Il qi o flusso del vento negli spazi urbani e nell’interior design in chiave feng shui

Stefano Parancola*

Il Qi è l’energia che opera a tutti i livelli:

– a livello umano è l’energia che scorre nei meridiani d’agopuntura del corpo;
- a livello agrario e paesaggistico è la forza che, se non è stagnante produce terreni fertili e rigogliosi, è l’energia che nutre un territorio;

– a livello climatico è l’energia trasportata dai venti e dalle acque.

Il vento e l’aria rappresentano il Qi. Nel nome Feng Shui (Vento e Acqua) non compare direttamente la Montagna, essa è contenuta nel termine Vento, che si muove dalle montagne verso la pianura.

Secondo la visione cinese, i territori sono stati creati dall’azione del vento e dell’acqua, ma anche il corpo umano si caratterizza con questi due elementi: il vento come flusso di energia che scorre nei meridiani di agopuntura e l’acqua che compone il corpo e le nostre cellule. Quindi il corpo umano risuona con il paesaggio circostante.

Nell’analizzare la localizzazione di un edificio, si parte sempre dalla valutazione del grado di contenimento dell’energia Qi o flusso del vento proveniente dalle varie direzioni. Ogni edificio, casa, ristorante…..dovrebbe contenere l’energia Qi, o meglio il Qi foriero di fortuna e opportunità dovrebbe scorrere in maniera lenta e sinuosa ed essere raccolto e distribuito all’interno dei vari ambienti domestici.

Nella concezione Feng shuistica il Qi si divide in: Sheng Qi o energia vitale che scorre seguendo linee sinuose, e Sha Qi o freccia segreta che segue le linee più rettilinee.

Ricordo alcuni anni fa in un lungo viaggio fatto a Bali, dove c’è una grande attenzione al rapporto tra la casa in relazione all’essere umano e dove si utilizza molto il Vastu cioè il Feng Shui indiano, i vari esperti e sciamani, molto liberi mentalmente e senza credenze limitanti o dogmi scientifici, parlare spesso di “spiriti nefasti” che seguono le linee rette e “spiriti favorevoli” che seguono le linee sinuose e armoniche. Ma tutto questo trova grande rilevanza nella natura umana, l’uomo è composto da linee armoniche e non da linee rette, noi siamo natura! Basta osservare una foglia, il suo reticolo che la compone non è rettilineo, oppure i vasi sanguigni di un essere umano, oppure ancora meglio il reticolo idrografico antico di un territorio perché quello moderno è stato reso dall’uomo tutto rettilineo. In tutto ciò sta una grande verità, che il corpo umano risuona fortemente con il paesaggio circostante se è armonico, altrimenti qualsiasi forma aggressiva è contro la natura umana.

Nell’architettura cinese un esempio è dato dal ponte a zig zag, che consente di muoversi con maggiore sicurezza e godere delle prospettive diverse che danno su rocce, punti d’acqua, vegetazione….
Il percorso a zig-zag fa guardare in più direzioni, arricchisce il visitatore, prima di arrivare all’obiettivo; mentre seguendo il percorso lineare “si guarda diritti” e non c’è nessun tipo di arricchimento.

Secondo il noto pittore viennese Friedensreich Hundertwasser definitosi il medico dell’architettura: “la linea diritta rappresenta l’unica linea non creativa. È mortale. Il nostro intelletto è stato influenzato da anni e anni di indottrinamento che ci porta a supporre con convinzione che la linea diritta è uguale al progresso, ma nel nostro subconscio suona continuamente una campana di emergenza. Quando siamo in città esposti a linee diritte, soffriamo di emicranie, non ci sentiamo bene senza conoscerne il motivo. La gente diventa violenta, senza un apparente perché. Tutte queste linee diritte stanno distruggendo completamente il nostro mondo e le nostre anime. Io trovo che questa architettura sia criminale. Rappresenta la distruzione dei nostri sogni e dei nostri legami con la natura e la bellezza”.

L’angolo dovrebbe lasciare di nuovo il posto alla curva. Bisogna eliminare anche gli spigoli consci ed inconsci della nostra personalità. Vivere per esempio in una casa molto spigolosa non può che portare le persone ad essere caratterialmente “spigolose” poiché la casa rappresenta il prolungamento del corpo e quindi ci influenza in maniera molto forte.

L’interior design secondo la visione Feng Shui, può riscoprire invece forme nuove, proporre nuovi modi di abitare, anche solo riscoprendo forme arcaiche, archetipiche, risalendo alle matrici dell’architettura, alle linee e ai volumi che l’ancestralità di antiche costruzioni porta in sé.

L’idea del cerchio, della sfera, delle linee curve che simboleggiano il grembo materno, la tranquillità, lo stare insieme trasmettono una sensazione di sicurezza: il cerchio è in natura la forma perfetta, infatti è la figura geometrica che racchiude il massimo volume con la minima superficie, la rotondità, la curva, sono forme che si ritrovano spesso nelle piante, negli animali, nell’uomo: un tronco d’albero, uno stelo, un frutto, sono linee curve quelle che descrivono una goccia d’acqua, un occhio, un orecchio, una testa umana,…..

Nell’antichità l’uomo costruiva capanne circolari, capanne a cupola, tetti a cono: oggi l’architettura e

Utilizzare qualche parete curva, gli spigoli smussati delle pareti ortogonali, le linee sinuose e dinamiche di un controsoffitto con parti sfondate circolari, con dislivelli separati da linee curve, movimentere la casa in modo interessante, attraente, creando dinamismo e raccoglimento, movimento o intimità secondo le prospettive interne che si creano, in funzione di come si dispongono gli elementi curvilinei in casa. Un soggiorno tradizionale potrà essere reso più dinamico e arricchito da un camino centrale rotondeggiante, una parete curva o più, una sistemazione circolare di sedute che diano un senso “assembleare”, di coralità, di feeling tra gli ospiti, diverso dalla solita atmosfera di poltrone e divani dove si conversa più o meno educatamente l’uno contro l’altro.

Divani e poltrone «affrontati», cioè disposti uno di fronte all’altro, favoriscono rapporti di tensione, altri tipi di sedute, disposte a semicerchio, favoriscono rapporti interpersonali più intensi ed armoniosi.

La forma curva inserita bene in qualche elemento domestico verticale e o orizzontale, crea ritmi, dinamismi, immagini e figure simboliche, purché il gioco di armonia e contrasto con l’insieme non sia stridente, né si ricorra forzatamente ad elementi kitsch. Rizzi G. in Parancola 2005.

Un arco ben proporzionato ed evidenziato, non vistoso, o meglio un’apertura o passaggio per entrare in casa o per passare dalla zona ingresso in altri ambienti, accompagnato da una parete d’acqua o acquario, architettonicamente proposta in modo coerente, costituisce elemento psicologicamente valido: l’arco sottolinea il concetto di entrare e uscire, rimanda all’archetipo di nascita (uscire dal ventre materno e affrontare il mondo, rientrare in casa e ritrovare un mondo sicuro, quasi come rientrare nel ventre materno), unitamente all’acqua, simbolo di purezza, di trasparenza, di sincerità, che ci rimanda alla memoria prenatale, alla quiete in cui nuotavamo nel liquido amniotico.

La sfera e il cerchio sono quindi simboli di raccoglimento, unità, convivialità, solidarietà, significano desiderio e possibilità di stare insieme, intorno ad un centro (o ad un focolare) che sia elemento di unione, attrazione centripeta, creando compartecipazione, comunicazione.

La forma condiziona o favorisce i comportamenti: un tavolo tondo tende ad accelerare la conoscenza di persone, anche se numerose, che sono insieme per la prima volta, un tavolo rettangolare per lo stesso numero di commensali tende a favorire conversazioni separate.

La forma rotonda, sferica, circolare, risponde all’idea di comunità, di confidenzialità, o alla necessità di raccoglimento e meditazione.

Uno dei bisogni primordiali dell’uomo è la luce un’altra forma di Qi, per orientarsi, per vedere, per conoscere e riconoscere: al buio l’uomo è disorientato, non solo fisicamente.

Alla luce può decidere dove dirigersi; altri elementi di cui ha bisogno sono l’acqua, appunto come elemento madre e foriero di tranquillità e sicurezza, e il verde naturale: testimonianza di vita, che cresce e ricresce, con cicli annuali, con nascite e rinascite, autunni e primavere: abbiamo bisogno di vedere la natura che si rigenera per acquisire sempre nuova consapevolezza nella nostra capacità di crescere, di rinnovarci, non solo fisicamente: come ricrescono i capelli, le unghie, come la pelle si riforma, le ferite si chiudono, la vita continua, così le esperienze si moltiplicano, le riflessioni e l’interiorità maturano, il tuo “fare” dimostra che esisti, le scelte esistenziali ti portano sempre a nuovi traguardi.

 

Bibliografia

Parancola S., (2005), La progettazione delle residenze bioarchitettoniche, Il Sole 24 ore Edilizia, Milano.

Parancola S., Ros P., (2006), Feng Shui della Forma, Editoriale Delfino, Milano.

Parancola S., Ros P., (2007), Feng Shui della Bussola, Editoriale Delfino, Milano.

Parancola S., Brescia P., (2010), L’armonia del colore in architettura, Editoriale Delfino, Milano.

Parancola S.,(2012), Videocorso di architettura Feng Shui, Editoriale Delfino, Milano.

 

 

 




Il Feng-Shui: una bioarchitettura cinese per l’Occidente

Stefano Parancola*

  • Architetto, membro dell’International Feng-Shui Bil

 

ORIGINI DEL FENG SHUI

La prima notizia storica sul feng shui risale a circa tremila anni fa, in Cina, anche se  è un po’ difficile da stabilire, poiché i cinesi integrarono nel corso dei secoli elementi sempre più precisi e strutturati.

 

COS’È IL FENG SHUI

Feng shui significa letteralmente vento ed acqua e deriva proprio il suo nome dai due elementi principali che modificano la forma del territorio.

Il termine feng shui, infatti, non è casuale. Per Stephen Skinner (1985), «il vento e l’acqua insieme esprimono il potere degli elementi che scorrono nell’ambiente naturale. Questo potere viene espresso e deriva dal flusso dell’energia che scorre non solo sulla superficie, che è stata scolpita dal vento e dall’acqua, ma anche all’interno della terra». Dal punto di vista etimologico «nonostante il feng shui sia il nome più diffuso e comune in riferimento alla teoria e alla pratica della localizzazione dei siti in accordo agli elementi, il termine più appropriato usato nelle fonti cinesi è ti li (linee, modelli della terra, o, in tempi moderni “geografia”)». Questo mette in luce il fatto che i cinesi vedevano il feng shui non tanto come ramo superstizioso di pratiche rurali, ma come parte dello studio della terra e dei suoi modelli, sia quelli naturali che quelli creati dall’uomo.

Un terzo termine, forse più antico, è kan-yu, che significa letteralmente “copertura e sostegno” o anche ”copertura a carro”, in riferimento al cielo e alla terra. In questo termine sono racchiuse le vecchie teorie sulla risonanza della filosofia tradizionale taoista, secondo cui le azioni compiute sulla terra hanno un effetto sul cielo, e i movimenti del cielo si riflettono sulla superficie della terra».

“L’originaria sensibilità cinese tende a vedere la vita come qualcosa che pervade l’intero universo, e si manifesta non solo negli esseri viventi ma anche nei venti, nelle sorgenti, nei laghi, negli alberi, nelle rocce, nella terra” (Portoghesi, 1999).

Ogni luogo ha i propri tratti topografici originali che modificano l’influenza locale del qi della natura. Le forme delle colline e la direzione dei corsi d’acqua sono state determinate dall’influenza dei venti e delle acque, e quindi rivestono una grande importanza; ma al tempo stesso l’altezza e la forma degli edifici, l’orientamento delle strade e dei ponti sono anch’essi fattori potenti. (J. Needham)

Il termine feng shui, in dialetto cantonese tai feng shui (guardare od osservare) e in dialetto mandarino tsu feng shui (misurare o calcolare), riporta la memoria inevitabilmente all’Oriente; a Paesi dove l’attenzione al corpo, in stretta relazione con lo spirito e la mente, è più accentuata e dove vive fervida la tradizione e il culto dell’ascolto dell’energia vitale qi: la forza cosmica, universale o sangue della vita, che dagli antichi saggi cinesi si vuole scorra in tutto; nell’uomo, negli oggetti, nelle tante forme naturali. «Il qi è un’energia vitale che scorre nella terra e anima ogni forma dell’esistente. Può essere accumulata, dispersa, incanalata, ed è, in definitiva, responsabile di tutti i mutamenti esistenziali delle cose viventi» (Eitel, 1995).

Il qi è l’energia che opera a tutti i livelli:

– a livello umano è l’energia che scorre nei meridiani d’agopuntura del corpo;

– a livello agrario e paesaggistico è la forza che, se non è stagnante produce terreni fertili e rigogliosi, è l’energia che nutre un territorio;

– a livello climatico è l’energia trasportata dai venti e dalle acque.

Per capire le caratteristiche del qi possiamo fare un esempio: è facile immaginare come una strada congestionata dal traffico emani un’energia diversa rispetto a quella di un giardino fiorito. Ciò spiega anche perché preferiamo andare in vacanza in determinati luoghi piuttosto che in altri. Il motivo sta nel fatto che in tali posti è più facile riposarsi e rigenerarsi, quindi  questo dimostra come l’ambiente ci influenzi.

Gli antichi taoisti erano grandi osservatori, perciò hanno iniziato ad osservare il movimento dell’energia nella natura. Osservando la natura possiamo trovare solo due elementi che si muovono: l’acqua nei fiumi in genere, nei laghi e negli oceani, ed il vento che soffia ovunque. La terra, il fuoco ed il legno non sono simbolo di movimento come l’acqua e il vento. Il feng shui descrive, analizza, interpreta ed utilizza il movimento dell’energia. Per questo possiamo applicarlo ovunque ci sia movimento di persone, di cose, di denaro, di pensiero, di sentimenti, d’emozioni, in altre parole d’energia.

I cinesi hanno osservato per migliaia d’anni che certi luoghi erano più propizi, o più fortunati rispetto ad altri. Ogni collina, edificio, casa, stanza, porta, finestra e angolo, e il modo nel quale si collocano verso le due forze del vento e dell’acqua è importante.

 

PRATICA DEL FENG SHUI IN CINA

Proprio in Cina quest’arte cominciò ad assumere via via sempre maggiore importanza, con i saggi geomanti (maestri nell’ascolto del qi denominati feng shui hsien sheng), richiesti per l’individuazione del sito ideale. L’applicazione del feng shui nella pianificazione delle città e degli edifici importanti (come la Città Proibita, Il Tempio del Cielo, il Palazzo d’Estate…., disposti su mandala di 9 quadrati) ha una storia di molti secoli più lunga in Cina rispetto a quella del feng shui per le tombe (dei Ming e della Città di Xi’an) e per le abitazioni.

Compito degli antichi geomanti cinesi era quindi quello di indirizzare il richiedente nella costruzione della casa perché questa potesse essere, seguendo principi che si fondavano sia sulla conoscenza del qi, ma soprattutto sullo studio architettonico e paesaggistico, la più ben augurante possibile.

 

LE NUOVE DISCIPLINE DEL COSTRUIRE:

BIO-ARCHITETTURA & FENG SHUI

La bio-architettura si occupa più specificatamente dei materiali da costruzione più sani, ossia della sostanza o del corpo della costruzione e previene spiacevoli effetti sull’organismo. Il feng shui si concentra invece sull’anima dell’abitazione, sugli effetti dell’ambiente, dei colori e dell’arredo sulla psiche dell’uomo e suggerisce varie soluzioni pratiche per aumentare l’armonia di chi risiede nella casa e staziona nell’ambiente di lavoro. In questo modo il feng shui amplifica la bio-architettura e quando si integrano  si raggiunge una maggiore totalità nel costruire e nell’abitare.

 

METODOLOGIA DI ANALISI DELL’EDIFICIO/AZIENDA/ABITAZIONE/NEGOZIO IN CHIAVE FENG SHUI

 

1. Analisi dell’orientamento: ricerca della direzione principale favorevole in relazione alla porta d’ingresso dell’abitazione;

2. Yin e yang: stabilire l’equilibrio tra colori, forme, dimensioni e persone insediate anche attraverso la data di nascita, dopo aver stabilito il rapporto tra gli elementi naturali ed artificiali esterni all’ambiente analizzato (corsi d’acqua, colline, edifici, elementi di arredo urbano…) ;

3. Long hu: “trovare il drago e la tigre”. Analizzare le zone esterne alla destra e alla sinistra dell’edificio rispetto alla porta d’ingresso;

4. Si wu: la “ricerca dei quattro animali”, influenze esterne all’edificio analizzato (rapporto tra elementi naturali ed artificiali secondo la legge dei 4 animali);

5. Wu xing: lettura formale a livello paesaggistico ed urbano per determinare l’Elemento predominante. Riequilibrio del ciclo sheng o ke dell’edificio e della persona insediata rispetto all’intorno;

6. Qi sha: ricerca geobiologica delle vene del Drago, nodi di Hartmann, Curry, corsi d’acqua sotterranei….);

7. Shui: analisi e valutazione degli  elementi naturali (corsi d’acqua, rogge, canali…) ed architetture d’acqua in genere;

8. Dao xue: sintesi generale della lettura degli elementi naturali ed artificiali e determinazione del sito;

9. Scuola del Compasso: applicazione della Scuola del Pa gua – Lo shu, Scuola del Ba zhai che si basa su tre livelli e metodo delle Flying Stars: metodo spazio – tempo, infine studio delle scuole San hee e San yuan.

10. Cuo shi: I rimedi, riequilibrio delle zone/geometrie alterate o mancanti

 

PROGETTARE L’ACQUA PER LA RIVITALIZZAZIONE DEGLI AMBIENTI*

Per capire l’essenza dell’acqua, bisogna studiare quelle forze o “energie” che stanno alla sua origine: sono le stesse forze che guidano i processi vitali e conferiscono e mantengono la forma degli organi interni del corpo umano, costituito al 90% di sostanza liquida. Risulta quindi importante una visione dell’organismo umano, così anche del mondo naturale, acqua compresa, che non si fermi al solo aspetto biofisico della realtà, alla formula chimica e a tutto ciò che ne deriva. Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, disse: “Nell’osservazione spregiudicata dell’acqua e dell’aria il pensiero si trasforma e diventa idoneo alla comprensione del vivente”. E lo stesso Theodor Schwenk** affermò: “Oggi l’uomo sfrutta le forze e le risorse degli elementi ma non trova l’accesso alle energie vitali, perdendone l’essenzialità. Necessita quindi una nuova coscienza partendo pure da osservazioni scientifiche ma rinunciando alla sola fenomenologia per arrivare alla “vera” lettura degli elementi”. In tal senso molti ricercatori tra i quali John Wilkes** continuano le loro ricerche in questa direzione, cioè partendo dallo studio dei sistemi naturali e delle loro interrelazioni, per dare risposte tecniche che non ne alterino l’equilibrio ma  siano in  perfetta armonia con l’ambiente stesso.

 

ARCHITETTURA E FENG SHUI DELL’ACQUA

Esistono molte analogie tra  le architetture realizzate in occidente e quelle orientali dal punto di vista dell’utilizzo dell’acqua come fonte energizzante e di vitalità dei luoghi.

L’acqua è sempre stata considerata nella tradizionale arte cinese del feng shui come simbolo di benessere e ricchezza. Per i giapponesi, come per i cinesi, un edificio o insieme di edifici localizzati nelle vicinanze di una cascata sono garanzia di longevità e di vitalità. La simbologia del numero 8, forma frequentemente assunta dall’elemento acqua, rappresenta la circolazione ascendente e discendente delle energie tra terra e cielo. L’ottagono geometricamente deriva ed è il tradizionale intermediario tra il quadrato (la terra) ed il cerchio (il cielo). L’acqua è l’elemento principe degli scambi energetici tra il cosmo ed il nostro pianeta. In questo modo il numero 8, il suo valore simbolico e la sua forma geometrica, contribuiscono sinergicamente all’acqua a compiere un lavoro di “rivitalizzazione”. La conformazione fisica della maggior parte delle tipologie edilizie (monasteri, abbazie, castelli…) rispecchia un ottimo feng shui, considerando il posizionamento di fontane e pozzi  al centro dei cortili. Secondo, infatti, la pratica del feng shui, il quadrante centrale del Pa gua rappresenta la fonte radiante del qi: l’unità. Nel chiostro dell’abbazia di Monreale in Sicilia, per esempio, l’acqua che scorre lungo la colonna centrale della fontana del chiostro incontra delle modanature scolpite che ricordano il suo ondeggiare. Tali modanature, aggiunte alla forma circolare e ottagonale dei suoi ricettacoli, contribuiscono a fare di questa fontana un antico esempio di forma dinamizzante*. Imparare dalla storia, non dimenticando quindi le sapienze antiche e le culture dei luoghi, risulta di vitale importanza per progettare oggi luoghi in cui si possa percepire una buona armonia.

La progettazione e la realizzazione di percorsi d’acqua con forme organiche,  di Flowforms o forme di flusso a lemniscata, catene d’acqua, di cascatelle e fontane con svariate forme garantiscono sensazioni di benessere grazie al suono rilassante che allevia le tensioni.

 

BREVE BIBLIOGRAFIA – “LETTURE D’ACQUA”

Trevisiol E. R., Parancola S., (1995), Manuale di biofitodepurazione: risanamento delle acque e processi di rinaturalizzazione, Edicom, Monfalcone (Gorizia).

– Stefano Parancola, (1998), L’energia dell’acqua per rivitalizzare gli ambienti, Ambiente & Salute, n° 2, Tc, Padova.

– Stefano Parancola, (1999), Ciclo dell’acqua e verde in ambiente urbano, in Progetti per una città sostenibile, Politiche abitative, esperienze di bioarchitettura e urbanistica partecipata a Padova,  Comune di Padova, Assessorato alle Politiche Abitative, Padova.

Too L., (1996), Water Feng shui for Wealth, Konsep Lagenda Sdn Bhd, Malaysia.

– Stefano Parancola, (2000), “L’arte del vento e dell’acqua”, in  Magiche piante magiche, un itinerario segreto, Macro edizioni (Fo).




Ambiente e salute, il progetto

Lucio Sotte

Lo spazio ed il tempo sono il “qui ed ora” della nostra esistenza. Lo spazio è l’ambito in cui si svolge la nostra vita e le dà respiro, il tempo la scandisce con l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza, la maturità e la vecchiaia e con i suoi ritmi giornalieri suddivisi nelle fasi per il lavoro e la famiglia, le amicizie ed il riposo.

Gestire l’ambiente significa appropriarsi del proprio spazio e del proprio tempo rendendoli un’occasione unica per la propria piena realizzazione.

La gestione dello spazio ha una componente personale (quella relativa alla propria abitazione di cui ognuno è personalmente responsabile) ed una sociale (la strada, la piazza, l’ambiente di lavoro, il condominio, la città, la campagna la cui gestione è il risultato di un complesso sistema di responsabilità e sistemi decisionali).

È pleonastico affermare che la nostra salute sia correlata all’ambiente in cui viviamo e che dalla sua gestione più o meno oculata può dipendere il nostro stato di benessere o malattia che è influenzato non soltanto dalla qualità dell’aria che respiriamo, dall’acqua che beviamo e dal numero degli inquinanti fisici e chimici con cui entriamo giornalmente in contatto, ma anche dal fatto che la nostra casa, il quartiere, il paese e la campagna siano fatti a “misura d’uomo” o siano al contrario espressione di un modello di pensiero che privilegia altri interessi ed altri fattori.

Anche questo è un interessante argomento di discussione e di confronto se desideriamo parlare di salute aprendoci a 360 gradi sul nostro ecosistema.