzione del nuovo paradigma nel campo della salute, della cura e della guarigione. Il Congresso infatti avrà come ospiti:

Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina, 2008, noto per i suoi studi sulla rimodulazione dell’informazione a livello cellulare;

Amit Goswami già prestigioso e autorevole Fisico all’Università dell’Oregon, fondatore del Movimento Quantistico Mondiale, ha dedicato tutta la sua vita professionale all’incontro tra la fisica, i sistemi biologici dell’uomo e la spiritualità;

Ervin Laszlo, considerato uno dei fondatori della Teoria Generale dei Sistemi, è tra i più autorevoli teorici al mondo del Modello Olistico.

Il Congresso Internazionale intende offrire una importante riflessione sul modo in cui i processi quantistici e mentali che sottendono la dimensione biologica (campi morfici, risonanza, coerenza, interferenza, bio-fotonica, rimodulazione, etc) possono influenzare la saluto genesi o l’insorgenza della malattia. Per questa ragione il Congresso sarà organizzato in tre grandi sezioni :

Olismo nuovi ambiti della ricerca e nuove prospettive nelle cure

Entanglement non località e guarigione

Olismo, Medicine Non Convenzionali e umanizzazione delle cure

Al Congresso parteciperanno i più autorevoli Clinici e Studiosi Italiani di questo innovativo modello scientifico.

Per le informazioni sull’iscrizione si rimanda al Programma allegato.




Dal “vuoto del cuore” a Carlo Rogers: analogie tra filosofia cinese e l’approccio psicoterapeutico centrato sulla persona

Giovanna Albertini*

Mi sono avvicinata alla Medicina Tradizionale Cinese nel 2000 quando, frequentando dei seminari di Qi Gong tenuti da Li Xiao Ming, un medico cinese, per la prima volta e in modo semplice e chiaro sentii parlare della relazione tra malattia e stato emozionale.

La medicina cinese è una medicina globale, che concepisce l’Uomo come un’unica entità, costituita da corpo, mente e spirito. Nata circa 3000 anni fa nell’antica società rurale, studia i fenomeni della natura osservando come vi sia sempre risonanza tra l’Uomo e la Natura.

Secondo il pensiero cosmologico cinese, la realtà deriva da un quid unico, inizialmente indistinto, un’unità primordiale da cui tutto prende origine: il Tao. Privo di forma, di tempo e di limiti, il Tao dà origine all’uno (il Qi primordiale) e  l’uno si differenzia in Yin e Yang.

Il Tao è anche una summa oppositorum, il punto e il momento in cui tutte le polarità si incontrano e si completano,  è l’insieme dell’essere e del non essere, del principio maschile e del femminile, della luce e dell’ombra. È l’armonia di tutti i contrasti, di tutto ciò che si alterna.

Yin e Yang sono le due manifestazioni del Tao, opposte ma complementari per cui ogni fenomeno è se stesso ma contiene la radice del suo opposto.

Il concetto Yin-Yang è applicato all’interpretazione della realtà e di tutti i fenomeni naturali.

Lo Yang, rappresenta lo stato più rarefatto della materia, leggero ed etereo si eleva a formare il Cielo. Lo Yin, più denso, scende pesante e dà vita alla Terra.

Tra il Cielo e la Terra si apre uno spazio per l’Uomo: un sistema energetico aperto, in stretto interscambio tra i due. Il Cielo corrisponde alla sua parte psichica e spirituale. La Terra, madre e produttrice di forme, determina la struttura del corpo.

 

Il Taoismo, complesso sistema di dottrine fiorite nella Cina antica (VI-V secolo a.C.) ha avuto un significativo impatto sullo sviluppo della civiltà cinese e ha successivamente influenzato l’Occidente. Il richiamo esercitato risiede nel suo misticismo naturalistico e nella sua concezione dell’universo che prevede l’integrazione tra essere umano e mondo naturale.

La condizione prima per la ricerca del Tao è rendersi disponibili a cogliere la musica che ci viene incessantemente dall’Universo, dalla Natura, dal nostro Corpo.

L’uomo che ritrova il Tao dentro di sé, si ritrova e si realizza, partecipando della stessa armonia che scandisce i ritmi universali. Non cerca più l’affermazione di sé nel fare, ma mira ad essere in modo autentico, ad agire conformemente al Cielo e la Terra, a vivere in armonia con l’universo.

L’acqua è il simbolo di chi vuole seguire il Tao: segue il suo corso naturale, aggira gli ostacoli senza volerli modificare, va al suo scopo e raggiunge il mare.

L’aneddoto di Confucio e il nuotatore fa comprendere che cosa i taoisti intendessero con il “seguire il Tao”.

Confucio contemplava la cascate di Luliang. Ad un certo punto vide un uomo che si tuffava dall’alto delle cascate. Confucio, pensò che l’uomo si volesse uccidere. In realtà quell’uomo, dopo avere nuotato, uscì dall’acqua e camminò sulla sponda, cantando. Confucio gli chiese come ciò fosse stato possibile.

L’uomo rispose: «Sono partito da un dato riguardante la mia origine, ho sviluppato la mia natura e ho perseguito il mio destino. Mi immergo con l’acqua che cade ed emergo, seguendo l’onda. In questo modo seguo il Tao dell’acqua senza imporre il mio io. Io sono nato su queste colline e quindi sono a casa mia: ecco il dato. Sono cresciuto nell’acqua e mi trovo nel mio elemento: è la mia natura. È così senza che io sappia il perché: questo è il destino”.

Il taoismo offre metodi di cura fisica e spirituale. Molte pratiche sono ad esso connesse: Tai Ji, Qi Gong, Medicina tradizionale cinese e Agopuntura.

Per la medicina tradizionale cinese, come per altre medicine tradizionali, l’inscindibilità tra mente e corpo è un assunto fondamentale. Psiche e soma vivono l’una nell’altro in un’unità/dualità altrettanto inscindibile quanto quella che unisce Yin e Yang.

La teoria dello Yin e dello Yang è applicata anche al funzionamento dell’essere umano sia in condizioni di salute che di malattia. La buona salute è vista infatti come l’espressione di una situazione di equilibrio dinamico tra le componenti Yin e Yang dell’organismo. La malattia come uno squilibrio.

A completamento e approfondimento della teoria dello Yin e dello Yang vi è la teoria dei cinque elementi.

I cinque elementi: Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua, rappresentano cinque diverse qualità e direzioni di movimento dei fenomeni naturali.

Ad ogni elemento corrisponde una stagione: il Legno corrisponde alla primavera ed è associato alla nascita, il Fuoco corrisponde all’estate ed è associato alla crescita, il Metallo corrisponde all’autunno ed è associato al raccolto, l’Acqua corrisponde all’inverno ed è associata all’accumulo, la Terra corrisponde all’ultimo periodo di ogni stagione ed è associata alla trasformazione.

Oltre alla stagione, ad ogni elemento corrisponde anche un colore, un sapore, un suono, un clima ma anche un organo, un viscere e un’emozione.

Questa teoria rappresenta un complesso di relazioni funzionali che comportano una totale integrazione delle funzioni del corpo, degli organi, dei tessuti, delle attività mentali, delle emozioni e delle influenze ambientali.

Gli organi come gli elementi sono cinque: fegato, cuore, milza, polmone e rene.

Ad ogni organo corrisponde un’emozione: rabbia, gioia, preoccupazione, tristezza e paura.

Mentre nella medicina occidentale i processi emozionali e mentali sono attribuiti al cervello, nella medicina cinese sono parte della sfera d’azione degli organi. La relazione tra ciascun organo e una particolare emozione è mutua: lo stato di salute dell’organo influisce sull’emozione e l’emozione influisce sullo stato di salute dell’organo.

In ognuno degli organi alloggia uno Shen.  L’ideogramma cinese Shen, significa Spirito, principio vitale. Indica le forze della natura poste sotto l’autorità del Cielo.

Gli Shen sono lo spirito vitale di una persona e ne strutturano le istanze psichiche, mentali, affettive ed emotive.

Al momento del concepimento gli Shen vengono ad “animare”  l’embrione, costituendo così l’aspetto “celeste” dell’uomo.

Rappresentano anche la coscienza e la consapevolezza. Costituiscono il principio organizzatore che armonizza l’innato e l’acquisito per svolgere il progetto di vita e favorire lo sviluppo spirituale dell’individuo.

Pensare agli Shen vuol dire pensare ad una manifestazione del Cielo che abita in noi. Gli Shen, si caratterizzano per l’andare e venire, il muoversi liberamente e incessantemente. Sono la parte del Cielo che entra in ogni uomo, gli dà vita, lo custodisce, permette tutti i meccanismi più intimi e profondi. Gli Shen si proiettano incessantemente al di fuori, verso il mondo esterno, verso gli altri per relazionarsi ad essi e, contemporaneamente, si dirigono verso l’interno per raccogliere e vagliare sensazioni, pensieri, sogni. Infatti è grazie agli Shen che l’uomo è capace di intuire la propria anima e quella degli altri, di riconoscere ed elaborare i pensieri, di memorizzare.

Gli Shen abitano tutto l’uomo, ma la loro dimora privilegiata è il Cuore.

Dallo Shen del cuore dipende l’equilibrio psicofisico della persona e la sua capacità di correlarsi agli altri.

 

Figura 1. Il cuore Xin

 

 

L’ideogramma cinese del Cuore, aperto in alto, suggerisce come lo Shen possa discendere e trovare in esso dimora proprio per questa sua “apertura”.

Il Cuore per accogliere gli Shen deve essere vuoto, se c’è pienezza non può ricevere. Questo concetto di “Cuore vuoto”, non è tanto un concetto energetico ma piuttosto un elemento di tipo filosofico: è necessario un atteggiamento di accoglienza, di apertura, di non interferenza per lasciare spazio all’azione degli Shen.

Gli eventi dovrebbero scorrere nel cuore come l’acqua.

L’acqua che passa in ogni istante, viene accolta nel letto del fiume e subito dopo essere fluita lascia un letto “vuoto” che permette lo scorrere di nuova acqua. Questo vuoto, che costantemente si rinnova, permette all’Uomo di vivere ogni avvenimento contemporaneamente con piena passione e sereno distacco e di focalizzare la propria attenzione sugli elementi più autentici della vita che sono il presupposto per seguire il Tao.

È attraverso questo percorso che si può diventare “Zhen ren” cioè “Uomini autentici” capaci di conoscere il mistero della propria vita e di “rispondere sempre al Cielo e alla Terra”.

La responsabilità e il lavoro di ogni Uomo consiste nell’esercitare l’arte del Cuore, cioè mantenere l’apertura attraverso la ricerca del “Vuoto del Cuore”, presupposto per la dimora stabile dello Shen.

“Vuoto del Cuore” significa che tutto è accolto e nulla è trattenuto: la vita deve scorrere nel cuore come l’acqua di un fiume.

Secondo la medicina tradizionale cinese la tecnica del Vuoto del cuore è di fondamentale importanza anche per esercitare la pratica medica. Infatti, secondo l’antica tradizione, il medico può instaurare una relazione autentica con chi deve curare, solamente mettendosi in relazione con la verità di sé. Egli non può giungere a cogliere la realtà del suo paziente, il suo stato di salute o di malattia se prima non ha fatto il Vuoto dentro di sé. Questa è la premessa del trattamento. Il medico “svuota” il suo cuore e si concentra, prima di relazionarsi con il paziente.

Il Ling shu (Perno spirituale) afferma:

«Quando trattate, siate come colui che spinge il suo sguardo in fondo all’abisso. Niente turbi il vostro animo: nella calma considerate il paziente senza girare lo sguardo a destra e a sinistra. La vostra dirittura richiamerà la rettificazione. Prima di tutto rettificate il vostro Shen: perché è lo sguardo che voi portate al malato che richiama la regolazione del suo Shen»

Il Vuoto del cuore permette al medico di accogliere veramente il suo paziente, di capire il suo stato, di intervenire con parole e gesti esatti e con una terapia efficace, rivolgendo un messaggio preciso al suo spirito. L’incontro tra lo Shen del terapeuta e quello del paziente è possibile solo se il terapeuta vive il Vuoto del Cuore e questo incontro è ciò che consente di attivare le forze di autoguarigione presenti nel paziente.

Carl Rogers, psicologo umanista, aspirava all’armonizzazione con l’universo, inteso come totalità di rapporti possibili con la natura e gli altri esseri umani. Per la sua infanzia e i suoi studi in agraria traeva dal mondo naturale metafore come il seme, la patata, ecc… Credeva che per favorire la tendenza attualizzante bisognasse agire sull’ambiente, creando un clima facilitante di congruenza, accettazione incondizionata ed empatia.

Lun yu, discepolo di Confucio, nei suoi dialoghi scriveva che: «l’Uomo non diviene tale se non nella relazione (Zhen ren, che significa “Uomo autentico”, è costituito dal radicale Uomo e dal numero Due)».

Rogers riteneva che la relazione costituisca il fattore terapeutico di gran lunga preminente e, all’interno della relazione, conferiva al paziente pari dignità e responsabilità. Dava grande valore alla congruenza: i sentimenti provati nei confronti del cliente devono essere pienamente disponibili alla sua coscienza. Asseriva che il terapeuta deve essere quindi in uno stato di buon funzionamento della personalità. La congruenza e l’accettazione sono due valenze della stessa attitudine di apertura all’esperienza propria e altrui. La congruenza del terapeuta viene percepita dal paziente come una genuinità, un fare spontaneo ed autentico.

Quando il terapeuta non è pienamente se stesso, quando non è consapevole dei vari aspetti del proprio vissuto, spesso manca di efficacia. Quando è pienamente se stesso, in contatto con il proprio organismo e pienamente consapevole del proprio vissuto, allora è affidabile e il suo comportamento è costruttivo.

Oltre ad un elevato grado di maturità emotiva e di comprensione di sé, tre sono le condizioni dell’approccio centrato sulla persona essenziali per consentire al cliente di affrontare i problemi: empatia, accettazione e autenticità. Quando il terapeuta attua tali condizioni, esse hanno un effetto talmente potente che, come numerose ricerche hanno dimostrato, esse sono necessarie e sufficienti a favorire la crescita personale e il cambiamento del cliente.

L’empatia è la comprensione sensibile e profonda dei pensieri e delle emozioni dell’altro, la capacità di comunicare la propria percezione dell’esperienza dell’altro e di ritrasmettergliela in modo che egli possa sentirsi compreso e riconosciuto. Si intende la capacità di immergersi nel mondo soggettivo altrui e di partecipare alla sua esperienza in tutta la misura in cui la comunicazione verbale e non verbale lo permetta. Consiste nel captare e nel riflettere il significato personale delle parole del cliente molto di più che nel rispondere al loro contenuto intellettuale. Per riuscire in questo compito il terapeuta deve fare astrazione dai propri valori, sentimenti e bisogni e deve entrare nel mondo del cliente. In sostanza, si focalizza sul paziente e lascia il resto fuori. Diventa compagno per l’individuo, diceva Rogers, mentre esso ricerca la sua esperienza personale e relaziona il suo nucleo interiore con il nucleo interiore dell’altra persona, partecipando alla sua esperienza, restando del tutto indipendente emotivamente. L’empatia evita ogni valutazione diagnostica e trova le sue radici nella personalità di colui che la pratica.

L’atteggiamento principale del terapeuta rogersiano, quello che domina tutti gli altri, è l’atteggiamento di considerazione positiva incondizionata. La caratteristica di questo atteggiamento è, oltre al suo carattere incondizionato, l’autenticità. In effetti il terapeuta non deve soltanto dare testimonianza di un simile atteggiamento, ma anche provarlo. Per essere terapeuticamente fecondo, questo atteggiamento deve ancorarsi profondamente nel sistema del professionista in quanto persona. È soltanto quando questo rappresenta un’espressione della sua personalità, più precisamente del suo concetto di uomo e delle relazioni umane, che può esercitarsi in modo diretto.

Si tratta, diceva Rogers, di dimostrare un reale interesse per l’essenza del cliente. Un modo di porsi aperto e non giudicante verso un altro essere umano anche se diverso da noi e con valori e convinzioni diverse. Consentendo al cliente di avere ed esprimere qualsiasi pensiero ed emozione provato nel momento in cui parla.

La terza condizione è l’autenticità, una capacità di essere genuini, schietti e congruenti. Un agire secondo i propri pensieri e le proprie vere emozioni, essendo disponibili a mostrarsi per quello che si è veramente, senza rigide facciate di ruolo. È l’evidenza di uno stato di accordo tra l’esperienza e la sua rappresentazione nella coscienza dell’individuo. All’inizio Rogers si serviva di un termine molto simile alla nozione di sincerità. Tuttavia, traducendo l’esperienza in concetti teorici, egli si rese conto del fatto che il termine non era adatto. L’accordo di cui si tratta presuppone che non vi sia errore nella percezione dell’esperienza, quindi che la sua rappresentazione sia autentica. Maggiore è la comprensione di se stessi, maggiore è la capacità di raggiungere tale accordo interno.

Oltre alle tre condizioni, l’Approccio centrato sulla Persona presuppone un elevato grado di maturità emotiva e di comprensione di sé.

Con maturità emotiva si intende anche la capacità di partecipare al cambiamento di un’altra persona senza essere tentati di modellare questo cambiamento sull’immagine di sé. Una qualità che può descriversi come la volontà autentica di servire non da guida, da giudice o da modello, ma semplicemente da risonatore o amplificatore degli sforzi di risanamento del cliente e la capacità di prestarsi, in quanto persona, ai bisogni dell’individuo impegnato nella ricerca e nell’attualizzazione di se stesso.

Nel Tao Te Ching (Classico della Via e della Virtù) di Lao Tzu come in altri testi taoisti è data molta importanza alla meditazione.

Nel 1986 Rogers scriveva: «Noto che quando sono più vicino al mio Sé interiore e intuitivo, quando sono in qualche modo in contatto con l’ignoto in me, quando sono forse in uno stato di coscienza lievemente alterata, allora, tutto ciò che faccio sembra possedere un’intima qualità curativa. Allora, la mia semplice presenza è liberante e utile per l’altro. Non c’è niente che io possa fare per forzare la sua esperienza, ma quando sono in grado di rilassarmi ed essere vicino al nucleo trascendentale che è in me, allora posso comportarmi in modi che non potrei giustificare razionalmente, che non hanno niente a che fare con i miei processi di pensiero. Ma questi strani comportamenti alla fine risultano essere giusti, sembra che il mio spirito interiore abbia raggiunto e toccato lo spirito interiore dell’altro. Il nostro rapporto trascende se stesso e diventa parte di qualcosa di più grande. Sono presenti una crescita, un’energia e un potere guaritore profondi. Questo tipo di fenomeno trascendente è stato talvolta sicuramente sperimentato nei gruppi in cui ho lavorato, e ha trasformato le esistenze di alcuni che vi si trovavano. È chiaro che le nostre esperienze nella terapia e nei gruppi coinvolgono il trascendente, l’indescrivibile, lo spirituale. Sono costretto ad ammettere che io, come molti altri, ho sottovalutato l’importanza di questa dimensione mistica e spirituale. C’è nell’universo una tendenza formativa e direzionata, che può essere osservata e ricostruita nello spazio stellare, nei cristalli, nei micro-organismi, nella più complessa vita organica e negli esseri umani. Nella specie umana, questa tendenza si rivela come la serie progressiva che ha origine nella singola cellula e che giunge ad un complesso funzionamento organico, al conoscere e percepire al di sotto del livello di coscienza, al farsi conscio dell’organismo e del mondo esterno, alla consapevolezza trascendente dell’armonia e dell’unità del sistema cosmico. Siamo in armonia con una potente tendenza creativa che ha dato forma al nostro universo, dal più piccolo fiocco di neve alla galassia più grande, dall’umile ameba al più sensibile e dotato essere umano. E forse stiamo toccando il limite estremo della nostra capacità di trascenderci, di creare direzioni nuove e più spirituali nell’evoluzione umana. Questo tipo di formulazione, per me, costituisce una base filosofica all’approccio centrato sulla persona. Un’altra importante caratteristica del processo di formazione di una comunità, è la sua trascendenza o spiritualità. Queste sono parole che, in anni passati, non avrei mai usato. Ma la saggezza che raccoglie il gruppo, il senso dell’esistenza di “qualcosa di più grande”, sembrano rendere necessario un tale termine”.

 

In ogni psicoterapia il terapeuta stesso è una parte molto importante dell’equazione umana. Ciò che egli fa, il suo atteggiamento, l’idea che ha del suo ruolo, tutto ciò ha un’influenza sulla terapia. Orientamenti terapeutici diversi hanno idee diverse su questi punti. Il terapeuta utilizza un insieme coerente di atteggiamenti profondamente radicati nella sua organizzazione personale,  un sistema di atteggiamenti che si realizza con metodi coerenti con quello stesso sistema. Esiste infatti una relazione tra la filosofia di base e il lavoro scientifico professionale e di primaria importanza è la posizione del terapeuta nei confronti della dignità e del significato dell’individuo.

La persona con maggior rispetto per l’individuo trova nell’ACP una conferma ed una implementazione del suo orientamento. Scopre che questo è il modo di concepire le relazioni umane che, da un punto di vista filosofico, porta a posizioni più avanzate di quelle finora concepite e mette a sua disposizione una tecnica operazionale atta a realizzare pienamente quel rispetto della persona che già esiste nel suo pensiero.

Rogers arrivò alla conclusione che quello che conta, in questo approccio, è la presenza nel terapeuta di certi atteggiamenti verso il cliente e di una certa concezione delle relazioni umane. In altri termini, egli giunse a realizzare che l’essenza del suo approccio non consisteva tanto in un modo di agire, quanto in un modo di essere. Se il comportamento del terapeuta non è l’espressione di certi atteggiamenti e convinzioni profondamente radicate nella sua personalità, egli non giungerà mai a far scattare nel cliente quel genere di processo chiamato “attualizzazione di sé”.

Lo studio dell’Approccio centrato sulla persona e la frequentazione della Comunità di apprendimento mi ha permesso quindi di implementare alle conoscenze della filosofia cinese e alla pratica dell’agopuntura, quello che andavo cercando. Ho cioè dato un più profondo significato alle conoscenze e al mio modo di essere.

In Un modo di essere (1980) libro nel quale Rogers abbraccia i cambiamenti che hanno avuto luogo nella sua vita negli anni ‘70, scriveva che sarebbe dovuto emergere un nuovo tipo di persona, pienamente funzionante e capace di accettare i propri sentimenti senza averne paura, lasciando che la consapevolezza fluisca liberamente dentro e fuori dalla proprie esperienze.

Le qualità di quella che Rogers indicava come la persona di domani sono:

L’apertura e cioè un atteggiamento di recettività e apertura all’esperienza. Si riferisce sempre a uno stato che permette a ogni stimolo di percorrere l’intero organismo senza essere deformato o intercettato da qualche meccanismo di difesa; in altri termini, l’organismo è completamente aperto e disponibile all’effetto dell’esperienza.

Il desiderio di autenticità e cioè a quello stato di accordo interno che rende potente ed efficace la relazione terapeutica.

Il desiderio di totalità (sono persone che non amano vivere in un mondo a compartimenti stagni: corpo e mente, salute e malattia, intelletto e sentimento, individuo e gruppo, lavoro e gioco. Esse lottano invece per una totalità della vita, dove pensieri, sentimenti, energia fisica, energia psichica, energia guaritrice, siano tutti integrati nell’esperienza).

Sentimenti di vicinanza e dedizione alla natura (trovano il loro piacere da un’alleanza con le forze della natura, anziché dal dominio di essa).

Brama per lo spirituale (le persone di domani sono ricercatori. Desiderano trovare un significato e uno scopo nella vita che siano più grandi dell’individuo, desiderano vivere una vita di pace interiore. Talvolta negli stati alterati di coscienza sperimentano l’unità e l’armonia dell’universo).

Sono persone che tentano di essere persone totali, con corpo, mente, sentimenti, spirito e psiche integrati tra loro.

Persone gentili, incerte, che ricercano la verità… …come un saggio taoista “che veste di sacco e cela in petto la giada”.

 

Bibliografia

M. Muccioli, Gli Shen. Il mondo delle emozioni nella pratica clinica tradizionale cinese. Rivista di MTC n°76, Civitanova Marche,1999.

E. Minelli, Le cinque vie dell’agopuntura. Gemma Editco, 2000.

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Lao-Tzu, Tao te ching (Il libro della via e della virtù). Traduz. JJL.Duyvendak, ed. Adelphi, 1973.

Alan Watts, Taoismo. Ed. Red, Como, 1999.

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C. Rogers, On becoming a person. La terapia centrata sul cliente. Ed. Martinelli, 1970.

V. Vaccari, Una teoria umanistica della personalità: la Client-centered Therapy di Carl Rogers. 1994.

C. Rogers, Terapia centrata sul cliente. Ed. Meridiana, 2007.

C. Rogers, M-Kinget, Psicoterapia e relazioni umane. Ed. Bollati Boringhieri, 1970.

 




Approvata nelle Marche una nuova legge per disciplinare le medicine complementari: agopuntura, fitoterapia, omeopatia, omotossicologia e antroposofia

Giovedì 24 novembre è stata presentata nella Sala Ricci del Palazzo delle Marche  la Proposta di Legge su “Modalità di esercizio delle medicine complementari”  che è già stata approvata dalla V Commissione Salute dell’Assemblea Legislativa delle Marche. Il testo è stato illustrato da Francesco Comi, Presidente della V Commissione Salute, da Giancarlo D’Anna, Vicepresidente della V Commissione Salute e da Lucio Sotte, medico chirurgo e Coordinatore del gruppo di lavoro sulle medicine complementari che ha collaborato con la V Commissione Salute nella definizione e stesura del testo.

Lo scopo di questa legge è disciplinare i trattamenti e le cure non convenzionali esercitati tramite agopuntura, fitoterapia, omeopatia, omotossicologia e antroposofia. La legge recepisce il testo già approvato, nell’ambito della Conferenza Stato Regioni, dagli Assessori Regionali alla Sanità e dai Presidenti di tutte le Regioni italiane nel dicembre 2012 ed approvato dal Ministero della Salute il 7 febbraio 2013. Tale testo regolamenta le modalità di formazione dei medici che desiderano studiare e perfezionarsi nelle medicine complementari e quelle di accreditamento degli Istituto di Formazione.

L’accordo approvato dalle Regioni e dal Ministero stabilisce che gli Ordini dei Medici istituiranno degli elenchi per l’iscrizione dei medici che praticano queste discipline e che hanno i titoli per qualificarsi come esperti. Dal 2015, dopo la fine del regime transitorio, i medici che vorranno iscriversi a questi registri dovranno dimostrare di avere un curriculum formativo maturato a livello universitario tramite un master di formazione specifica, oppure aver completato un iter triennale di formazione presso una scuola privata accreditata per un monte orario complessivo di 500 ore di formazione, di cui 100 di pratica clinica e 400 di lezioni, il 30% delle quali possono essere erogate in FAD (formazione a distanza). Gli studenti dovranno inoltre superare un esame teorico-pratico alla fine di ognuno dei tre anni del corso e discutere una tesi finale.

Le Scuole di formazione private che dimostreranno di ottemperare alle feree regole stabilite nel testo potranno essere riconosciute e abilitate a formare i medici nelle discipline specifiche.

La ricaduta positiva a garanzia dei cittadini utenti delle MC è intuibile: qualunque medico vanti competenze nelle medicine complementari regolamentate potrà essere rintracciato dai cittadini nel registro apposito presso l’Ordine dei Medici della provincia di appartenenza.

Puoi scarica qui i PDF della Conferenza Stampa




Oncologia integrata in Europa: la Toscana partecipa alla Joint Action europea EPAAC

Il tumore è una patologia sistemica e multifattoriale che in quanto tale trae  beneficio dall’impiego sinergico di più strumenti terapeutici che possono  concorrere in vario modo alla salute e al benessere del paziente oncologico.

Numerosi studi condotti in Europa rilevano che un malato di tumore su tre fa ricorso alle medicine complementari (MC), mentre in Italia la percentuale dei pazienti oncologici che utilizza queste terapie è stimata intorno al 15-25% ed è formata soprattutto da donne con un buon livello d’istruzione.

A livello internazionale sono stati identificati circa una cinquantina di possibili trattamenti “complementari”, che il più delle volte sono associati ai protocolli terapeutici convenzionali. Può accadere però che le terapie non convenzionali siano assunte come una forma di automedicazione, indipendentemente dalle verifiche scientifiche o dai requisiti di qualità e sicurezza. Questo fenomeno può avere delle conseguenze per la gestione clinica dei pazienti, per la mancata comunicazione all’oncologo dell’uso di queste terapie, per le possibili interazioni con i trattamenti “ufficiali” o per la ridotta compliance nei confronti della terapia antitumorale. Anche per questa ragione è fondamentale che i medici di famiglia, gli oncologi e più in generale gli operatori sanitari abbiano conoscenze di base delle varie problematiche poste da questi trattamenti, per poter consigliare i pazienti e realizzare un programma terapeutico che integri i benefici possibili dei differenti approcci.

Ed è altrettanto importante sviluppare la ricerca in questo settore per conoscere a fondo il ruolo che le medicine complementari possono avere sul benessere e sulla qualità della vita dei pazienti oncologici.

Le attività della Toscana per EPAAC

In questo quadro si inseriscono le attività promosse dalla Joint Action “European Partnership on Action against Cancer” (EPAAC).

Si tratta di un’iniziativa della Commissione europea avviata nel settembre del 2009 con il sostegno di numerosi partner e cofinanziata dal programma Salute dell’Unione europea.

Quest’azione – in cui confluiscono gli sforzi di Commissione europea, Stati membri e relativi ministeri della Salute, associazioni di pazienti, medici e ricercatori, industria e società civile – intende affrontare la questione del cancro in maniera più efficace e uniforme all’interno dell’Unione Europea. Vi aderiscono un ampio gruppo di enti, associazioni scientifiche e istituzioni del Vecchio Continente, 36 partner associati e oltre 90 collaboranti suddivisi in 10 Gruppi di lavoro (WP).

La Regione Toscana partecipa al progetto come partner associato ed è inserita nel Gruppo di lavoro 7 “Healthcare”, che ha tra i suoi compiti l’identificazione e la promozione delle buone pratiche in ambito oncologico.

Più nello specifico l’obiettivo affidato alla Toscana è raccogliere e analizzare le prove scientifiche sull’uso delle medicine complementari in oncologia e proporre i criteri per una corretta divulgazione delle informazioni a medici, operatori sanitari, pazienti e decision-makers; predisporre un censimento delle strutture sanitarie che, a livello europeo, erogano servizi di “oncologia integrata” e mettere in rete le informazioni attivando in questo modo un coordinamento permanente fra i diversi centri che praticano l’oncologia integrata.

Il lavoro di raccolta e revisione delle esperienze pubblicate in letteratura internazionale sull’uso delle medicine complementari in oncologia è in corso e si focalizza su agopuntura, omeopatia, fitoterapia, antroposofia e omotossicologia. Alla fine del percorso sarà redatto un testo che riporta i lavori di ricerca più significativi nonché tabelle che indicano per ogni disciplina sintomi, studi realizzati, grading di evidenza, forza di raccomandazioni, eventi avversi e/o controindicazioni dei diversi trattamenti.

 

Il censimento: primi risultati

L’obiettivo è fotografare la situazione delle strutture sanitarie, pubbliche e private, che praticano l’oncologia integrata in Europa elaborando i dati di un questionario in cui si richiedono, oltre a informazioni generali sulla struttura, sull’attività di medicina integrata (e più in particolare la tipologia dei servizi erogati), il campo di applicazione dei trattamenti complementari utilizzati, la tipologia di servizio (pubblico/privato).

Fino al 21 maggio 2013 sono state contattate 228 strutture in Italia e Europa e hanno risposto in 44 (19,2%), 15 europee e 29 italiane. Il 70,4% dei responders pratica l’oncologia integrata.

Sono stati inseriti nella mappatura 24 centri su 31 che utilizzano le medicine complementari (escludendo i singoli studi medici), di cui il 62,5% sono pubblici, 7 attivi in Europa e 8 in Italia (vedi mappa).

Fra i centri inclusi nel censimento in Italia quelli pubblici rappresentano il 50% del totale. Il 45,8% delle strutture italiane ed europee offre ai pazienti attività di omeopatia e agopuntura, il 33,3% di fitoterapia mentre nel 29,1% dei centri vengono praticate altre tecniche della medicina tradizionale cinese. La media dei pazienti seguiti ogni anno dai centri che hanno risposto al questionario è 289.

 

Seminario EPAAC a Firenze

Nel febbraio 2013 esperti italiani ed europei di oncologia integrata si sono riuniti a Firenze per seguire il workshop “Oncologia integrata: analisi di evidenze scientifiche ed esperienze cliniche”, organizzato dalla Rete Toscana di Medicina Integrata (RTMI) all’interno delle attività dell’EPAAC. Il dibattito si è focalizzato sulla definizione delle linee di consenso per una valutazione della letteratura scientifica e dell’esperienza clinica in oncologia integrata e i criteri per realizzare la mappatura dei centri oncologici europei che offrono ai pazienti servizi di medicina complementare (MC).

Nella discussione è emerso che con il termine “oncologia integrata” si intende un approccio multidisciplinare al paziente oncologico, finalizzato a migliorare i risultati ottenuti dalla terapia antitumorale convenzionale.

Questa infatti, pur avendo effetti positivi, produce anche delle reazioni indesiderate, che talvolta risultano insopportabili per il paziente.

La terapia integrata, utilizzando medicinali e pratiche considerati generalmente privi o con scarsi effetti indesiderati, cerca principalmente di ridurre questi problemi e propone un uso complementare di medicinali e/o pratiche selezionati sulla base delle prove di efficacia per potenziare la terapia assunta dal paziente e renderla il più efficace possibile.

Sono stati discussi i criteri per realizzare il censimento delle strutture pubbliche e private europee in cui si pratica l’oncologia integrata e definite le modalità operative per raggiungere gli obiettivi del progetto.

 




Il trattamento del dolore muscolo-scheletrico con l’iniettopuntura

Nicolò Visalli*

L’iniettopuntura, definita anche chimiopuntura, consiste nell’iniettare delle sostanze medicamentose nei punti di agopuntura.

In Cina vengono utilizzate a questo scopo, sia medicamenti derivati dalla farmacologia tradizionale, sia prodotti farmacologici chimici. L’iniettopuntura può essere impiegata sia successivamente sia congiuntamente al trattamento di agopuntura per amplificare l’effetto terapeutico o per stimolare maggiormente l’agopunto o addirittura per desensibilizzarlo. L’iniezione viene praticata su punti specifici dei Canali e Collaterali e/o Canali Extra, secondo i criteri fondamentali della Medicina Tradizionale Cinese, in rapporto all’azione energetica del punto stesso. Si può utilizzare perciò sia una semplice soluzione fisiologica, per stimolare uno o più agopunti, oppure si può iniettare per es. una soluzione di Salvia milthiorriza su 6PE (Neiguan) per favorire la circolazione a livello coronario. O ancora è possibile iniettare piccole dosi di steroidi negli agopunti localizzati nel dorso (13BL) a livello della 3a dorsale per favorire la disassuefazione dal cortisone nei soggetti asmatici, sotto terapia.

Questa metodica viene praticata elettivamente anche nella terapia del dolore con grandi benefici per le patologie osteoarticolari e muscolari.

Il meccanismo d’azione di questa metodica è certamente complesso, perché da una parte si promuove uno stimolo diretto della sostanza iniettata nell’agopunto, le cui peculiari azioni si esplicano tramite i molteplici legami con gli organi, i visceri, l’energia vitale, i tessuti, le ossa e le zone coinvolte dalla malattia. D’altra parte schematizzando estremamente, possiamo focalizzare l’attenzione su un meccanismo biochimico, tissutale, ed anche reflessogeno.

L’iniettopuntura negli ultimi anni si è sempre più affermata come tecnica da associare all’agopuntura, anche se deve essere ben distinta dalla mesoterapia, ovvero l’iniezione nel tessuto di origine mesodermica. La definizione più recente di mesoterapia è “Trattamento medico, attuato attraverso iniezioni loco-regionali di sostanze biologicamente attive, che sfrutta la particolare reattività del tessuto connettivo utilizzando il sinergismo esistente tra l’azione riflesso-terapica della microiniezione e l’effetto medicamentoso della sostanza iniettata”. Rispetto ad alcuni anni or sono nella meso sono meno utilizzati i multi-iniettori, mentre la lidocaina ha sostituito la procaina e spesso si usano pistole automatiche o manuali.

L’iniettopuntura si pratica in zone o più particolarmente negli agopunti, anche con micro-dosi di uno o più farmaci diluiti e dinamizzati (omeopatici). Con questa metodica si ottengono tre distinti effetti terapeutici:

1. Stimolazione dell’agopunto tramite la sostanza iniettata, per diffusione del farmaco nei tessuti oltre che nel punto interessato.

2. Stimolazione di tutto il tragitto del canale.

3. Efficacia aggiunta delle proprietà intrinseche del farmaco sia omeopatico sia fitoterapico, sia chimico.

In Medicina Tradizionale Cinese si dice che: nove malattie su dieci sono dolorose.

L’iniettopuntura è una metodica molto efficace nel trattamento delle patologie dolorose perché potenzia l’azione dell’agopuntura e con la somministrazione di sostanze in micro-dosi (omeopatiche) prive di effetti avversi, si ottiene in aggiunta l’effetto specifico della sostanza inoculata.

Di norma si utilizzano farmaci omeopatici con differenti proprietà per cui si scelgono secondo l’azione peculiare che sarà secondo le circostanze: antiflogistica, antalgica e/o trofica.

Secondo i principi della Medicina omeopatica i farmaci utilizzati derivano dal mondo vegetale come ad esempio Arnica, Rhus tox., Bryonia; dal mondo minerale come Aurum met., Silicea, Mercurius e dal mondo animale come Cartilago, Disci lumbales, Medulla. In quest’ultimo caso è possibile utilizzare medicamenti cosidetti organo terapici, la cui azione è esercitata sulle componenti strutturali dell’organismo.

Gli agopunti prescelti si determinano in base a:

– la differenziazione della sindrome algica, con gli agopunti ad azione generale;

– le zone cutanee specifiche, interessate dal dolore;

– i canali coinvolti nel processo patologico;

– gli agopunti locali;

– i punti dolorosi definiti Ashi points o/e Trigger points.

Con questa metodica si possono raggiungere risultati eccellenti non solo nel vasto campo delle patologie dolorose di pertinenza muscolo-scheletrico, ma è possibile applicare l’inietto-puntura anche in medicina estetica, nella paradontologia,nella caduta dei capelli, nell’acne, nella flebologia, nell’asma e nelle patologie bronco-polmonari, nella ginecologia, nelle cefalee, nell’impotenza, solo per citare i campi di maggior impiego.

Nella pratica generale l’iniettopuntura ha una efficacia dimostrata:

1. nella medicina sportiva: sui traumi acuti e sulle infiammazioni, come tutti i diversi tipi di tendiniti e/o borsiti e le patologie muscolari, la pubalgia.

2. nel dolore muscolo – scheletrico:

sulle rachialgie di diversa eziologia;

– le patologie dolorose del gomito;

– le patologie dolorose del polso e tunnel carpale;

– le patologie dolorose delle dita mani e piedi;

–  le gonalgie anche traumatiche sportive;

–  le patologie della caviglia in ambito sportivo.

– le patologie del piede in ambito sportivo.

Non bisogna comunque tralasciare le algie di diversa natura che coinvolgono altre distretti come:

– le cefalee e le emicranie a eziologia diversa;

– l’herpes zooster e sequele relative;

– le nevralgie facciali a eziologia diversa inclusa quella trigeminale e temporo-mandibolare;

– le nevriti di eziologia diversa;

– la sinusite fronto-mascellare;

– l’artrite gottosa;

– l’artrite reumatoide;

– la condromalacia;

– l’osteoporosi;

– la polimialgia reumatica.

 

I limiti dell’iniettopuntura

Poiché alcune malattie possono creare sequele più serie delle manifestazioni anche severe della patologia, è importante riconoscere i segnali e sintomi clinici delle malattie che non possono essere trattare con l’iniettopuntura. In tali casi, si ricorrerà ad un trattamento di altra natura.

L’iniettopuntura non è indicata nei seguenti casi:

1. nelle emergenze cliniche come lo shock settico, l’ebbrezza etc.

2. quando sono coinvolti organi vitali (meningite, pericardite, etc.)

3. nel caso di pazienti che necessitano di chirurgia, radioterapia o chemioterapia (con l’eccezione della terapia con iscador).

4. quando si tratta di gravi patologie psichiatriche

5. quando esistono gravi e avanzati difetti strutturali: Alzheimer, AIDS, cancro, depressione grave, diabete, epilessia, patologie genetiche, cirrosi epatica, enfisema polmonare, schizofrenia, tubercolosi ect.

Chiaramente si verificano alcune eccezioni nella pratica giornaliera perciò ogni caso dovrebbe essere valutato su base individuale.

Nei casi dubbiosi, è essenziale un approccio multidisciplinare come spesso avviene nella pratica clinica corrente. In alcuni pazienti, il trattamento convenzionale e il trattamento con iniettopuntura può essere convenientemente integrato.

In conclusione l’iniettopuntura può essere uno strumento ampiamente efficace ed offrire una valida opzione, lì dove:

– il trattamento terapeutico convenzionale delude nel risultato

– il trattamento terapeutico, qualunque sia, ha raggiunto il suo limite

– non esiste un trattamento convenzionale

– il trattamento convenzionale è controindicato

– il trattamento convenzionale è molto costoso

– il trattamento convenzionale non è tollerato e vietato a causa degli effetti collaterali.

 

Bibliografia

Kersschot J.,  Biopuncture and homotoxic medicine inspiration, Aartselaar, 2002

Italia E., De Bellis M., Manuale di omeomesoterapia, Guna Editore, Milano, 1995.

Visalli N., Pulcri R.,  Manuale di Agopuntura, Tecniche Nuove, Milano, 2003

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Deadman P., Al  Khafaji M.,  Baker K., Manuale di agopopuntura, C.E.A., Milano, 2000

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