Ordito della vita e tessitore del tempo: il du mai e la sua trama

Carlo Di Stanislao*, Cristina Aniello**

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“L’Uomo ha per norma la terra; La Terra ha per norma il Cielo; il Cielo ha per norma il Dao; il Dao ha per norma la spontaneità

Daodejing, cap. 25

 

La mia tela. Ho iniziata a ricamarla il mattino dopo che Ulisse è partito. Ci lavoro tutto il giorno e ogni battuta del pesante legno è un pensiero d’amore. La notte la disfo. Di giorno tesso la mia vita, di notte la disfo perché non è vita questa, non senza lui al mio fianco. Ho messo il telaio accanto alla finestra per vedere la sua nave all’orizzonte, per essere la prima a gridare “È tornato”. Lacrime di gioia e gocce di dolore vengono tessute ogni giorno assieme, una trama di vita che cresce di giorno e sparisce di notte

Odissea, Libro II

 

Riassunto: Il presupposto dal quale siamo partiti per l’elaborazione di questo lavoro è di considerare il Du Mai e il Ren Mai come padre e madre di tutti gli altri meridiani. I 52 punti di questi due meridiani straordinari si esplicano in tutti gli altri punti di agopuntura attraverso la declinazione dei loro punti su una linea orizzontale. Ritroviamo nella storia della medicina cinese molti esempi di punti organizzati su linee orizzontali rappresentanti i moderni metameri. Il concetto di orizzontalità viene analizzato e preso in considerazione anche da un punto di vista embriologico ed ontogenetico al fine di capire meglio l’utilizzo dei concetti esposti al livello clinico. Abbiamo scelto di declinare alcuni punti del Du Mai giustificando il perché siamo partiti da quest’ultimo e il perché della scelta nello specifico di determinati punti. Per ogni declinazione di punti abbiamo spiegato il significato simbolico, funzionale, nonché il riscontro pratico dell’utilizzo della linea .

Parole chiave: organizzazione metamerica dei punti, Du Mai, Ren Mai.

Summary: The premise from which we left for the elaboration of this work is to consider the Du Mai and Ren Mai as a father and mother of all the other meridians The 52 points of these two extraordinary meridians they occur at all other points of acupuncture through the declination of their points on a horizontal line. We find in the history of Chinese medicine many examples of dots arranged in horizontal lines representing the modern somites. The concept of horizontality is analyzed and taken into account as a point of embryological and ontogenetic view in order to better understand the use of the concepts to the clinical level. We chose to decline a few points of the Du Mai justifying why we started from the latter and because of the choice specifically of certain points. For each variation of points we explained the symbolic meaning, function, and the use of the line being achieved.

Keywords: metameric organization of the points, Du Mai, Ren Mai.

 

Introduzione storica

I testi di Mawangdui (recentemente tradotti in inglese da D. Harper) e della tomba di Wuwei (entrambi ritrovati nel 1972), il libro intitolato “Miriade di cose” nella tomba di Xiahou Zao (ritrovato nel 1977), i testi della tomba 247 di Zhangjiashan (tornati alla luce nel 1983) cui vanno aggiunti i trattati d’emerologia divinazione e magia di Fangmatan (riscoperti nel 1984) come altri classici, nel lungo processo di trasmissione, subirono numerose modifiche, censure e omissioni. Ma ciò che appare evidente in questi testi (e nel Nei Jing), aprendo una finestra da cui sbirciare la medicina classica, nel momento del completarsi del suo impianto teorico di base, senza le lenti deformanti dei commentatori e copiatori delle generazioni successive, è che i viventi, e soprattutto l’uomo, sono il risultato della combinazione dinamica di Yin e Yang, di Cielo e Terra, di padre e madre, da cui derivano tutte le forme viventi. Nell’uomo tutto questo attiene al compito dei due Curiosi Mediani e Centrali, Du e Ren Mai, il primo che ricapitola tutto lo Yang, il Cielo ed il padre, il secondo lo Yin, la Terra e la madre. L’insieme dei 52 punti di questi meridiani controlla ogni aspetto funzionale della vita e sui diversi piani. È a partire da questi Meridiani, che sorgono al concepimento col Chong Mai ed il cosiddetto Muscolo dell’Antenato (Zong Jin) che il corpo e lo spirito si strutturano e ristrutturano continuamente, percorrendo le varie tappe dell’intera esistenza. La costituzione rappresenta l’aspetto individuale più profondo dell’essere, difficilmente variabile, racchiude l’insieme delle caratteristiche autentiche, sia somatiche, funzionali che psichiche, proprie di ogni individuo. La costituzione, in gran parte ereditaria, si definisce al concepimento ed in gran parte riguarda il dialogo fra Du e Ren Mai. Non a caso i passaggi cruciali, psico-fisici e spirituali di ogni esistenza, detti 7 Po, pongono in relazione punti del Du e del Ren Mai secondo percorsi che nel primo caso sono discendenti per il Ren Mai (verso la Terra e la profondità tonica della sua comprensione) e ascendenti per il Du Mai (verso il Cielo) e la realizzazione più completa del proprio mandato. Secondo le tradizioni, prima che l’evoluzione o il dispiegamento dello Spirito possa avvenire, deve avvenire l’involuzione o il ripiegamento dello Spirito: il più elevato discende successivamente nel più basso. Quindi, i livelli più elevati sembrano emergere dai livelli meno elevati durante l’evoluzione – per esempio, la vita sembra emergere dalla materia – perché, e soltanto perché, vi furono depositati durante l’involuzione. Non si possono estrarre i livelli più elevati dai più bassi, a meno che i più alti non si trovino già lì, in potenza – dormienti – aspettando di emergere. È in questo che nella catena dei Po suscitano i punti in coppia discendete del Ren ed ascendente del Du.

Non è un caso, quindi, che lungo il Du Mai, lungo quell’asse di flessibilità che fa erigere il bambino (dal 4 al 14GV) e compone la flessibilità necessaria ad adattarsi alla vita, si trovi come punto nodale (sotto la spinosa della 6° dorsale) Ling Tai, il 10GV, la Terrazza della Vasta Chiarezza, il luogo che consente allo spirito di ritrovare se stesso, il suo ruolo ed il suo mandato, al Ling di recuperare il proprio Shen, ovvero la forza spirituale interiore, con una apertura di tutti gli organi di senso, collegato “metamericamente”, al CV 15 Jiu Wei, Luo dei Luo, collegamento fra uomo che ha ritrovato la sua autenticità ed ambiente, attraverso tutti i mezzi di contatto con il mondo. Come scrivono i classici la Colonna Vertebrale è la scala a pioli su cui l’uomo si arrampica nella vita, ma sappiamo che essa funziona grazie ad azioni di tutti i Curiosi, ma soprattutto di Du e Ren Mai in un processo durante il quale vi è un continuo svuotamento, per andare incontro a nuove esperienze non bloccate da quelle precedenti, siano esse positive o negative. In caso contrario non saremmo che vincolati, come vincolati sono i bimbi al padre e alla madre, non saremmo esseri autonomi, ma fotocopie dei comportamenti e dei nodi non sciolti parentali.

Com’è noto, poi, durante i Song Settentrionali (970-1127) il medico imperiale Wang Weiyi (987-1067) redige il testo di riferimento Tongren Shuxue Zhenjiu Tu Jing (1026) e sopravvede alla fusione di due statue di bronzo in cui si dettagliano nome, funzione, localizzazione e profondità di 354 agopunti lungo i meridiani ed altri 303 fuori meridiano, stabilendo lo standard di trattamento derivato dalla studio ma anche dalle verifica dei classici. È interessante notare che tali punti sono rubricati metamericamente e non lungo il percorso dei meridiani ed a questo standard per così dire orizzontale che dispone i punti in relazione alla funzione simbolica delle varie parti del corpo, si rifanno senza eccezioni le successive 5 Scuole che definiscono il variegato mondo della Medicina Classica Cinese. Kespì e più in generale l’Association Francaise d’Acupuncture, hanno basato il loro modo di concepire l’organizzazione dei punti secondo questo concetto ed altri Autori Italiani ne hanno portato avanti lo sviluppo ma partendo sempre, nella descrizione funzionale del metamero, dal Ren Mai, questo secondo l’assioma che vede, nei classici lo Yin descritto sempre prima dello Yang. Lo scopo invece del nostro lavoro è percorrere il metamero e comprenderne il significato partendo dai punti del Du Mai, poiché, come ci dicono tutti i testi, è il Cielo ad indurre il primo impulso e, ancora, sono i punti vertebrali di tale meridiano che portano l’uomo a staccarsi dai rapporti parentali per perseguire la propria Via. Infine perché, come scrive Li Shi Zhen nel Qi Qing Ba Mai Kao, il Du Mai è in relazione con lombi e bocca che sono, nel primo caso la nostra autonomia, nel secondo la nostra individualità come capacità di dare noi stessi attraverso la parola e ricevere il mondo attraverso il cibo.

 

Il concetto di orizzontalità

Analizziamo ora da un punto di vista pratico il perché abbiamo preso in considerazione la nozione di orizzontalità ed il suo risvolto nella clinica.

Per poterlo capire appieno dobbiamo partire dalle origini ossia dallo sviluppo embriologico dell’essere umano per proseguire ad analizzare quello ontogenetico.

I canali straordinari si formano e attivano nel periodo intrauterino, intervengono nell’embriogenesi e rappresentano la diffusione di tutti i soffi originali al momento del concepimento e restano attivi per tutta la vita. Dopo il concepimento, in cui prende forma il Jing individuale, la pulsazione vitale che origina dal Ming Men inizia ad espandersi con movimento dapprima verticale ma poi anche orizzontale. Questo movimento porta alla strutturazione dei Visceri Straordinari e dei Canali Straordinari. Questo avviene lungo il “tubo energetico dell’embrione”. Il tubo neurale presenta oltre che dei movimenti di arrotolamento e srotolamento anche dei movimenti di espansione in tutti i piani dello spazio. Da questo asse centrale si sviluppano orizzontalmente tutti i nervi spinali e cranici, ossia coloro che metteranno in relazione il centro con la periferia specificandone determinate funzioni e che noi metteremo in relazione con le declinazioni orizzontali dei punti del Du Mai.

Secondo Kespi i meridiani Du Mai, Ren Mai sono i genitori dei 3 yin e dei 3 yang, origine dei meridiani principali e di organi e visceri. Si declinano in tutti gli altri meridiani che ne specificano le loro funzioni. Nel cielo anteriore sono padre e madre di tutti gli altri meridiani.

In particolare il Du Mai essendo il mare dei 12 meridiani, ha un ruolo di controllo di tutto il sistema di coordinazione .

Potremmo infine dire che i Jing sono delle Vibrazioni che trasmettono verità essenziali della vita e alla loro origine ci sono Ren Mai e Du Mai.

Muscolo Ancestrale, Zong jin

Vale la pena soffermarci su una delle prime strutture orizzontali che si formano da un punto di vista energetico nel periodo embrionale.

Al concepimento sorge col Chong Mai il cosiddetto Muscolo dell’Antenato, Zong Jin, base orizzontale da cui partiranno Du mai e Ren mai. A partire da esso si costruisce tutto il “carpente”.

È importante capire che Zong Jin (letteralmente: “Muscolo dell’Antenato”) non designa un organo anatomico ma una funzione di vitalità localizzata al nocciolo fibroso del perineo. È una struttura primigenia da cui parte la costruzione dell’uomo attraverso i meridiani curiosi.

Questo termine risulta formato da zong, gli ancestri, e da jin, il muscolo.

Zong jin viene descritto come costituito da una parte alta (diaframma) e da una parte bassa (perineo, organi genitali), entambe poste su un piano orizzontale, e sarà a partire da esso che i soffi di Daimai dirigeranno lo sviluppo trasversale dell’embrione, a livello del tronco e delle membra superiori ed inferiori.

Quanto a Dumai, esso è responsabile dell’innervatura dei muscoli originati dal muscolo ancestro, nervi che li metteranno in relazione, quindi, con il midollo e il cervello.

 

Sviluppo ontogenetico

Consideriamo ora lo sviluppo ontogenetico nel quale ritroviamo il concetto di orizzontalità. È fondamentale capire come in questo caso l’orizzontalità sia sinonimo di stabilità. Il neonato prima di poter arrivare alla completa verticalità deve raggiungere delle tappe fondamentali che pongono delle basi forti e stabili affinché su queste possa costruirsi la verticalità. Tale concetto è fondamentale in ambito riabilitativo in quanto se non poniamo basi solide non possiamo far progredire il neonato nel suo sviluppo. Tali basi sono rappresentate dai due cingoli, scapolare e pelvico. Se non otteniamo una buona stabilità questi ultimi non potranno adempiere al loro ruolo di zona di appoggio (orizzontale) che permetterà il raggiungimento delle tappe motorie. Per esempio un neonato non può rotolare se non ha un buon appoggio del cingolo scapolare e se non attiva il cingolo.

Quindi cingolo scapolare e cingolo pelvico possono essere assimilabili al concetto di “charpente” così come i vari diaframmi del nostro corpo: pelvico, toracico, craniale.

 

Ordito e trama nel corpo umano

Facendo riferimento al titolo di questo lavoro, metaforicamente possiamo assimilare il Du Mai all’ordito di un tessuto e alla trama tutte le strutture e declinazioni dei punti sulle linee orizzontali.

Ordito viene da ordo, ordine, cominciare, esordire, origine; trama proviene da trans e meo, andare oltre.

La trama è composta da una serie di fili orizzontali che passano sopra e sotto ogni ordito.

Simbolicamente ogni incrocio tra trama ed ordito è un piccolo momento della nostra vita costituita dall’intero tessuto. 
Quando il filo passa sopra c’è la manifestazione quando passa sotto c’è il non manifesto, ci da l’idea di come alcune funzioni si manifestino e di come altre possano non manifestarsi rimanendo dentro di noi magari inscritte nel nostro corpo al livello dei tessuti o al livello inconscio. Starà a noi decifrare i segnali nascosti attraverso la palpazione del corpo e gli altri strumenti che abbiamo per fare la diagnosi.

 

Simbolismo ed architettura del corpo: architettura del vivente

Per capire appieno l’aspetto simbolico del Du Mai faremo riferimento al Maestro J.M. Kespi.

Il corpo umano viene descritto in maniera simbolica dalla medicina cinese attraverso i punti di agopuntura, le funzioni e le strutture. Attraverso questo modo di vedere l’uomo possiamo legare fra loto sintomi che apparentemente non sono in relazione ma che trovano un meccanismo che li collega da un punto di vista simbolico.

Gli esseri viventi non sono altro che l’incarnazione degli archetipi, ne rappresentano la loro traccia. Il corpo umano è dunque la traccia degli archetipi ed è attraverso questo simbolismo che si può accedere alla conoscenza. Simbolo “Xing” significa la “traccia della zampa dell’elefante” ossia vedendo la traccia, l’impronta dell’elefante senza vedere l’elefante stesso posso presumerne l’esistenza.

Il simbolo introduce una dimensione verticale alla nostra visione della vita e permette orizzontalmente di legare strutture, meccanismi o fenomeni apparentemente senza legami che rispondono allo stesso simbolo. Ecco perché parlare di simboli non è un qualcosa di astratto ma ha, invece, delle ricadute pratiche se iniziamo a leggere il corpo in chiave simbolica.

Fatta questa breve premessa capiamo l’importanza del Du mai che non è altro che l’impronta del Taiji sul corpo umano, cioè mette in comunicazione ciascuno di noi con il principio supremo. Ogni volta che un vivente arriva alla vita abbiamo subito queste due impronte VG e VC da cui derivano i 3 yin e i 3 yang, i 12 meridiani principali, i meridiani secondari, organi e visceri.

Il permanente, ossia il principio supremo si inscrive nell’effimero, ossia l’uomo, attraverso i meridiani.

 

La colonna come scala della vita

Un’altra visione del Du Mai da prendere in considerazione per capire il perché della scelta di questo meridiano curioso e di questo lavoro è quella proposta dal Maestro J. Yuen.

Il Vaso Governatore costituisce una sorta di scala della vita su cui si stratificano i traumi. Il VG è centrale e ai suoi lati ha le due branche del meridiano della vescica. La branca esterna risente dei traumi emotivi, quella interna dei traumi fisici. Entrambe provocano contrazione dei fasci muscolari che vanno ad incidere sul VG. Ogni trauma ha un aspetto psicologico, neurologico e immunitario.

Per essere liberi sarà necessario liberare il Du mai e quindi le tensioni che lo affliggono.

Il rachide si integra, quindi, nell’energetica globale del corpo, ed è implicato negli scambi antero-posteriori: lo Yang va da dietro ad avanti e inversamente fa lo Yin. Il blocco di uno di questi due movimenti si ripercuote sul rachide e sul Du Mai.

 

Declinazione di alcuni punti del Du mai

 

GV 4 (Ming Men 命門)

Parole chiave: nutrire, pulire, far nascere

GV4, BL23, BL52, GB26, ST25, SP15, KI16, CV8

– Livello metamerico L2-L3

– Inserzione del muscolo diaframma

– Inserzione del muscolo ileo-psoas, muscolo “pattumiera”

– Punto di nutrimento nella dinastia Song declinato con: 8CV (Shenque神闕), 16KI (Huang Shu), 25ST (Tianshu, 天樞), 15SP(Da Heng), 26GB (Daimai帶脈), BL52 ( Zishi ), 23BL (Shenshu 腎俞)

– Fine del passo della porta sacrale nella piccola circolazione energetica e partenza del secondo passaggio difficile della piccola circolazione da VG4 a VG14 Jia ji guan, passaggio spinale

– Corrisponde alla lordosi lombare, zona simbolica della messa in piedi in età infantile dell’individuo

– Punto appartenente alle Porte della Terra

– Punti Huatuo locali e gangli spinali del sistema simpatico, relazione stretta fra di loro

Funzione della linea

Tutta la linea ha una funzione di nutrizione profonda della persona, di comunicazione fra la terra e l’acqua, fra il Qi acquisito degli alimenti e il Qi renale. L’organismo può consolidare e nutrire il Qi innato attraverso il Qi acquisito attuando una nutrizione profonda.

Potremmo aggiungere a questa linea un’altra funzione, quella dell’andare nella vita. In fondo il VG4 è il luogo del nostro mandato, e per perseguire tale mandato l’individuo dopo aver ricevuto un nutrimento “puro” privo di tossine ha la forza necessaria per progredire nel mondo e occupare il suo spazio. Gli serviranno Qi innato (stiamo nella zona dei reni e dell’acqua), Qi acquisito (stiamo sulla linea della nutrizione), capacità di andare nel mondo (ci troviamo nella zona del riflesso di raddrizzamento).

VG4 è il luogo del mandato che ci è dato dal Cielo al fine di crearci e ricrearci. Controlla tutta la regione situata “tra, in avanti, e al di sotto dei reni” dove sono concentrate le energie ereditarie. Tale punto è attivo sulle energie ereditarie e per tonificare la regione dei reni.

È anche il punto di sollevamento dell’individuo, primo tentativo di mettersi in piedi dopo aver ricevuto il giusto nutrimento.

Da un punto di vista anatomico vi si inseriscono i muscoli diaframma e ileo-psoas. Muscoli che hanno entrambi a che fare con la separazione e l’eliminazione dell’impuro. Una delle tante funzioni del diaframma è quella di separare il chiaro dal torbido e di eliminare le tossine, separa per riunire, filtra per integrare e mantiene Puro e Impuro al giusto posto. Mentre il muscolo ileo-psoas viene chiamato in gergo osteopatico il muscolo spazzatura per la sua predisposizione ad accumulare le tossine del corpo. Inoltre quando subisce processi infiammatori genera lombalgie impedendo al soggetto di estendersi e alzarsi essendo un muscolo che flette e avvicina tra di loro femore e tronco. Quindi è direttamente collegato con l’alzarsi ed andare nel mondo occupando uno spazio nel mondo. La stessa funzione che il maestro J. Yuen attribuisce al VG4 nel neonato. Sono zone su cui si lavora in riabilitazione durante i primi mesi di vita del neonato. È la zona che attiva il cingolo pelvico e stabilizzandosi permette il movimento di rotazione del bacino durante il rotolamento, prima tappa fondamentale raggiunta dal neonato dopo il controllo del capo. Rotolare vuol dire avere la capacità di passare dalla posizione supina a prona e quindi di vedere il mondo sotto un’altra prospettiva dando il primo imput al volerlo conquistare qualche mese dopo con il gattonamento.

Hua Tuo e gangli del sistema simpatico: i punti Huatuo liberano calore da vescica e organi sessuali, hanno azione adrenergica e quelli in relazione con vescica ed organi sessuali agiscono sulla sensibilità del detrusore aumentando il controllo vescicale che equivale al controllo del territorio che si occupa, dello spazio che si ha nel mondo; il sistema simpatico rappresentato dai gangli, poi, favorisce la distensione uterina, l’erezione e l’eiaculazioni, atti necessari a un nuovo concepimento e, pertanto, ad un nuovo processo nutritivo.

 

GV 6 (Ji Zhong 脊中)

Parole chiave: mobilizzare i Fluidi per Formare Qi e Xue

Linea GV6, BL20, BL49, SP21, ST23, 17KI, 10CV

– GV6 Ji Zhong, Zhong inteso come Zhongqi o energia centrale e, ancora Yang puro della Milza. Ji inteso come colonna vertebrale.

– Punto di passaggio tra la curva lombare e dorsale al livello di T12

– Il metamero corrisponde a punti ad azione specifica sulla Milza (20BL Pishu脾俞), sullo spirito Yi (BL 49 Yishe意舍) SP 21 (Dabao大包), secondo Luo della Milza e 10CV (Xiaguan下脘), tutti punti che hanno (secondo il Sowen 61) a che fare o il trasporto e la mobilizzazione dei Fluidi, compito precipuo della Milza.

– I punti di Huatuo sono in relazione con i gangli simpatici che modulano la circolazione aortica addominale, deputata a nutrire organi essenziali per l’energetica generale dell’organismo: stomaco, milza-pancreas, fegato, intestini.

– La relazione, poi, Liquidi e Qi (Yang) è sancita direttamente da GV6, mentre quella fra Liquidi (Milza) e Sangue (Fegato,), dal 10CV, punto d incrocio, secondo lo Zhen Jiu Jia Yi Jing, dei Meridiani di Fegato e Milza.

Funzione della linea

Presenta tutti punti che hanno a che fare con il trasporto e la mobilizzazione dei Fluidi, compito della Milza.

Questa linea attiva la potenza dello Yang del Rene e la rende operante sui Liquidi, riserva centrale (Zhong significa Centro) di Energia e Sangue. Questa linea demarca due aspetti: il nutrimento attraverso lo Zhongqi e lo Yang puro di Milza e Stomaco e quella attraverso i Fluidi Corporei.

Per questo ultimo ruolo è la linea (con il 21SP) che libera dal Calore Tossico l’intero organismo.

 

GV 14 (Dazhui大椎)

Parola Chiave: Amministrare lo Yang

GV14, SI15, GB21,ST12,CV22

– Punto di passaggi colonna dorsale e cervicale

– Si articola con la prima costa, quindi con la zona delle clavicole

– Zona del ganglio stellato del sistema simpatico e punti Huatuo: il Piccolo Intestino 15, Jian Zhong Zu è l’apertura spaziale dello Yang Toracico ed assieme ai punti Hautuo locali attiva il ganglio stellato centro di passaggio delle vie simpatiche afferenti ed efferenti della parte superiore del corpo

– Zona di passaggio del nervo vago

– Zona d’inserzione importante dei muscoli del collo e delle fasce

– Punto di arrivo del secondo passaggio difficile della piccola circolazione da VG4 a VG14 jia ji guan, passaggio spinale

– Inizio del terzo passaggio difficile della piccola circolazione energetica passaggio del cuscino di giada

– Punto e metamero di incrocio di tutto lo Yang

– Relazione con il naso e l’olfatto.

Funzione della linea

Essendo GV14 punto e metamero di incrocio di tutto lo Yang e della sua circolazione capiamo come sia una linea che abbia come funzione principale quella di amministrare lo Yang.

Non meraviglia che tutti i punti fino al VC 22 abbiano relazione con il naso e l’olfatto, senza dubbio il più etereo e quindi Yang dei sensi.

Inoltre, essendo una zona di molte inserzioni di strutture miofasciali del collo capiamo l’importanza che non ci siano restrizione di qualsiasi genere. È una zona delicata sia da un punto di vista anatomico, per la presenza di strutture delicate, sia da un punto di vista energetico, per i passaggi difficili della piccola circolazione. Ci troviamo in una zona molto yang e in quanto tale deve poter essere libera di muoversi nelle varie direzioni dello spazio. Non a caso è la zona in cui inizia la colonna cervicale, deputata ad orientare il capo e quindi gli organi di senso nello spazio. Se consideriamo inoltre la stretta relazione che vi è con l’olfatto possiamo pensare che abbia a che fare con il sentire a naso le situazioni della vita e compiere delle scelte sul dove andare. Dopo la relazione stretta che il Du Mai ha con la bocca e il sapore troviamo una relazione con l’olfatto, due sensi molto affini fra di loro.

Inoltre non dobbiamo scordarci che il Du Mai attraverso i suoi canali secondari interviene nelle relazioni con il mondo esterno.

 

GV 16 (Feng Fu風府) 
Parola chiave: Attivare l’endocranio

GV16, GB20, TB16, SI19, CV24

– Il punto è in relazione con l’endocranio e con il Jing, muove le energie endocraniche come fa anche il metamerico TB 16, che è l’ingresso dello Yang celeste che muove lo Shen autentico a livello della testa (sono entrambi Punti Vento).

– Gli occhi le orecchie (come il 20GV Baihui百會) sono in relazione con l’endocranio e, lungo questa linea vi sono i due punti specifici di controllo di tali orifizi: GB 2 anteriormente si ricollega a CV 24 (Chengjiang 承漿), che raccoglie la saliva per trasformarla in Jing ma è anche il punto terminale del Ren Mai utile nelle forme depressive organiche con vuoto di Jing a livello cerebrale (secondo Duron e Darras).

– GB2 (Tinghui 聽會) per gli occhi e SI 19 (Tinggong 聽宮 ), per le orecchie.

– Terza zona di passaggio difficile della piccola circolazione cuscino di Giada.

– Zona fondamentale da normalizzare in osteopatia: occipite-C1

– Ganglio cervicale superiore del simpatico

– Inserzione muscolatura collo e fascia cervicale superiore

– Punto finestra del cielo

– Punto barriera.

Funzione della linea

In relazione con l’endocranio e con il Jing muove le energie endocraniche.

La cerniera occipitale rappresenta la zona di separazione della testa dal collo, ossia la “barriera occipitale”. Viene descritta coma la barriera del cielo Tian Guan. Tale barriera comprende i tre punti del Du Mai 15,16,17. VG16 ha il compito di mettere in movimento i soffi e il sangue nell’endocranio.

Da un punto di vista anatomico questa cerniera è di fondamentale importanza. La funzione della colonna cervicale e in particolare della cerniera superiore è associata a tutti gli organi sensoriali, ha relazioni sia col sistema nervoso simpatico che parasimpatico, ha un contatto stretto con l’arteria vertebrale deputata al trasporto del sangue al cervello e ha un ruolo fondamentale nella postura.

J.H.H. Niboyet è stato il primo a segnalare la modificazione del polso in concomitanza ad un blocco C0-C1-C2 con un ritorno alla normalità dopo manipolazione.

L’equilibrio ristabilito, di riflesso, mi porterà ad avere una buona funzionalità di tutti i muscoli che si inseriscono sull’occipite e sulle prime vertebre cervicali, quindi anche dello sternocleidomastoideo (scom) e di conseguenza delle finestre del cielo che sono strettamente legate, come vedremo dopo, agli orifizi dell’alto.

 

Come trattare le linee con il Tuina

In letteratura non troviamo menzionato il trattamento delle linee orizzontali con il Tuina. Pertanto possiamo proporre un’idea di trattamento utilizzando le manovre che già conosciamo per trattare zone similari. Per esempio può essere utile prendere come modello il trattamento del diaframma e del Dai Mai essendo anch’essi a decorso orizzontale. Alle manovre di base sarebbe consigliabile aggiungere le bashen fa e le yao fa più consone alla zona che stiamo trattando.

Il trattamento della linea può essere inserito all’interno della seduta che ci siamo prefissati di fare. In base alla linea scelta e ai meridiani che stiamo trattando l’ideale sarebbe stimolare la linea senza far fare al paziente troppi cambi di posizione. Pertanto si può partire da proni stimolando i due emilati posteriori del torace per poi far girare il paziente supino e proseguire con il passaggio sui due emilati anteriori. Oppure si può lavorare con il paziente in decubito laterale sempre partendo dal punto del Du Mai, trattare un emitorace per poi far girare il paziente sull’altro fianco. La scelta viene fatta in base alle nostre preferenze di modalità di lavoro, l’importante è posizionare correttamente il paziente. Soprattutto se lavoriamo con il paziente in decubito laterale, dobbiamo posizionarlo con l’ausilio di cuscini in maniera tale che la linea e i punti da trattare siano liberi e “aperti”.

La palpazione di queste aeree ci può dare indicazioni di tipo diagnostico sul Du Mai, a seconda che le vertebre siano più o meno distanziate fra loro. Quindi se troviamo una vertebra che è più ravvicinata del normale si può fare un lavoro ai lati delle spinose per far sì che il canale si apra.

Le manovre principali che usiamo sono le stesse che si prediligono per lavorare sul tronco. Il tuifa con le varianti fentuifa e heituifa, sono utili per preparare e scaldare la linea. La scelta della porzione della mano da utilizzare viene fatta in base alla zona che stiamo stimolando. Successivamente possiamo utilizzare roufa o anroufa sui punti della linea. Infine su alcuni punti, solitamente appartenenti al Ren Mai, sui quali vogliamo agire in profondità potremo utilizzare manovre vibratorie.

All’olio di base utilizzato per il massaggio può essere aggiunto un olio essenziale diluito scelto in base ai nostri obiettivi di trattamento da utilizzare solo lungo la linea.

Le bashen fa e yao fa possono essere consigliate per agire su linee disposte in zone particolari, come per esempio quella del VG14 e VG16. Queste manovre ci permetteranno di preparare la linea aprendo bene i punti e le zone da trattare. Un ultimo strumento importante, trovandoci in zone appartenenti alla gabbia toracica, è la respirazione. Il paziente attraverso la respirazione guidata dal terapeuta può aiutarci ad ottenere un ulteriore rilasciamento dei tessuti e quindi un’apertura maggiore della zone da stimolare.

Come rituale di chiusura del trattamento della linea possono essere posizionate le mani aperte con il palmo sul punto di VG e quello di VC, e fare un ascolto fra i due punti al fine di mandare un segnale di completezza della linea.

 

Bibliografia

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– Corradin M., Di Stanislao C., Parini M. (acura di) Medicina tradizionale cinese per lo shiatsu e il tuina Casa Editrice Ambrosiana 2011

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– Sergueef N. C0, C1, C2, données physiologiques et normalizations, Ed. Spek 2002

  • Simongini E., Bultrini L. (a cura di) Le lezioni di Jeffrey Yuen volume 1 “I Meridiani Tendino-muscolari, I Meridiani Distinti, Ed. Xinshu, Roma, 2014.

Autori: Cristina Aniello, Carlo Di Stanislao

cristina.aniello78@gmail.com

carlo.distanislao@gmail.com

 

 

 




Terapia ragionata con agopuntura e farmacologia cinese

Lucio Sotte*

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Terapia Ragionata con Agopuntura e Farmacologia Cinese è l’ultima opera che Giorgio Di Concetto offre al mondo medico ed accademico italiano per presentare la sua esperienza clinica nell’uso della medicina tradizionale cinese per il trattamento dei più comuni quadri sindromici che osserviamo nei nostri ambulatori.

Come afferma la presentazione del volume: «Raccoglie 78 casi clinici trattati dall’autore con agopuntura e farmacologia cinese nell’ambito di una medicina cinese rigorosa, basata sull’applicazione delle otto regole, sulla differenziazione delle sindromi, sulle proprietà degli agopunti e dei rimedi farmacologici….La descrizione di ciascun caso clinico è completata dalla relativa patogenesi, dalla diagnosi e dall’indicazione dell’indirizzo terapeutico» che viene esplicitato in agopuntura, moxibustione, coppettazione ed in farmacologia cinese con ampio uso di ricette personalizzate di estratti secchi di rimedi medicinali cinesi o di patent medicine in distribuzione nelle farmacie del nostro paese.

Scorrendo le pagine del volume mi sono ritrovato con la descrizione dei quadri clinici che sono quelli che, con lo stesso ordine di frequenza, mi capita di osservare e trattare nella mia pratica clinica quotidiana.

In primo luogo la disarmonia fegato/milza-pancreas, che è certamente in quadro sindromico correlato alle patologie più diffuse tra i nostri pazienti, associata o meno al deficit di yin di rene, di fegato e meno frequentemente di cuore.

Poi i deficit di yin di rene, polmone e stomaco, i deficit di qi e di sangue e quelli di yang.

Alla fine del volume l’autore presenta i quadri di stasi di qi e xue, quelli di tan/umidità ed infine quelli di calore e fuoco.

Il testo ha uno scopo eminentemente didattico e – come è sempre stato per le opere di Giorgio Di Concetto – vuole condurre per mano il lettore ad esaminare in dettaglio la sintomatologia per interpretare la patogenesi della malattia ed impostare conseguentemente diagnosi e terapia.

Sia nel trattamento in agopuntura che in quello in farmacologia cinese viene presentata la ricetta dei punti e quella dei rimedi, che vengono poi commentati singolarmente per permettere al lettore di comprendere appieno sia la loro scelta che il motivo del loro utilizzo all’interno della formula.

I diagrammi di patogenesi che accompagnano ogni caso clinico completano le spiegazioni del testo ed aiutano la sintesi visiva che permette di percepire con un colpo d’occhio i talora complessi fenomeni che sono alla base dell’evoluzione della storia clinica del paziente.

Le appendici completano il volume, quella dedicata alla classificazione e all’indice dei fitofarmaci e delle ricette utilizzati nel volume, ma soprattutto l’inserto delle lingue che aiuta ad avere un riscontro visivo della descrizione della glossoscopia che ritroviamo nel testo.

Credo che la scrittura e preparazione di questo volume siano state la maniera migliore per festeggiare i primi 80 anni dell’autore al quale rivolgo le mie congratulazioni per il volume ed i miei auguri perché la Sua vena letteraria prosegua nei secondi 80 da poco iniziati!

 

 




Agopuntura in emergenza

Lucio Sotte*

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«Curare in emergenza con gli aghi. Un prontuario, un vademecum per agopuntori, corredato di note pratiche, approfondimenti teorici, specifiche scelte terapeutiche.» con queste parole inizia la presentazione di Agopuntura in Emergenza, l’ultima opera di Paola Poli e Carlo Moiraghi che ho il piacere di presentare ai lettori di Olos e Logos: Dialoghi di Medicina Integrata.

Carlo e Paola hanno “inventato” un metodo nuovo di utilizzare la terapia con agopuntura: quello di prendersi cura di situazioni estreme che, iniziato nel 2005, in occasione dello tsunami indiano, è proseguito a Calcutta e Velankanni nelle case di madre Teresa, a Katmandù in Nepal e recentemente ad Amatrice.

Così ha preso vita da sé, quale movimento spontaneo – racconta Paola – AGOM , Agopuntura nel Mondo, l’associazione senza scopo di lucro che porta il sostegno dei volontari e della loro pratica medica di agopuntura nei luoghi dove a causa di eventi sismici o di altre calamità naturali affiora il bisogno della popolazione colpita.

Il volume ha un evidente duplice scopo: certamente quello di insegnare come utilizzare l’agopuntura nelle patologie dell’emergenza, ma anche quello di accompagnare il medico a riscoprire il suo ruolo imparando dal rapporto con i pazienti il senso del suo lavoro ed infine il senso della sua vita.

«Non sai come sarà, l’immaginazione non è mai come la sensazione vissuta sulla pelle.

Degli odori e colori, le magrezze, il gonfiore di talune persone ti resteranno dentro.

Pochi giorni trascorsi in un altrove del mondo ti cambieranno magari più di quanto possano farlo alcuni anni vissuti nella tua città. Se stai per partire per un luogo colpito da qualche calamità, l’aereo vuoto ti indurrà a chiederti come mai hai deciso di andare dove quasi nessuno desidera recarsi. Mentre te lo domandi mentre hai chiaro che per avere questa risposta dovranno trascorrere diversi giorni E che nemmeno al rientro forse avrai la risposta attesa.

Proprio in quel momento osservi i tuoi compagni di viaggio.

Saranno anche pochi ma hanno il cuore aperto. Lo rivelano gli occhi vincenti nelle mani calme. Non te ne sei accorto ma sorridi anche tu.

Stai partendo per metterti al servizio degli altri.

Il mondo si è spostato via inghiottito abitudini e sicurezza anche solo una carezza può rappresentare molto dove stai andando. Sai che troverai andare di più………

Queste esperienze penetrano stabili e sottili,tramite i sensi si insinuano nella pelle e nel corpo, si fanno tue, ti fanno bene.»

Così il racconto si snoda attraverso i primi capitoli i cui titoli descrivono appieno il senso della narrazione:

1 Lo straniero sei tu ricordalo

2 Non avere premura

3 Richiede tempo, lascia che accada

4 Sceglili

5 Non imporre, tu sei al servizio

6 La stanchezza arricchisci, però ricordati di riposare

7 Scegli la realtà

8 Sei tu il paziente

9 Abbi sempre fiducia

10 Accorgiti di quanto impari.

È solo una volta compreso il senso del “prendersi cura” che gli autori presentano gli argomenti specifici del trattamento delle emergenze in agopuntura attraverso una rivisitazione dei capitolo più significativi dell’anatomofisiologia, eziopatogenesi e principi di terapia della medicina cinese

Prima la descrizione del corpo energetico embrionario attraverso la vescica biliare, i vasi embrionali, i visceri, i punti. A questo punto inizia un approfondimento di diagnostica attraverso gli zangfu, i vasi, i canali, le sostanze preziose ed infine le sindromi degli organi e visceri. La via maestra della terapia viene descritta partendo dal protocollo terapeutico ed arrivando alla presa in carico ed infine la descrizione vari punti attraverso il quale è possibile una terapia efficace di agopuntura.

Alcune pagine sono dedicate al diario delle esperienze a Calcutta e Velankanni nelle case di madre Teresa, a Katmandù in Nepal e recentemente ad Amatrice con la descrizione di alcuni casi clinici particolarmente significativi.

 

Sono riconoscente a Paola e Carlo di averci fatto dono con questo volume della loro esperienza di questi anni in cui hanno donato il loro tempo per rispondere al bisogno delle popolazioni colpite da calamità naturali, insegnandoci un metodo per la pratica dell’agopuntura e per riscoprire il senso della vita e della nostra professione.




Brevi note sul 2017: anno del gallo di fuoco Carlo Di Stanislao

Carlo Di Stanislao*

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“Per avere successo nella vita adulta , hai bisogno di capacità creative per guardare come il mondo sta cambiando velocemente”

Robert Sternberg

“Se devi imparare a fare qualcosa è meglio che impari a farla bene”

Cristopher MacDonald

Il nuovo anno cinese inizierà il 28 gennaio (si chiuderà il 15 febbraio 2018) è sarà sotto il dominio del Gallo di Fuoco, segno adrenalinico puro, generoso e talentuoso, che porterà nuove possibilità lavorative ed innovazione in tutto il mondo. Moda, estetica e look potrebbero assumere particolare rilevanza: il Gallo è vanitoso, ama sciorinare cresta e piume colorate e voluminose e l’anno caratterizzato dal suo Segno vedrà sicuramente balzare in primo piano questi settori. Le persone più motivate ed in grado di fare squadra saranno le più fortunate in questo anno che, come numeri fortunati avrà il 5, il 7 e l’8; come mesi fortunati il secondo, quinto e undicesimo del calendario cinese (febbraio, maggio 2017 e gennaio 2018), come giorni fortunati il quarto e ventiseiesimo di ogni mese, come colori propizi il marrone, l’oro ed il giallo e come fiori porta fortuna il gladiolo e la cosiddetta “cresta di gallo”. I nati in questo anno saranno persone con grande autostima, con innata capacità di accettare ogni sfida ed ingaggiare qualsiasi gara. Quando c’è un obbiettivo da raggiungere, un nemico da battere, o una meta da conquistare, loro sanno sempre come farlo. Sul fronte della carriera e della finanza tutto è rosa: sicurezza e stabilità sono assicurate. Stiamo parlando di persone che contano, potenti ed allo stesso tempo degne di fiducia, a cui tutti guardano con ammirazione e rispetto. Difetto principale è l’egoismo, che a volte risulta esasperato, per cui solo i Galli di Fuoco con capacità comunicative avranno vita sentimentale facile e fortunata. Secondo la visione classica paleosinense, ciò che i Galli di Fuoco debbono imparare è che le necessità degli altri sono tanto importanti quanto le proprie. Da un punto di vista medico, stando ai capp. 66 e 68 del Sowen, l’Energia Celeste sarà la Yang Ming e quella Terrestre Shao Yin. Come Energia generale dominerà la Secchezza (Zao), il Metallo (Jin) sarà in Pienezza e minaccerà il Legno per cui, secondo il cap. 69, saranno frequenti cefalee, fibromialgie, tendiniti, congiuntiviti, disturbi allergici e digestivi, disturbi mestruali per ritmo, durata e quantità. I periodi dell’anno più a rischio sono la Primavera (per eccesso di Vento) e l’Estate per via della Secchezza. Impiegare cibi piccanti in primavera e molta frutta, verdura, latte e latticini freschi sarà molto utile nei due rispettivi periodi. Il punto più attivo da pungere durante l’anno sarà SP 2 (Dadu, 大都), con puntura di lunga durata (il Sowen 72 dice: 7 atti respiratori lenti e completi). Per combattere la Secchezza che darà luogo a dermatosi squamose, grande sete, stipsi, turbe degli organi di senso (nutriti dai Jin puri sospinti in alto dal Polmone attraverso i punti Finestra del Cielo), usare punti che trattengono i Liquidi come 7SP (Lougu, 漏谷), 10 KI (Yingu, 陰谷) e punti attivi sul Triplice Riscaldatore, grande regista della circolazione dei Liquidi, come 39 (Weiyang, 委陽), 22 BL (Sanjiaoshu, 三焦俞) e 5CV (Shi Men, 石門) . La Secchezza è una energia Yang che fa appassire e penetra attraverso naso e bocca, soprattutto in Autunno, causando Vuoto dei Liquidi riserva di Energia e Sangue e, pertanto, frequenti saranno le profondi astenie psicofisiche e la perdita di entusiasmo. In generale la Secchezza si manifesta per progressivo vuoto di Yin, Sangue e Liquidi ed è molto difficile da eradicare. In fitoterapia energetica con principi occidentali, secondo la nostra esperienza, dare, in tisana (per umidificare al meglio): Borrago officinalis (se vi è febbre ed afonia), Melissa officinalis (per pelle, bocca e lingua secche) e Arctium lappa (se vi è febbre con espettorazione scarsa e collosa. La Borragine (diaforetica) può aggravare (a lungo andare) la secchezza e va usata per breve tempo (15 giorni). Il Gingko biloba umidifica il polmone e calma lo spasmo bronchiale ed è utile, pertanto, in caso di secchezza con tosse asmatiforme. Il Tuina effettuato in tonificazione sui Merdiani di Grosso e Piccolo Intestino, può essere utile per contrastare la Secchezza, poiché sono questi due Visceri ad incaricarsi, secondo il Sowen ed il Ling Shu, della produzione dei Liquidi.. Per il Vento, oltre ad impiegare in dispersione i punti Vento (Feng), occorre tonificare il Sangue, impiegando, soprattutto i punti 14LR (Qimen, 期門), 6 SP (Sanyinjiao, 三陰交) e 17BL (Geshu, 膈俞). Nel massaggio Tuina, impiegare tecniche rapide e superficiali sui Merdiani di Vescica Urinaria ed Intestino Tenue (Asse Tai Yang) per eliminare il Vento (Zhi Feng) e tonificazione dei Meridiani di Ministro del Cuore, Fegato e Stomaco, per produrre il Sangue (Bu Xue). Per impedire l’inibizione del Metallo sul Legno disperdere il 4 LR ( Zhongfeng, 中封; punto Jing prossimale-Matallo del Fegato) e 44GB (Zuqiaoyin, 足竅陰; punto Jing distale-Metallo della Vescica Biliare), secondo il dettato del Nan Jing. La Secchezza aggredirà facilmente il Polmone causando tose secca, respiro ansimante, labbra secche e screpolate, faringodinia, febbre leggera pomeridiana o serale, lingua secca, rossa, induido fine e secco, polso fine (Xi) e rapido (Xu). Punti utili per tale condizione sono Zhongfu (1LU), Feishu (13BL), Bulang (22KI), Pohu (42BL), Geshu (17BL), Sanyinjiao (6SP). In farmacoterapia usare la formula Hai Er Shen, composta da: Tai Zhi Shen (radix Pseudostellariae heterophyllae) g 15, Bei Sha Shen (radix Glehniae littoralis) g 15/30, Mai Men Dong (tuber Ophipogonis jiaponicus) g 10, Bai He (bulbus Lilii) g 15/30, Yu Zhu ( rhizoma Polygonati odorati) g 10, Bei Mu (bulbus Frittellariae) g 6, Shan Yao (radix Dioscoreae oppositae) g 15, Shi Da Gong Lao (herba Mohoniae) g 15/30, Mu Dan Pi (corte Moutan radicis) g 10, Chi Shao Yao (radix Paeniae rubra) g 10, Tao Ren (prunus Persicae) g 10. Per umidificare il Polmone (Run Fei), quando il quadro è dominato da sete, tosse secca e pelle secca e desquamante, si possono utilizzare Shizonepeta tenuifolia (Jing Jie) ed Aster tartataricus radix (Zi Wan). In fitoterapia energetica con principi occidentali Estratti Fluidi (con minore tenore alcolico delle Tinture Madri in modo da non aumentare la disidratazione da etanolo) di Eucalipto e Althea: 15 gocce di ciascuno a stomaco pieno, da 1 a 3 volte al dì. In dietetica utili i sapori acidi che astringono ed umidificano: dare pomodori crudi, agrumi, olive, carne di montone ed agnello. Naturalmente la Secchezza, riguardando il Metallo, può colpire anche il Grosso Intestino, causando: feci secche, caprine, difficili da evacuare, bocca secca, polso è fine (Xi) e rugoso (Se), con lingua epilata. Bisogna umidificare il grosso intestino (Run Chang), usando i punti 26 ST (Wailing, 外陵), 25BL (Dachangshu, 大腸俞), 37ST (Shangjuxu, 上巨虛). In farmacopea cinese si usano la Cannabis sativae semen (Huo Ma Ren) ed il Pruni japonicus semen (Yu Li Ren). In fitoterapia Energetica con principi occidentali utili la Liquirizia e la Malva, o in decotto o in Estratto Fluido (vedi sopra a proposito del tenore alcolico), sempre 15 gocce di ciascuno da 1 a 3 volte al dì dopo i pasti. Infine, bisogna bere almeno due litri di acqua al giorno e mangiare cereali ricchi in mucillagini, oltre a vari tipi di semi. Se è vero che il Metallo inibisce il Legno, sarà anche possibile (ciclo Wu o Disprezzo) che il Legno vada a contro inibire il Metallo, causando accumulo di Calore (Re) con asma neurodistonica in soggetti giovani (crisi asmatiformi con reperti ascoltatori secchi). Tale condizione può anche causare risveglio precoce attorno alle 2-3 di notte. Rimedi utili sono il Chelidonium majus ed il Pneumus boldus (entrambi da evitare in caso di colelitiasi). Una buona tisana è quella composta da Tiglio fiori, Boldo foglie, Eupatoria pianta intera, Sylibum marianum pianta intera, Melissa foglie, Fumaria pianta intera, Asperula odorosa pianta e Cynara scolimus foglie; 5-10 g di ciascun rimedio. Nella nostra esperienza ed in quella di altri AA utile la formula Di Qi Wan, composta da Liu Wei Di Huang Wan più Wu Wei Zhi: Schisandra chinensis, che umidifica il Polmone e combatte il Calore. Nel Tuina disperdere il Fegato e sostenere il Polmone. In agopuntura trattare i punti 14LR (dispersione), 1 LU (tonificazione) ed il punto specifico 8 LU (Jingqu, 經渠), in forte dispersione. La Secchezza ambientale, in soggetti con familiarità o predisposizione a causa di terapie farmacologiche (cortisonici, ciclosporina, ecc.) o obesità, causerà facilmente diabete mellito grave e severo. In effetti in Medicina Cinese la malattia diabetica viene definita “Xiao Ke”; è inserita fra le affezioni dei “Liquidi Organici” (Jin\Ye) e legata sia a cause costituzionali (vuoto di jing renale e di yin) che acquisite (intemperanze alimentari, turbe psichiche protratte). Tali affezioni sono già segnalate nei vari classici (Su Wen capp. 4 e 47, Ling Shu cap. 46, Jin Gui Yao Lue, Wai Tai Mi Yao, Ji Sheng Fang, Zhen Jiu Jia Yi Jing, Shang Lun Pian) ed i sintomi cardinali sono: poliuria, polidipsia, polifagia, perdita di peso (xiao-ke si puo’ tradurre come “emaciazione e sete”). Il trattato “Nei Ke Xue” (libro I) considera la malattia diabetica “un esaurimento dei liquidi organici con sviluppo di calore e secchezza-calore che perturbano i liquidi organici“. Questo esaurimento darà luogo a Calore che invaderà insieme alla Secchezza i Tre Fuochi (Triplice Riscaldatore). Avremo pertanto tre forme cliniche:

– Calore e Secchezza al TR-Superiore: I sintomi sono polidipsia, poliuria (il Polmone è “il tetto dei Liquidi”), sensazione di febbre (a causa del calore), bordo e punta della lingua rossi, polso accellerato (shuo) o vasto (hong). Complicanze frequenti sono le micro e macroangiopatie da iperplasia intimale o aterosclerosi secondaria. Noi consigliamo come trattamento: agopuntura SP6, K2-3-6, BL17-13, LU10-11, CV23, LI4. Fitoterapia: Eucalyptus globosus, Trigonella faenum graecum, Vinca Minor, Urtica Urens (in Estratto Fluido o in Tintura Madre. Al massimo “melange” di tre piante per 3\4 volte al dì).

– Calore e Secchezza al TR-Medio: I principali sintomi sono polifagia, dimagrimento (segni di calore allo Zhong Jiao), feci secche e dure (per calore allo yang-ming ed esaurimento interno dei liquidi), induido linguale giallo-secco, polso scivoloso (hua) e forte. Complicanze frequenti sono le “disautonomie diabetiche”. Agopuntura: SP6, K21, BL17-21, LI11, PC6, ST36. Fitoterapia: Agrimonia eupatoria, Arctium lappa, Juglans regia, Juniperus communis, Geranium odorantissimum o robertianum, Cinchona succirubra.

– Calore e Secchezza al TR-Inferiore: sintomi sono poliuria, urine torbide (lipuria), labbra secche, xerostomia. La lingua è rossa e disidratata ed il polso profondo (chen), fine (xi) e precipitoso (shuo). Nelle fasi più avanzate impotenza, lombalgie, debolezza dei lombi e delle gambe. La presenza di un polso senza forza è indice di gravità. Complicanze frequenti sono la nefropatia nefrosica di Klimmstein-Wilson e l’ipertensione. Agopuntura: SP6, K2-6-7, BL17, 4-6CV, 4-20GV. Fitoterapia: Achillea millefolium, Taraxacum dens leonis, Equisetum hiemalis.

In un anno dominato dalla Secchezza saranno frequenti i casi gravi con interessamento dei Tre Riscaldatori e con polifagia, polidipsia, poliuria e perdita di peso. In questi casi tratteremo in agopuntura i punti K 2-6, BL17-22, SP6, PC6 e in Fitoterapia impiegheremo Eucalyptus globosus, Arctium lappa, Achillea millefolium. Per quanto attiene alla Farmacologia cinese saranno da consigliare:

Per il TR-Superiore: Bai Hu Jia Ren Tang (decozione della Tigre Bianca arricchita con Ginseng) che si compone di: 
- Radix Panax ginseng (Ren Shen) 17%
- Gypsum fibrosum (Shi Gao) 30%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 15%
- Semen Oryzae non Glutinosae (Jing Mi) 30%
- Radix Glycyrrhizae Gan Cao 8%. 
TR-Medio: Si prescrive la decozione Yu Nu Jian (decozione della Bella di Giada): 
- Gypsum fibrosum (Shi Gao) 33%
- Radix Rehmanniae prepaMilza-Pancreas (Shi Di Huang) 22%
- Radix seu Tuber Ophiopogonis (Mai Men Dong) 17%
- Radix Achyranthis bidentatae (Huai Niu Xi) 17%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 11%.

– Fructus Lycii (Gou Qi Zi) 7%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 7%
- Radix Rehmanniae recens (Sheng Di Huang) 7%
- Rhizoma Alismatis (Ze Xie) 6%
- Rhizoma Dioscorae oppositae (Shan Yao) 7%
- Radix Ginseng (Ren Shen) 7%
- Radix Glycyrrhizae (Gan Cao) 7%.

TR-Inferiore: Si prescrive Liu Wei Di Huang Wan già esaminata alla nota 9.

Per i Tre Riscaldatori: San Xiao Wan (Pillole dei Tre Dimagrimenti):

– Radix Panacis Quinquifolii (Xi Yang Shen) 10%
- Radix Trichosantis (Tian Huan Fen) 10%
- Radix Rehmanniae prepaMilza-Pancreas (Shu Di Huang) 10%
- Herba seu Caulis Dendrobii (Shi Hu) 7%
- Radix seu Tuber Asparagi (Tian Men Dong) 7%
- Rhizoma Polygonati odorati (Yu Zhu) 7%
- Fructus Mori (Sang Shen) 7%
- Fructus Lycii (Gou Qi Zi) 7%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 7%
- Radix Rehmanniae recens (Sheng Di Huang) 7%
- Rhizoma Alismatis (Ze Xie) 6%
- Rhizoma Dioscorae oppositae (Shan Yao) 7%
- Radix Ginseng (Ren Shen) 7%
- Radix Glycyrrhizae (Gan Cao) 7%.

 

 

Letture consigliate

  • – Borsarello J.F.: Dictionaire de Médicine Traditionnele Chinoise, Ed. Masson, Paris, 1984.
  • – Corradin M., Di Stanislao C., Parini M.: Medicina Cinese per lo Shiatutsu ed il Tuina, Ed. CEA, Milano, Voll I-II, 2001.
  • – Di Stanislao C., Brotzu R.: Manuale didattico di agopuntura, Ed. CEA, Milano, 2008.
  • – Di Stanislao C., Paoluzzi L.: Phytos, Ed. MeNaBi, Terni, 1990.
  • – Grisson P.: Nan Jing, Ed. Masson, Paris, 1984.
  • – Husson A.: Huang Di Nei Jing Sowen, Ed. ASMAF, Paris, 1974
  • – Paoluzzi L., Deodato F., Di Stanislao C.: La dieta per tutti, Ed. Morphema, Terni, 2016.
  • – Sportelli M.: Astrologia cinese, Ed. Xenia, Milano, 2002.
  • – Wong M.: Ling Shu. Pivot D’Esprist, Ed. Masson, Paris, 1987.
  • – Wu Y. & Fisher W.: Practical Therapeutics of Traditional Chinese Medicine, Ed. Jake Fratkin, New York, 1998.

“Per avere successo nella vita adulta , hai bisogno di capacità creative per guardare come il mondo sta cambiando velocemente”

Robert Sternberg

“Se devi imparare a fare qualcosa è meglio che impari a farla bene”

Cristopher MacDonald

 

Il nuovo anno cinese inizierà il 28 gennaio (si chiuderà il 15 febbraio 2018) è sarà sotto il dominio del Gallo di Fuoco, segno adrenalinico puro, generoso e talentuoso, che porterà nuove possibilità lavorative ed innovazione in tutto il mondo. Moda, estetica e look potrebbero assumere particolare rilevanza: il Gallo è vanitoso, ama sciorinare cresta e piume colorate e voluminose e l’anno caratterizzato dal suo Segno vedrà sicuramente balzare in primo piano questi settori. Le persone più motivate ed in grado di fare squadra saranno le più fortunate in questo anno che, come numeri fortunati avrà il 5, il 7 e l’8; come mesi fortunati il secondo, quinto e undicesimo del calendario cinese (febbraio, maggio 2017 e gennaio 2018), come giorni fortunati il quarto e ventiseiesimo di ogni mese, come colori propizi il marrone, l’oro ed il giallo e come fiori porta fortuna il gladiolo e la cosiddetta “cresta di gallo”. I nati in questo anno saranno persone con grande autostima, con innata capacità di accettare ogni sfida ed ingaggiare qualsiasi gara. Quando c’è un obbiettivo da raggiungere, un nemico da battere, o una meta da conquistare, loro sanno sempre come farlo. Sul fronte della carriera e della finanza tutto è rosa: sicurezza e stabilità sono assicurate. Stiamo parlando di persone che contano, potenti ed allo stesso tempo degne di fiducia, a cui tutti guardano con ammirazione e rispetto. Difetto principale è l’egoismo, che a volte risulta esasperato, per cui solo i Galli di Fuoco con capacità comunicative avranno vita sentimentale facile e fortunata. Secondo la visione classica paleosinense, ciò che i Galli di Fuoco debbono imparare è che le necessità degli altri sono tanto importanti quanto le proprie. Da un punto di vista medico, stando ai capp. 66 e 68 del Sowen, l’Energia Celeste sarà la Yang Ming e quella Terrestre Shao Yin. Come Energia generale dominerà la Secchezza (Zao), il Metallo (Jin) sarà in Pienezza e minaccerà il Legno per cui, secondo il cap. 69, saranno frequenti cefalee, fibromialgie, tendiniti, congiuntiviti, disturbi allergici e digestivi, disturbi mestruali per ritmo, durata e quantità. I periodi dell’anno più a rischio sono la Primavera (per eccesso di Vento) e l’Estate per via della Secchezza. Impiegare cibi piccanti in primavera e molta frutta, verdura, latte e latticini freschi sarà molto utile nei due rispettivi periodi. Il punto più attivo da pungere durante l’anno sarà SP 2 (Dadu, 大都), con puntura di lunga durata (il Sowen 72 dice: 7 atti respiratori lenti e completi). Per combattere la Secchezza che darà luogo a dermatosi squamose, grande sete, stipsi, turbe degli organi di senso (nutriti dai Jin puri sospinti in alto dal Polmone attraverso i punti Finestra del Cielo), usare punti che trattengono i Liquidi come 7SP (Lougu, 漏谷), 10 KI (Yingu, 陰谷) e punti attivi sul Triplice Riscaldatore, grande regista della circolazione dei Liquidi, come 39 (Weiyang, 委陽), 22 BL (Sanjiaoshu, 三焦俞) e 5CV (Shi Men, 石門) . La Secchezza è una energia Yang che fa appassire e penetra attraverso naso e bocca, soprattutto in Autunno, causando Vuoto dei Liquidi riserva di Energia e Sangue e, pertanto, frequenti saranno le profondi astenie psicofisiche e la perdita di entusiasmo. In generale la Secchezza si manifesta per progressivo vuoto di Yin, Sangue e Liquidi ed è molto difficile da eradicare. In fitoterapia energetica con principi occidentali, secondo la nostra esperienza, dare, in tisana (per umidificare al meglio): Borrago officinalis (se vi è febbre ed afonia), Melissa officinalis (per pelle, bocca e lingua secche) e Arctium lappa (se vi è febbre con espettorazione scarsa e collosa. La Borragine (diaforetica) può aggravare (a lungo andare) la secchezza e va usata per breve tempo (15 giorni). Il Gingko biloba umidifica il polmone e calma lo spasmo bronchiale ed è utile, pertanto, in caso di secchezza con tosse asmatiforme. Il Tuina effettuato in tonificazione sui Merdiani di Grosso e Piccolo Intestino, può essere utile per contrastare la Secchezza, poiché sono questi due Visceri ad incaricarsi, secondo il Sowen ed il Ling Shu, della produzione dei Liquidi.. Per il Vento, oltre ad impiegare in dispersione i punti Vento (Feng), occorre tonificare il Sangue, impiegando, soprattutto i punti 14LR (Qimen, 期門), 6 SP (Sanyinjiao, 三陰交) e 17BL (Geshu, 膈俞). Nel massaggio Tuina, impiegare tecniche rapide e superficiali sui Merdiani di Vescica Urinaria ed Intestino Tenue (Asse Tai Yang) per eliminare il Vento (Zhi Feng) e tonificazione dei Meridiani di Ministro del Cuore, Fegato e Stomaco, per produrre il Sangue (Bu Xue). Per impedire l’inibizione del Metallo sul Legno disperdere il 4 LR ( Zhongfeng, 中封; punto Jing prossimale-Matallo del Fegato) e 44GB (Zuqiaoyin, 足竅陰; punto Jing distale-Metallo della Vescica Biliare), secondo il dettato del Nan Jing. La Secchezza aggredirà facilmente il Polmone causando tose secca, respiro ansimante, labbra secche e screpolate, faringodinia, febbre leggera pomeridiana o serale, lingua secca, rossa, induido fine e secco, polso fine (Xi) e rapido (Xu). Punti utili per tale condizione sono Zhongfu (1LU), Feishu (13BL), Bulang (22KI), Pohu (42BL), Geshu (17BL), Sanyinjiao (6SP). In farmacoterapia usare la formula Hai Er Shen, composta da: Tai Zhi Shen (radix Pseudostellariae heterophyllae) g 15, Bei Sha Shen (radix Glehniae littoralis) g 15/30, Mai Men Dong (tuber Ophipogonis jiaponicus) g 10, Bai He (bulbus Lilii) g 15/30, Yu Zhu ( rhizoma Polygonati odorati) g 10, Bei Mu (bulbus Frittellariae) g 6, Shan Yao (radix Dioscoreae oppositae) g 15, Shi Da Gong Lao (herba Mohoniae) g 15/30, Mu Dan Pi (corte Moutan radicis) g 10, Chi Shao Yao (radix Paeniae rubra) g 10, Tao Ren (prunus Persicae) g 10. Per umidificare il Polmone (Run Fei), quando il quadro è dominato da sete, tosse secca e pelle secca e desquamante, si possono utilizzare Shizonepeta tenuifolia (Jing Jie) ed Aster tartataricus radix (Zi Wan). In fitoterapia energetica con principi occidentali Estratti Fluidi (con minore tenore alcolico delle Tinture Madri in modo da non aumentare la disidratazione da etanolo) di Eucalipto e Althea: 15 gocce di ciascuno a stomaco pieno, da 1 a 3 volte al dì. In dietetica utili i sapori acidi che astringono ed umidificano: dare pomodori crudi, agrumi, olive, carne di montone ed agnello. Naturalmente la Secchezza, riguardando il Metallo, può colpire anche il Grosso Intestino, causando: feci secche, caprine, difficili da evacuare, bocca secca, polso è fine (Xi) e rugoso (Se), con lingua epilata. Bisogna umidificare il grosso intestino (Run Chang), usando i punti 26 ST (Wailing, 外陵), 25BL (Dachangshu, 大腸俞), 37ST (Shangjuxu, 上巨虛). In farmacopea cinese si usano la Cannabis sativae semen (Huo Ma Ren) ed il Pruni japonicus semen (Yu Li Ren). In fitoterapia Energetica con principi occidentali utili la Liquirizia e la Malva, o in decotto o in Estratto Fluido (vedi sopra a proposito del tenore alcolico), sempre 15 gocce di ciascuno da 1 a 3 volte al dì dopo i pasti. Infine, bisogna bere almeno due litri di acqua al giorno e mangiare cereali ricchi in mucillagini, oltre a vari tipi di semi. Se è vero che il Metallo inibisce il Legno, sarà anche possibile (ciclo Wu o Disprezzo) che il Legno vada a contro inibire il Metallo, causando accumulo di Calore (Re) con asma neurodistonica in soggetti giovani (crisi asmatiformi con reperti ascoltatori secchi). Tale condizione può anche causare risveglio precoce attorno alle 2-3 di notte. Rimedi utili sono il Chelidonium majus ed il Pneumus boldus (entrambi da evitare in caso di colelitiasi). Una buona tisana è quella composta da Tiglio fiori, Boldo foglie, Eupatoria pianta intera, Sylibum marianum pianta intera, Melissa foglie, Fumaria pianta intera, Asperula odorosa pianta e Cynara scolimus foglie; 5-10 g di ciascun rimedio. Nella nostra esperienza ed in quella di altri AA utile la formula Di Qi Wan, composta da Liu Wei Di Huang Wan più Wu Wei Zhi: Schisandra chinensis, che umidifica il Polmone e combatte il Calore. Nel Tuina disperdere il Fegato e sostenere il Polmone. In agopuntura trattare i punti 14LR (dispersione), 1 LU (tonificazione) ed il punto specifico 8 LU (Jingqu, 經渠), in forte dispersione. La Secchezza ambientale, in soggetti con familiarità o predisposizione a causa di terapie farmacologiche (cortisonici, ciclosporina, ecc.) o obesità, causerà facilmente diabete mellito grave e severo. In effetti in Medicina Cinese la malattia diabetica viene definita “Xiao Ke”; è inserita fra le affezioni dei “Liquidi Organici” (Jin\Ye) e legata sia a cause costituzionali (vuoto di jing renale e di yin) che acquisite (intemperanze alimentari, turbe psichiche protratte). Tali affezioni sono già segnalate nei vari classici (Su Wen capp. 4 e 47, Ling Shu cap. 46, Jin Gui Yao Lue, Wai Tai Mi Yao, Ji Sheng Fang, Zhen Jiu Jia Yi Jing, Shang Lun Pian) ed i sintomi cardinali sono: poliuria, polidipsia, polifagia, perdita di peso (xiao-ke si puo’ tradurre come “emaciazione e sete”). Il trattato “Nei Ke Xue” (libro I) considera la malattia diabetica “un esaurimento dei liquidi organici con sviluppo di calore e secchezza-calore che perturbano i liquidi organici“. Questo esaurimento darà luogo a Calore che invaderà insieme alla Secchezza i Tre Fuochi (Triplice Riscaldatore). Avremo pertanto tre forme cliniche:

– Calore e Secchezza al TR-Superiore: I sintomi sono polidipsia, poliuria (il Polmone è “il tetto dei Liquidi”), sensazione di febbre (a causa del calore), bordo e punta della lingua rossi, polso accellerato (shuo) o vasto (hong). Complicanze frequenti sono le micro e macroangiopatie da iperplasia intimale o aterosclerosi secondaria. Noi consigliamo come trattamento: agopuntura SP6, K2-3-6, BL17-13, LU10-11, CV23, LI4. Fitoterapia: Eucalyptus globosus, Trigonella faenum graecum, Vinca Minor, Urtica Urens (in Estratto Fluido o in Tintura Madre. Al massimo “melange” di tre piante per 3\4 volte al dì).

– Calore e Secchezza al TR-Medio: I principali sintomi sono polifagia, dimagrimento (segni di calore allo Zhong Jiao), feci secche e dure (per calore allo yang-ming ed esaurimento interno dei liquidi), induido linguale giallo-secco, polso scivoloso (hua) e forte. Complicanze frequenti sono le “disautonomie diabetiche”. Agopuntura: SP6, K21, BL17-21, LI11, PC6, ST36. Fitoterapia: Agrimonia eupatoria, Arctium lappa, Juglans regia, Juniperus communis, Geranium odorantissimum o robertianum, Cinchona succirubra.

– Calore e Secchezza al TR-Inferiore: sintomi sono poliuria, urine torbide (lipuria), labbra secche, xerostomia. La lingua è rossa e disidratata ed il polso profondo (chen), fine (xi) e precipitoso (shuo). Nelle fasi più avanzate impotenza, lombalgie, debolezza dei lombi e delle gambe. La presenza di un polso senza forza è indice di gravità. Complicanze frequenti sono la nefropatia nefrosica di Klimmstein-Wilson e l’ipertensione. Agopuntura: SP6, K2-6-7, BL17, 4-6CV, 4-20GV. Fitoterapia: Achillea millefolium, Taraxacum dens leonis, Equisetum hiemalis.

In un anno dominato dalla Secchezza saranno frequenti i casi gravi con interessamento dei Tre Riscaldatori e con polifagia, polidipsia, poliuria e perdita di peso. In questi casi tratteremo in agopuntura i punti K 2-6, BL17-22, SP6, PC6 e in Fitoterapia impiegheremo Eucalyptus globosus, Arctium lappa, Achillea millefolium. Per quanto attiene alla Farmacologia cinese saranno da consigliare:

Per il TR-Superiore: Bai Hu Jia Ren Tang (decozione della Tigre Bianca arricchita con Ginseng) che si compone di: 
- Radix Panax ginseng (Ren Shen) 17%
- Gypsum fibrosum (Shi Gao) 30%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 15%
- Semen Oryzae non Glutinosae (Jing Mi) 30%
- Radix Glycyrrhizae Gan Cao 8%. 
TR-Medio: Si prescrive la decozione Yu Nu Jian (decozione della Bella di Giada): 
- Gypsum fibrosum (Shi Gao) 33%
- Radix Rehmanniae prepaMilza-Pancreas (Shi Di Huang) 22%
- Radix seu Tuber Ophiopogonis (Mai Men Dong) 17%
- Radix Achyranthis bidentatae (Huai Niu Xi) 17%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 11%.

– Fructus Lycii (Gou Qi Zi) 7%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 7%
- Radix Rehmanniae recens (Sheng Di Huang) 7%
- Rhizoma Alismatis (Ze Xie) 6%
- Rhizoma Dioscorae oppositae (Shan Yao) 7%
- Radix Ginseng (Ren Shen) 7%
- Radix Glycyrrhizae (Gan Cao) 7%.

TR-Inferiore: Si prescrive Liu Wei Di Huang Wan già esaminata alla nota 9.

Per i Tre Riscaldatori: San Xiao Wan (Pillole dei Tre Dimagrimenti):

– Radix Panacis Quinquifolii (Xi Yang Shen) 10%
- Radix Trichosantis (Tian Huan Fen) 10%
- Radix Rehmanniae prepaMilza-Pancreas (Shu Di Huang) 10%
- Herba seu Caulis Dendrobii (Shi Hu) 7%
- Radix seu Tuber Asparagi (Tian Men Dong) 7%
- Rhizoma Polygonati odorati (Yu Zhu) 7%
- Fructus Mori (Sang Shen) 7%
- Fructus Lycii (Gou Qi Zi) 7%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 7%
- Radix Rehmanniae recens (Sheng Di Huang) 7%
- Rhizoma Alismatis (Ze Xie) 6%
- Rhizoma Dioscorae oppositae (Shan Yao) 7%
- Radix Ginseng (Ren Shen) 7%
- Radix Glycyrrhizae (Gan Cao) 7%.

 

 

Letture consigliate

  • – Borsarello J.F.: Dictionaire de Médicine Traditionnele Chinoise, Ed. Masson, Paris, 1984.
  • – Corradin M., Di Stanislao C., Parini M.: Medicina Cinese per lo Shiatutsu ed il Tuina, Ed. CEA, Milano, Voll I-II, 2001.
  • – Di Stanislao C., Brotzu R.: Manuale didattico di agopuntura, Ed. CEA, Milano, 2008.
  • – Di Stanislao C., Paoluzzi L.: Phytos, Ed. MeNaBi, Terni, 1990.
  • – Grisson P.: Nan Jing, Ed. Masson, Paris, 1984.
  • – Husson A.: Huang Di Nei Jing Sowen, Ed. ASMAF, Paris, 1974

–        Paoluzzi L., Deodato F., Di S“Per avere successo nella vita adulta , hai bisogno di capacità creative per guardare come il mondo sta cambiando velocemente”

Robert Sternberg

“Se devi imparare a fare qualcosa è meglio che impari a farla bene”

Cristopher MacDonald

 

Il nuovo anno cinese inizierà il 28 gennaio (si chiuderà il 15 febbraio 2018) è sarà sotto il dominio del Gallo di Fuoco, segno adrenalinico puro, generoso e talentuoso, che porterà nuove possibilità lavorative ed innovazione in tutto il mondo. Moda, estetica e look potrebbero assumere particolare rilevanza: il Gallo è vanitoso, ama sciorinare cresta e piume colorate e voluminose e l’anno caratterizzato dal suo Segno vedrà sicuramente balzare in primo piano questi settori. Le persone più motivate ed in grado di fare squadra saranno le più fortunate in questo anno che, come numeri fortunati avrà il 5, il 7 e l’8; come mesi fortunati il secondo, quinto e undicesimo del calendario cinese (febbraio, maggio 2017 e gennaio 2018), come giorni fortunati il quarto e ventiseiesimo di ogni mese, come colori propizi il marrone, l’oro ed il giallo e come fiori porta fortuna il gladiolo e la cosiddetta “cresta di gallo”. I nati in questo anno saranno persone con grande autostima, con innata capacità di accettare ogni sfida ed ingaggiare qualsiasi gara. Quando c’è un obbiettivo da raggiungere, un nemico da battere, o una meta da conquistare, loro sanno sempre come farlo. Sul fronte della carriera e della finanza tutto è rosa: sicurezza e stabilità sono assicurate. Stiamo parlando di persone che contano, potenti ed allo stesso tempo degne di fiducia, a cui tutti guardano con ammirazione e rispetto. Difetto principale è l’egoismo, che a volte risulta esasperato, per cui solo i Galli di Fuoco con capacità comunicative avranno vita sentimentale facile e fortunata. Secondo la visione classica paleosinense, ciò che i Galli di Fuoco debbono imparare è che le necessità degli altri sono tanto importanti quanto le proprie. Da un punto di vista medico, stando ai capp. 66 e 68 del Sowen, l’Energia Celeste sarà la Yang Ming e quella Terrestre Shao Yin. Come Energia generale dominerà la Secchezza (Zao), il Metallo (Jin) sarà in Pienezza e minaccerà il Legno per cui, secondo il cap. 69, saranno frequenti cefalee, fibromialgie, tendiniti, congiuntiviti, disturbi allergici e digestivi, disturbi mestruali per ritmo, durata e quantità. I periodi dell’anno più a rischio sono la Primavera (per eccesso di Vento) e l’Estate per via della Secchezza. Impiegare cibi piccanti in primavera e molta frutta, verdura, latte e latticini freschi sarà molto utile nei due rispettivi periodi. Il punto più attivo da pungere durante l’anno sarà SP 2 (Dadu, 大都), con puntura di lunga durata (il Sowen 72 dice: 7 atti respiratori lenti e completi). Per combattere la Secchezza che darà luogo a dermatosi squamose, grande sete, stipsi, turbe degli organi di senso (nutriti dai Jin puri sospinti in alto dal Polmone attraverso i punti Finestra del Cielo), usare punti che trattengono i Liquidi come 7SP (Lougu, 漏谷), 10 KI (Yingu, 陰谷) e punti attivi sul Triplice Riscaldatore, grande regista della circolazione dei Liquidi, come 39 (Weiyang, 委陽), 22 BL (Sanjiaoshu, 三焦俞) e 5CV (Shi Men, 石門) . La Secchezza è una energia Yang che fa appassire e penetra attraverso naso e bocca, soprattutto in Autunno, causando Vuoto dei Liquidi riserva di Energia e Sangue e, pertanto, frequenti saranno le profondi astenie psicofisiche e la perdita di entusiasmo. In generale la Secchezza si manifesta per progressivo vuoto di Yin, Sangue e Liquidi ed è molto difficile da eradicare. In fitoterapia energetica con principi occidentali, secondo la nostra esperienza, dare, in tisana (per umidificare al meglio): Borrago officinalis (se vi è febbre ed afonia), Melissa officinalis (per pelle, bocca e lingua secche) e Arctium lappa (se vi è febbre con espettorazione scarsa e collosa. La Borragine (diaforetica) può aggravare (a lungo andare) la secchezza e va usata per breve tempo (15 giorni). Il Gingko biloba umidifica il polmone e calma lo spasmo bronchiale ed è utile, pertanto, in caso di secchezza con tosse asmatiforme. Il Tuina effettuato in tonificazione sui Merdiani di Grosso e Piccolo Intestino, può essere utile per contrastare la Secchezza, poiché sono questi due Visceri ad incaricarsi, secondo il Sowen ed il Ling Shu, della produzione dei Liquidi.. Per il Vento, oltre ad impiegare in dispersione i punti Vento (Feng), occorre tonificare il Sangue, impiegando, soprattutto i punti 14LR (Qimen, 期門), 6 SP (Sanyinjiao, 三陰交) e 17BL (Geshu, 膈俞). Nel massaggio Tuina, impiegare tecniche rapide e superficiali sui Merdiani di Vescica Urinaria ed Intestino Tenue (Asse Tai Yang) per eliminare il Vento (Zhi Feng) e tonificazione dei Meridiani di Ministro del Cuore, Fegato e Stomaco, per produrre il Sangue (Bu Xue). Per impedire l’inibizione del Metallo sul Legno disperdere il 4 LR ( Zhongfeng, 中封; punto Jing prossimale-Matallo del Fegato) e 44GB (Zuqiaoyin, 足竅陰; punto Jing distale-Metallo della Vescica Biliare), secondo il dettato del Nan Jing. La Secchezza aggredirà facilmente il Polmone causando tose secca, respiro ansimante, labbra secche e screpolate, faringodinia, febbre leggera pomeridiana o serale, lingua secca, rossa, induido fine e secco, polso fine (Xi) e rapido (Xu). Punti utili per tale condizione sono Zhongfu (1LU), Feishu (13BL), Bulang (22KI), Pohu (42BL), Geshu (17BL), Sanyinjiao (6SP). In farmacoterapia usare la formula Hai Er Shen, composta da: Tai Zhi Shen (radix Pseudostellariae heterophyllae) g 15, Bei Sha Shen (radix Glehniae littoralis) g 15/30, Mai Men Dong (tuber Ophipogonis jiaponicus) g 10, Bai He (bulbus Lilii) g 15/30, Yu Zhu ( rhizoma Polygonati odorati) g 10, Bei Mu (bulbus Frittellariae) g 6, Shan Yao (radix Dioscoreae oppositae) g 15, Shi Da Gong Lao (herba Mohoniae) g 15/30, Mu Dan Pi (corte Moutan radicis) g 10, Chi Shao Yao (radix Paeniae rubra) g 10, Tao Ren (prunus Persicae) g 10. Per umidificare il Polmone (Run Fei), quando il quadro è dominato da sete, tosse secca e pelle secca e desquamante, si possono utilizzare Shizonepeta tenuifolia (Jing Jie) ed Aster tartataricus radix (Zi Wan). In fitoterapia energetica con principi occidentali Estratti Fluidi (con minore tenore alcolico delle Tinture Madri in modo da non aumentare la disidratazione da etanolo) di Eucalipto e Althea: 15 gocce di ciascuno a stomaco pieno, da 1 a 3 volte al dì. In dietetica utili i sapori acidi che astringono ed umidificano: dare pomodori crudi, agrumi, olive, carne di montone ed agnello. Naturalmente la Secchezza, riguardando il Metallo, può colpire anche il Grosso Intestino, causando: feci secche, caprine, difficili da evacuare, bocca secca, polso è fine (Xi) e rugoso (Se), con lingua epilata. Bisogna umidificare il grosso intestino (Run Chang), usando i punti 26 ST (Wailing, 外陵), 25BL (Dachangshu, 大腸俞), 37ST (Shangjuxu, 上巨虛). In farmacopea cinese si usano la Cannabis sativae semen (Huo Ma Ren) ed il Pruni japonicus semen (Yu Li Ren). In fitoterapia Energetica con principi occidentali utili la Liquirizia e la Malva, o in decotto o in Estratto Fluido (vedi sopra a proposito del tenore alcolico), sempre 15 gocce di ciascuno da 1 a 3 volte al dì dopo i pasti. Infine, bisogna bere almeno due litri di acqua al giorno e mangiare cereali ricchi in mucillagini, oltre a vari tipi di semi. Se è vero che il Metallo inibisce il Legno, sarà anche possibile (ciclo Wu o Disprezzo) che il Legno vada a contro inibire il Metallo, causando accumulo di Calore (Re) con asma neurodistonica in soggetti giovani (crisi asmatiformi con reperti ascoltatori secchi). Tale condizione può anche causare risveglio precoce attorno alle 2-3 di notte. Rimedi utili sono il Chelidonium majus ed il Pneumus boldus (entrambi da evitare in caso di colelitiasi). Una buona tisana è quella composta da Tiglio fiori, Boldo foglie, Eupatoria pianta intera, Sylibum marianum pianta intera, Melissa foglie, Fumaria pianta intera, Asperula odorosa pianta e Cynara scolimus foglie; 5-10 g di ciascun rimedio. Nella nostra esperienza ed in quella di altri AA utile la formula Di Qi Wan, composta da Liu Wei Di Huang Wan più Wu Wei Zhi: Schisandra chinensis, che umidifica il Polmone e combatte il Calore. Nel Tuina disperdere il Fegato e sostenere il Polmone. In agopuntura trattare i punti 14LR (dispersione), 1 LU (tonificazione) ed il punto specifico 8 LU (Jingqu, 經渠), in forte dispersione. La Secchezza ambientale, in soggetti con familiarità o predisposizione a causa di terapie farmacologiche (cortisonici, ciclosporina, ecc.) o obesità, causerà facilmente diabete mellito grave e severo. In effetti in Medicina Cinese la malattia diabetica viene definita “Xiao Ke”; è inserita fra le affezioni dei “Liquidi Organici” (Jin\Ye) e legata sia a cause costituzionali (vuoto di jing renale e di yin) che acquisite (intemperanze alimentari, turbe psichiche protratte). Tali affezioni sono già segnalate nei vari classici (Su Wen capp. 4 e 47, Ling Shu cap. 46, Jin Gui Yao Lue, Wai Tai Mi Yao, Ji Sheng Fang, Zhen Jiu Jia Yi Jing, Shang Lun Pian) ed i sintomi cardinali sono: poliuria, polidipsia, polifagia, perdita di peso (xiao-ke si puo’ tradurre come “emaciazione e sete”). Il trattato “Nei Ke Xue” (libro I) considera la malattia diabetica “un esaurimento dei liquidi organici con sviluppo di calore e secchezza-calore che perturbano i liquidi organici“. Questo esaurimento darà luogo a Calore che invaderà insieme alla Secchezza i Tre Fuochi (Triplice Riscaldatore). Avremo pertanto tre forme cliniche:

– Calore e Secchezza al TR-Superiore: I sintomi sono polidipsia, poliuria (il Polmone è “il tetto dei Liquidi”), sensazione di febbre (a causa del calore), bordo e punta della lingua rossi, polso accellerato (shuo) o vasto (hong). Complicanze frequenti sono le micro e macroangiopatie da iperplasia intimale o aterosclerosi secondaria. Noi consigliamo come trattamento: agopuntura SP6, K2-3-6, BL17-13, LU10-11, CV23, LI4. Fitoterapia: Eucalyptus globosus, Trigonella faenum graecum, Vinca Minor, Urtica Urens (in Estratto Fluido o in Tintura Madre. Al massimo “melange” di tre piante per 3\4 volte al dì).

– Calore e Secchezza al TR-Medio: I principali sintomi sono polifagia, dimagrimento (segni di calore allo Zhong Jiao), feci secche e dure (per calore allo yang-ming ed esaurimento interno dei liquidi), induido linguale giallo-secco, polso scivoloso (hua) e forte. Complicanze frequenti sono le “disautonomie diabetiche”. Agopuntura: SP6, K21, BL17-21, LI11, PC6, ST36. Fitoterapia: Agrimonia eupatoria, Arctium lappa, Juglans regia, Juniperus communis, Geranium odorantissimum o robertianum, Cinchona succirubra.

– Calore e Secchezza al TR-Inferiore: sintomi sono poliuria, urine torbide (lipuria), labbra secche, xerostomia. La lingua è rossa e disidratata ed il polso profondo (chen), fine (xi) e precipitoso (shuo). Nelle fasi più avanzate impotenza, lombalgie, debolezza dei lombi e delle gambe. La presenza di un polso senza forza è indice di gravità. Complicanze frequenti sono la nefropatia nefrosica di Klimmstein-Wilson e l’ipertensione. Agopuntura: SP6, K2-6-7, BL17, 4-6CV, 4-20GV. Fitoterapia: Achillea millefolium, Taraxacum dens leonis, Equisetum hiemalis.

In un anno dominato dalla Secchezza saranno frequenti i casi gravi con interessamento dei Tre Riscaldatori e con polifagia, polidipsia, poliuria e perdita di peso. In questi casi tratteremo in agopuntura i punti K 2-6, BL17-22, SP6, PC6 e in Fitoterapia impiegheremo Eucalyptus globosus, Arctium lappa, Achillea millefolium. Per quanto attiene alla Farmacologia cinese saranno da consigliare:

Per il TR-Superiore: Bai Hu Jia Ren Tang (decozione della Tigre Bianca arricchita con Ginseng) che si compone di: 
- Radix Panax ginseng (Ren Shen) 17%
- Gypsum fibrosum (Shi Gao) 30%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 15%
- Semen Oryzae non Glutinosae (Jing Mi) 30%
- Radix Glycyrrhizae Gan Cao 8%. 
TR-Medio: Si prescrive la decozione Yu Nu Jian (decozione della Bella di Giada): 
- Gypsum fibrosum (Shi Gao) 33%
- Radix Rehmanniae prepaMilza-Pancreas (Shi Di Huang) 22%
- Radix seu Tuber Ophiopogonis (Mai Men Dong) 17%
- Radix Achyranthis bidentatae (Huai Niu Xi) 17%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 11%.

– Fructus Lycii (Gou Qi Zi) 7%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 7%
- Radix Rehmanniae recens (Sheng Di Huang) 7%
- Rhizoma Alismatis (Ze Xie) 6%
- Rhizoma Dioscorae oppositae (Shan Yao) 7%
- Radix Ginseng (Ren Shen) 7%
- Radix Glycyrrhizae (Gan Cao) 7%.

TR-Inferiore: Si prescrive Liu Wei Di Huang Wan già esaminata alla nota 9.

Per i Tre Riscaldatori: San Xiao Wan (Pillole dei Tre Dimagrimenti):

– Radix Panacis Quinquifolii (Xi Yang Shen) 10%
- Radix Trichosantis (Tian Huan Fen) 10%
- Radix Rehmanniae prepaMilza-Pancreas (Shu Di Huang) 10%
- Herba seu Caulis Dendrobii (Shi Hu) 7%
- Radix seu Tuber Asparagi (Tian Men Dong) 7%
- Rhizoma Polygonati odorati (Yu Zhu) 7%
- Fructus Mori (Sang Shen) 7%
- Fructus Lycii (Gou Qi Zi) 7%
- Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 7%
- Radix Rehmanniae recens (Sheng Di Huang) 7%
- Rhizoma Alismatis (Ze Xie) 6%
- Rhizoma Dioscorae oppositae (Shan Yao) 7%
- Radix Ginseng (Ren Shen) 7%
- Radix Glycyrrhizae (Gan Cao) 7%.

 

 

Letture consigliate

  • – Borsarello J.F.: Dictionaire de Médicine Traditionnele Chinoise, Ed. Masson, Paris, 1984.
  • – Corradin M., Di Stanislao C., Parini M.: Medicina Cinese per lo Shiatutsu ed il Tuina, Ed. CEA, Milano, Voll I-II, 2001.
  • – Di Stanislao C., Brotzu R.: Manuale didattico di agopuntura, Ed. CEA, Milano, 2008.
  • – Di Stanislao C., Paoluzzi L.: Phytos, Ed. MeNaBi, Terni, 1990.
  • – Grisson P.: Nan Jing, Ed. Masson, Paris, 1984.
  • – Husson A.: Huang Di Nei Jing Sowen, Ed. ASMAF, Paris, 1974
  • – Paoluzzi L., Deodato F., Di Stanislao C.: La dieta per tutti, Ed. Morphema, Terni, 2016.
  • – Sportelli M.: Astrologia cinese, Ed. Xenia, Milano, 2002.
  • – Wong M.: Ling Shu. Pivot D’Esprist, Ed. Masson, Paris, 1987.
  • – Wu Y. & Fisher W.: Practical Therapeutics of Traditional Chinese Medicine, Ed. Jake Fratkin, New York, 1998.
  • tanislao C.: La dieta per tutti, Ed. Morphema, Terni, 2016.
  • – Sportelli M.: Astrologia cinese, Ed. Xenia, Milano, 2002.
  • – Wong M.: Ling Shu. Pivot D’Esprist, Ed. Masson, Paris, 1987.
  • – Wu Y. & Fisher W.: Practical Therapeutics of Traditional Chinese Medicine, Ed. Jake Fratkin, New York, 1998.

 




Le donne nella medicina cinese, con divagazioni

Rosa Brotzu**, Giuliana Franceschini**, Valerio Sansone** Carlo Di Stanislao*

 “Che disgrazia, è il destino della donna,
Niente al mondo è meno vile d’ella.
I figli sono in piedi addossati alle porte,
Come degli dei caduti dal cielo.
I loro cuori lanciano una sfida ai quattro mari,
Ai venti, alle terre e alle migliaia di chilometri.
Ma la figlia, nessuno si rallegra della sua nascita.
La famiglia non realizza nessun guadagno con essa,
Quando cresce, si nasconde nella sua camera,
Nessuno la piange se sparisce dalla sua casa,
Repentinamente, come una nuvola che si scioglie dopo la pioggia.

Si morde le labbra,
Si curva e s’inchina e spesso manca di fierezza”

Fou Chwan

Se gli uomini hanno dominato l’universo delle parole, le donne hanno avuto potere sul mondo delle cose. La vocazione femminile per la medicina ha una storia lunga e affascinante, che ci riporta alle radici delle civiltà. Le donne sono da sempre le custodi dei segreti delle erbe e delle piante officinali, e sono per natura e sensibilità inclini alla cura. Sempre contrapposta alla scienza degli uomini, depositari della cultura dei libri e delle accademie, questa pratica femminile si caratterizzava per l’approccio empirico e l’espressione di conoscenze antiche e tramandate, dove accanto alle applicazioni di una medicina lecita coesistevano saperi più oscuri, quelli delle consuetudini proibite della contraccezione e dell’aborto, legate alla magia degli incantamenti amorosi e della fertilità. Qualche esempio? Circe e Medea, le due grandi maghe della cultura ellenica, usavano la conoscenza delle erbe per dominare e trasformare la realtà e la vita degli uomini a loro piacimento, ottenendo così quell’indipendenza così atipica nella società dell’epoca. Altro discorso per Metrodoro che in epoca bizantina scrisse il trattato Sulle malattie delle donne che ha aiutato a partorire molte donne, o ancora santa Redegonda che scelse di dedicarsi alla vita monastica per emanciparsi da un matrimonio imposto e dedicarsi alla cura dei bisognosi sfruttando le suggestioni della fede. Qui vogliamo limitarci al mondo della tradizione guaritoria sviluppatosi nell’antica Cina, ma per fare questo necessitano due parole, almeno, sul ruolo della donna nella Cina Tradizionale. La condizione della donna nella civiltà cinese è stata oggetto di grandi variazioni. In generale, possiamo affermare, che prima del periodo di Confucio, ella beneficiò di un certo rispetto. La Cina allora, era famosa per l’importanza che dava alla vita familiare. La ragione di ciò è da ricercarsi nel fatto che la madre cinese, costituiva l’asse attorno al quale, ruotavano tutti i membri della cellula familiare. La donna era, per di più, la sorgente dell’esistenza della famiglia e rappresentava, a questo titolo, l’autorità familiare. Nella Cina antica, infatti, l’individuo portava il nome della stirpe materna (matrilinea) e non paterna (patrilinea): il sistema d’identificazione era dunque matriarcale. Uno degli elementi che compongono il carattere cinese (ideogramma) significante “cognome” rappresenta la donna. Gli storici attribuiscono l’origine dei guai, per la donna cinese, all’avvento del regime feudale, durante il quale, la condizione della donna si deteriorò tragicamente. Abbassata ad un rango subalterno, la donna conobbe così tutti i tormenti dell’umiliazione e del disprezzo. Lo storico Will Durant spiega in questo modo il decadimento della situazione femminile: “Probabilmente il regime feudale cinese ha declassato la donna e ridotto il suo rango politico ed economico nel paese, perché il regime feudale stesso è fondato su di un sistema di vita rigorosamente patriarcale”. In effetti, i giovani, le loro spose con i bambini vivevano abitualmente con il primogenito della famiglia. I membri di questa, erano soggetti ugualmente ad un regime di comunità delle terre, e riconoscevano espressamente un’autorità totale al padre su tutta la famiglia e i suoi beni. L’autorità del padre si rinforzò ulteriormente con il Confucianesimo e divenne così quasi assoluta, in ogni campo. I cinesi considerarono allora la donna come merce che era possibile acquistare o vendere. Essa era debole e umiliata in tutti i campi. Peggio ancora, la sua nascita era considerata di malaugurio. I padri imploravano nelle loro preghiere che fossero loro dati dei figli maschi e una delle peggiori umiliazioni per una madre era di non possederne, perché essi erano più adatti al lavoro dei campi e più decisi nel combattimento. In più le figlie rappresentavano un peso per il proprio genitore giacché, così si pensava, dopo aver speso molti soldi e pazienza per allevarle, se ne andavano nella casa del marito.

L’uccisione delle femmine era praticata quando il loro numero superava quello del bisogno, in modo particolare se la famiglia si trovava in difficoltà. La figlia era sottomessa, secondo il momento a tre autorità: quella del padre, del marito e del fratello maggiore, in assenza del genitore, o anche del proprio figlio in mancanza del marito. In perpetua dipendenza dall’uomo, la sua vita scorreva nell’obbedienza, privata di tutti i diritti economici e sociali. Considerata come un minore a vita, non poteva rendersi indipendente e l’uomo le assicurava la sua tutela permanente in ogni campo. Non riceveva nessuna istruzione, consacrandosi totalmente ai lavori domestici. Doveva tagliare i capelli all’età di quindici anni e sposarsi a venti. Il padre sceglieva per lei lo sposo servendosi della mediazione di un sensale. Le donne vivevano nello spazio della casa a loro riservate e raramente si mescolavano agli uomini. L’attività sociale non le concerneva, fatta eccezione per qualcuna che apparteneva a quelle classi che tolleravano la promiscuità, in particolare quella delle cantanti e delle teologhe. La donna, quando si sposava, andava subito ad abitare dal marito e ne assumeva il cognome. Il suo dovere, in quel momento, consisteva nel servire i propri suoceri senza riserve, come prima era richiesto facesse per i genitori. La donna sposata si chiamava Fôu, cioè “sottomissione”, in riferimento alla totale sottomissione dovuta al suo sposo. Paradossalmente questi pensava a lei solo come alla madre dei suoi figli. Era fuori questione di onorare la sua bellezza o la sua cultura, si badava soltanto alla sua fecondità, alla sua capacità di accontentarsi e alla sua obbedienza. Il marito aveva inoltre l’abitudine di mangiare da solo, senza la moglie e senza i figli, salvo in circostanze speciali. Nel caso lo sposo morisse, la sua vedova non aveva il diritto di risposarsi, o peggio ancora, era possibile chiederle di farsi cremare in onore del proprio marito defunto.

È nella letteratura che troviamo le descrizioni della vita sociale, dei costumi e delle tradizioni tipiche di queste civilizzazioni. Gli storici hanno dovuto farvi ricorso per conoscere la miserabile situazione della donna. Ad esempio, gli scritti di Bân Houbân, donna dell’alta società che si espresse, in un messaggio diventato celebre, con parole di un’umiltà e sottomissione estrema, descrivendo così il vero livello sociale della donna: “Noi, le donne, occupiamo l’ultimo rango del genere umano. Siamo le più deboli creature dell’umanità ed è per questo che il nostro retaggio quotidiano è quello di compiere il lavori più vili… Valutate, con quale giustizia e verità, il codice familiare decide della nostra sorte, quando si esprime così: – Se una donna è unita in matrimonio ad un uomo che ama, dovrà dividere con lui tutta la sua vita, e se una donna è sposata con uno che non ama, dovrà ugualmente dividere tutta la sua vita con lui”. Così, quest’intellettuale dell’alta società, descrive l’umile situazione della donna, il suo livello, la sua debolezza e sottomissione al marito. Quanto alle donne appartenenti a classe sociali più basse, erano, sicuramente ancor più da compiangere.

Le concezioni teoriche di base nella cultura cinese rivelano che i due principi, Yin (quello femminile) e Yang (quello maschile), sono considerati alla pari e l’uno non può esistere senza l’altro. Il mondo delle “diecimila cose” è generato dall’unione tra yin e yang. I due elementi sono frammisti ed inseparabili. Questo rapporto dialettico tra i due elementi, tra le due polarità dell’universo, è presente in tutto il pensiero cinese, fino alle sue espressioni più recenti. Nei due principi opposti, eppure complementari, il pensiero tradizionale cinese ha visto la spiegazione del continuo divenire del mondo e di tutte le cose. I due principi, proprio perché complementari e necessari l’uno all’altro, sono concepiti su un piano di assoluta parità sostanziale.

Se questa sembra essere la base teorica, però in realtà nel corso della storia la donna ha subito, in Cina, segregazione ed oppressione. Una condizione le cui ragioni devono essere ricercate nelle basi della storia e della tradizione culturale e sociale della Cina. Il carattere che in cinese significa maschio consiste nell’unione di altri due caratteri, dei quali uno significa “campo” e l’altro “forza”. Suggerisce l’idea dell’impegno della forza fisica maschile nel lavoro dei campi e nell’agricoltura. Il carattere che significa donna è invece presente, quale elemento compositivo, in una serie di caratteri che hanno attinenza con il clan familiare, a cominciare da quello che significa “cognome” e che è costituito da “donna” e da “nascere”. La tranquillità, la pace, la sicurezza, è espressa, a sua volta, da un carattere che raffigura un tetto e da una donna. La sicurezza e l’ordine sono rappresentati quindi dal controllo che ha la donna su tutto ciò che è interno; la forza fisica dell’uomo invece si esercita all’esterno, nei campi. Ai due concetti di yin e di yang corrispondono, così, nei e wai, l’interno e l’esterno: si tratta di una bipartizione di sfere d’influenza che in Cina non ha mai cessato di esistere. Una volta realizzatasi questa bipartizione, la situazione si dovette cristallizzare sempre di più e, dato che le attività “esterne”, con il progresso delle attività economiche ad esse connesse, sono venute sempre più aumentando d’importanza, la donna, l’elemento yin al quale era riservato il nei, l’interno, si è trovata facilmente segregata, sottomessa, considerata come oggetto. I tentativi femminili di occuparsi di attività “esterne” quali la politica, dalle famose imperatrici dell’antichità fino al recente caso di Chiang Ch’ing, sono stati sempre condannati dai tradizionalisti ed in genere dall’opinione pubblica, anche se non tradizionalista, soprattutto perché rompevano un ordine costituito, debordando dall’ ”interno” all’ ”esterno”.Una volta verificatasi questa subordinazione femminile, troviamo in Cina i segni evidenti di essa in molti aspetti del costume: la donna vista come oggetto erotico al punto di essere costretta anche alla mutilazione fisica (piedi fasciati) per aumentare il suo richiamo fisico, l’infanticidio (in prevalenza femminile), la ricerca spasmodica dell’erede maschio, la prostituzione e la poligamia (per i ceti abbienti). Esempio chiaro di come la donna è considerata nella tradizione cinese, è quello relativo alla”fasciatura dei piedi”. La pratica di fasciare i piedi fu introdotta nell’uso un migliaio di anni fa, a quanto si dice, da una concubina dell’imperatore. La fasciatura dei piedi era un comodo mezzo per esprimere e rafforzare un nuovo concetto di castità femminile che la Cina era venuta sviluppando: una moglie casta doveva rimanere relegata in casa e non doveva farsi vedere nei campi e per la strada; e camminare con i piedi fasciati rendeva l’incedere penoso e difficile. Avere piedi così piccoli e deformati, causa di dolori costanti, limitava inevitabilmente il movimento, forzando a una segregazione domestica che escludeva la partecipazione della donna alla vita sociale. La fasciatura rivelava quindi la condizione economica di una famiglia: un uomo che aveva una moglie con i piedi fasciati provava a tutti che egli era abbastanza ricco da mantenere una donna con i suoi guadagni e che non aveva bisogno d’aiuto nei campi o nel negozio. Conseguentemente i piedi grandi, propri dell’altro sesso, erano indice di appartenenza ad una classe sociale povera. Serve e contadine avevano i piedi a grandezza naturale, come le donne delle minoranze etniche (soprattutto della Mongolia), mentre erano bendati quelli delle signore delle classi sociali più elevate, incluse naturalmente legittime consorti e concubine degli imperatori delle varie dinastie, a partire dagli Han (206 a.C. – 220 d.C.) – passando per la dinastia Tang, Song, Yuan e Ming – fino agli ultimi imperatori Qing (1644-1911).

Ufficialmente, con la nascita della Repubblica Popolare Cinese, nel `49, è stato vietato. L’usanza di fasciare i piedi, vivido simbolo della soggezione della donna, sopravvisse e fiorì per secoli. Il costume era parte integrante di una società patriarcale che inculcava nelle donne l’obbedienza. Una dama virtuosa accettava passivamente la sua condizione d’inferiorità intellettuale e rimaneva tagliata fuori dal mondo esterno. Opporsi alla fasciatura era cosa impensabile, significava ribellarsi alle tradizioni cinesi, che miravano a mantenere una netta divisione tra uomini e donne. Innamorarsi era considerato quasi una vergogna, un disonore per la famiglia; non perché fosse tabù – dopo tutto, l’amore romantico aveva in Cina una tradizione venerabile – ma perché si riteneva che i giovani non dovessero trovarsi esposti a situazioni in cui ciò potesse accadere, sia perché incontrarsi era giudicato immorale, sia perché il matrimonio era considerato innanzi tutto un dovere, un accordo tra due famiglie. Naturalmente era considerato altamente encomiabile che una donna si sottoponesse fin dalla prima infanzia al temuto dolore della fasciatura dei piedi con stoica rassegnazione e che trattenesse le lacrime per compiacere alla madre e conformarsi così ai canoni della bellezza sanzionati nei secoli. Il successo o il fallimento della fasciatura (fatta dalla madre stessa) dipendeva dall’abilità con cui veniva stretta la benda intorno a ciascun piede. La fascia, larga circa cinque centimetri e lunga tre metri, si applicava in questa maniera: se ne fissava un capo alla parte interna del collo del piede, veniva quindi fatta passare con forza sulle dita, a eccezione dell’alluce, in modo da ripiegarle sotto la pianta del piede. L’alluce non veniva fasciato. Si passava poi strettamente la benda intorno al calcagno in modo che tallone e dita fossero ravvicinati il più possibile. Si ripeteva quindi il procedimento fino a totale utilizzazione della fascia. Il piede delle fanciulle era soggetto a una forzata e continua pressione: lo scopo infatti non era solo quello di comprimere il piede, ma anche di curvare le dita, di ripiegarle sotto la pianta e di riavvicinare la pianta stessa al tallone fino al limite del possibile. Non solo alcuni uomini trovavano erotica l’andatura barcollante delle donne su quei piedi minuscoli, ma si dilettavano a giocherellare con i piedi fasciati, che erano sempre nascosti da scarpette di seta ricamata. Le donne non potevano togliere le fasciature neanche da adulte, perché i piedi avrebbero ripreso a crescere. Potevano solo allentarle temporaneamente di notte, e allora calzavano scarpette dalla suola morbida. Di rado gli uomini vedevano nudi i piedi fasciati, che di solito erano ricoperti di pelle putrescente e mandavano cattivo odore, una volta tolte le bende. Alla donna cinese dell’età imperiale si insegnava l’amore per la castità e il “loto d’oro” – cioè il piede piccolo – fu considerato un possesso esclusivo del marito. Perfino i parenti stretti evitavano di guardare i piedi rimpiccioliti; la loro manipolazione da parte dell’uomo era considerata un atto di grande intimità. La donna di buona educazione provava grande imbarazzo e vergogna – che poteva condurla sino al suicidio – quando ad accarezzarle il piede o a toglierle la scarpa era una persona diversa dal marito. Nei tempi antichi, quando era una pratica largamente diffusa e non osteggiata, la fasciatura dei piedi ebbe i suoi accaniti sostenitori, veri e propri amanti del loto d’oro.
Tra di essi spiccava un aristocratico di nome Fang Xun – probabilmente uno pseudonimo – che, autonominatosi “dottore del loto fragrante”, con esaltati slanci lirici elencò le componenti estetiche necessarie perché il piede rimpicciolito fosse degno di lode, riportò alcuni commenti critici e analizzò alcuni giochi che prevedevano per la cui esecuzione erano indispensabili le scarpine. Inoltre fissò nove categorie di bellezza, che comparò ufficialmente alle nove classi in cui era divisa la società cinese. Le prime tre erano: “Qualità divina”, “Qualità meravigliosa” e “Qualità immortale”. Vi era anche tutta una serie di termini per descrivere il piede, la scarpa e i suoi accessori. Si riteneva comunemente che il “loto d’oro” fosse lungo otto centimetri o meno, il “loto d’argento” da otto a dieci e il “loto di ferro” più di dieci. Le scarpe di queste donne dai piedi piccoli, confezionate su misura – di cotone per tutti i giorni e di seta ricamata per le ricorrenze – erano lunghe da 7 a 12 centimetri. La pratica di fasciare i piedi raggiunse la massima diffusione verso la fine della dinastia Qing (1644-1911), ma già allora erano evidenti i segni della sua decadenza. Le frequenti disposizioni imperiali contro il costume era la riprova della loro inefficacia. Nel sec. XVII i conquistatori mancesi della Cina furono i primi a combattere l’usanza che aveva ormai raggiunto la sua piena fioritura e andarono orgogliosi dei piedi grandi e naturali delle loro donne, differenziandosi così dai conquistati. Verso la fine del sec. XVIII e l’inizio del XIX, molto prima che giungessero in Cina le idee occidentali di uguaglianza dei sessi, i leader cinesi cominciarono a combattere per i diritti femminili, e ben presto la lotta si orientò anche contro la fasciatura dei piedi. Il movimento abolizionista incominciò ad avere l’appoggio dei critici cinesi progressisti, dei missionari occidentali e delle loro mogli. Questi ultimi, però, più che combattere per l’uguaglianza delle donne, si scagliavano contro l’innaturalezza del costume.
Il primo passo verso l’abolizione della fasciatura dei piedi fu un decreto imperiale del 1902 in cui si caldeggiava il divieto di fasciare i piedi durante l’infanzia; era questo infatti il sistema più umano per sradicare tale costume. Ma l’infelicità e l’amarezza causate alle donne adulte dall’interruzione della pratica erano tali che le misure adottate non sortirono gli effetti sperati. Venne proposta la moderazione per far sì che la fasciatura giungesse al suo epilogo naturalmente, senza causare inutili sconvolgimenti sociali. La tendenza a divorziare dalle mogli con i piedi rimpiccioliti venne bollata come atto barbarico, indegno d’una società civile e responsabile. Nell’agosto del 1928, il ministro degli affari interni emanò un’ordinanza articolata in 16 paragrafi contro la fasciatura e ingiunse a tutte le prefetture di farla scrupolosamente rispettare. Certo è che le donne con i piedi fasciati che vissero nel periodo di transizione soffrirono doppiamente. Nella prima fanciullezza dovettero sopportare il dolore e il disagio della fasciatura, solo per sentirsi dire, nella maturità, che le loro sofferenze erano state vane, dati i nuovi dettami della rivoluzione e i cambiamenti dei gusti estetici. Per il rivoluzionario cinese, lo sradicamento della pratica della fasciatura dei piedi e l’emancipazione femminile avevano il medesimo significato. L’eliminazione del costume era un obiettivo importante, ma difficile da raggiungere dato che le donne, relegate nell’intimità dei boudoir rimanevano inavvicinabili. La riforma conobbe i suoi primi successi nelle città e nei grossi centri. Verso la fine degli anni Venti la pratica della fasciatura era ormai in fase calante; ma la concezione maschile conservatrice, che vedeva nella donna un essere inferiore e un passatempo, era rimasta sostanzialmente inalterata. La donna cinese dovette attendere la definitiva ascesa al potere di Mao, per vedere distrutta totalmente questa pratica. In conclusione, si può dire che le donne cinesi per secoli sono state considerate inferiori, semplici fattrici di una discendenza possibilmente maschile. Durante tutta la storia le capacità della donna sono state imprigionate e bloccate da segregazioni, pregiudizi e sofferenze, ed anche l’emancipazione è stata forzata, passiva, diretta in modo sbagliato, con secondi fini e spesso pagata a caro prezzo.

Anche nella società occidentale e non solo in Cina c’è ancora molto da fare per arrivare alla parificazione dei diritti fra uomo e donna, che non deve essere un’uguaglianza in tutto, ma un’uguaglianza di fatto, che sappia tener conto delle differenze e ne faccia tesoro, non le sopprima; bisogna rafforzare i diritti per giungere a una piena integrazione. Chi lo sa se una Cina segnata dal comunismo, divisa tra tradizione, storia e corsa all’occidentalizzazione estrema riuscirà a dare alle donne questo spazio, questa libertà e questa forza che esse attendono da tanto. Come visto il ruolo della donna in Cina è sempre stato subalterno e tenuto ai margini della cultura e della scienza. Ma, anche in Occidente, la storia delle donne nella cultura e nella vita civile è stata una storia di emarginazione fino alla fine dell’Ottocento e in gran parte ancora fino alla metà del Novecento, almeno nei paesi industrializzati. All’aprirsi del XIX secolo si affacciavano le istanze di riscatto delle donne “senza diritti”, nel tentativo di eliminare tante ingiuste diseguaglianze sociali. Negli stessi anni, però, la scienza medica proponeva un’unica lettura delle differenze fisiologiche di genere, dando solida credibilità alla ideologia naturalistica che sosteneva la “naturale” inferiorità della donna, accettata nella banalità di un sentire da non mettere in discussione. In questo articolo si ripercorrono certi tratti della medicina che, quando spiegava la fisiologia della donna, si impaludava in ambiguità, ristagnava in vecchie posizioni scientifiche e agiva sul senso comune. Le spiegazioni fisiologiche delle differenze tra uomo e donna venivano in aiuto a quanti, nel turbinoso itinerario del pensiero emancipazionista, radunavano le forze necessarie per opporvisi e contrastare le pretese di trasformazioni. Aggirandosi nella letteratura d’epoca, si comprende che i medici, spiegando le “naturali diseguaglianze” giustificative del comportamento privato e dell’agire sociale femminile, subordinato all’uomo, vivevano una loro sorta di pace interna e di tranquillo conformismo. Nel fisiologismo ottocentesco si trovano le descrizioni anticipatrici di certe presunzioni che poi fiorirono più diffusamente con tutti quelli che misuravano crani o pesavano cervelli, con le convinzioni di Lombroso e di Moebius, visionario propagandista della “assoluta sterilità mentale” della donna. In molti paesi in via di sviluppo, salvo rare eccezioni, le donne sono ben lontane non solo dall’aver raggiunto la parità con l’altro sesso, ma anche dal vedere loro riconosciuti i più elementari diritti di esseri umani. Quali possono essere le cause di questa situazione che risale indietro nei secoli? Forse già nelle epoche preistoriche, la forza fisica necessaria per sopravvivere, le numerose gravidanze e il lungo periodo di allattamento e di cura della prole hanno portato alla differenziazione dei compiti. Per secoli le donne che potevano avere accesso all’istruzione erano quelle rinchiuse nei conventi. Forse per questo le donne che sono emerse nel passato erano soprattutto umaniste, pittrici, scrittrici, poetesse, ma molto più raramente scienziate. Infatti chi ha attitudini artistiche o letterarie può emergere anche senza una preparazione specifica, mentre le scienze, e in particolare le cosiddette scienze “dure” come matematica e fisica richiedono una preparazione di base, senza la quale è quasi impossibile progredire. Solo quelle poche favorite dall’avere un padre, un fratello o un marito scienziato disposto a condividere le proprie cognizioni, potevano farsi una cultura scientifica. Basta ricordare che ancora all’inizio del XX secolo in molti paesi europei alle ragazze era precluso l’accesso alle università ed anche ai licei. Perciò le donne, escluse dalle università, escluse dall’educazione scientifica, sono emerse là dove potevano emergere. Così è sorto il pregiudizio secondo cui le donne sarebbero più adatte alle materie letterarie e linguistiche che non a quelle scientifiche. Le stesse ragazze crescono in mezzo a questi pregiudizi e se ne lasciano influenzare, e scelgono le facoltà umanistiche anche contro le loro naturali inclinazioni, contribuendo così a rafforzare i pregiudizi stessi. Comunque oggi cresce sempre di più il numero di ragazze che scelgono materie ritenute tipicamente maschili come ingegneria. Malgrado le difficoltà incontrate, non sono poche le scienziate che hanno portato importanti contributi allo sviluppo della scienza. La storia ci tramanda i nomi di alcune famose scienziate. Ce ne furono una ventina nell’antichità, fra cui emerge il nome della matematica Ipazia; solo una decina nel medioevo, soprattutto nei conventi, quasi nessuna tra il 1400 e il 1500, 16 nel 1600, 24 nel 1700, 108 nel 1800. Oggi solo nel campo dell’astronomia sono più di 2000, ed in ogni campo dei sapere le ricercatrici universitarie superano il 50%, con punte dell’80% nelle facoltà umanistiche, del 60% in quelle di scienze biologiche, dal 30 al 40% nelle scienze abiologiche, più dei 50% nelle matematiche, mentre sono ancora al di sotto dei 20% in facoltà come ingegneria e agraria. Fra le matematiche va ricordata Ipazia (370-415 d.C.), figlia del matematico e filosofo Teone. Diventò capo di una scuola platonica di Alessandria d’Egitto frequentata da molti giovani. Fu uccisa barbaramente da monaci, forse anche perché tanta genialità matematica in una donna poteva sembrare indice di empietà. Nel 1700 Maria Gaetana Agnesi (1718-1799) fu la prima donna ad essere chiamata a ricoprire una cattedra universitaria, all’Università di Bologna, e Sophie Germain (1776-1831) fu una riconosciuta esperta di teoria dei numeri e di fisica. Nel XIX secolo ci sono numerose grandi matematiche, fra le quali emergono soprattutto Sofia Kovaleskaja (1850-1891), professore all’Università di Stoccolma, e Emmy Noether (1882-1935), fondatrice dell’Algebra moderna. Fra le matematiche italiane di questo secolo ricordo Pia Nalli (1866-1964) professore ordinario di analisi matematica all’università di Cagliari e poi di Catania; Maria Pastori (1895-1975) ordinario di Meccanica Razionale all’università di Messina, Maria Cibrario Cinquini (1905-1992), ordinario di Analisi matematica a Cagliari e professore emerito dell’università di Pavia, Maria Biggiogero Masotti ordinario di geometria presso il Politecnico di Milano. Fra le fisiche e le astrofisiche vanno ricordate, naturalmente Marie Sklodwska Curie (1867-1934), premio Nobel per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911, e prima donna professore alla Sorbona e la figlia Irene Curie (1897-1956) premio Nobel per la chimica nel 1935; Lise Meitner (1878-1856) premio Nobel per la chimica nel 1935; Lise Meitner (1878-1968) che scopre il fenomeno della fissione nucleare ed è la prima donna ad avere una cattedra universitaria di fisica in Germania; Marie Goeppert Mayer (1906-1972) premio Nobel per la fisica nel 1963 per la sua teoria sui “numeri magici” che determinano la stabilità degli atomi; Wu Chieng-Shiung (1913-1997), professore di fisica alla Columbia University, scopritrice della non conservazione della parità nelle interazioni deboli. Fra le astronome e astrofisiche va ricordata Caroline Herschel (1750-1848) che insieme al fratello William iniziò lo studio fisico del cielo, occupandosi di quello sfondo di stelle fino allora considerato poco più di uno scenario su cui si muovevano i pianeti. A loro si deve lo studio delle nubi interstellari, la scoperta di regioni apparentemente prive di stelle, che oggi sappiamo essere regioni ricche di polveri che ci nascondono le stelle retrostanti, e lo studio della distribuzione delle stelle sulla volta celeste. Maria Mitchell (1818-1889) è stata la prima famosa astronoma americana, docente di astronomia al Vassar College e direttrice di quell’osservatorio, che ha preso il suo nome. Un terzetto di astronome americane che hanno legato il loro nome a scoperte e ricerche fondamentali per la moderna astrofisica sono Henrietta Swan Leavitt (1868-1921), Anne Cannon (1863-1941) e Antonia Maury (1866-1952). La prima scoprì la relazione che lega il periodo di variazione di luce di una classe di stelle variabili dette “Cefeidi” al loro splendore assoluto, facendo di questa classe di stelle uno dei migliori mezzi per la determinazione delle distanze delle galassie. Alla seconda si deve la classificazione degli spettri di più di 225.000 stelle; il risultato del suo lavoro è raccolto nel poderoso catologo “Henry Draper” (dal nome dei finanziatone dell’opera) che è ancora oggi largamente consultato. La terza scoprì alcune caratteristiche degli spettri stellari, che permettevano di stabilire lo splendore assoluto di una stella, e quindi – misurato lo splendore apparente – risalire alla distanza. Essa ha anticipato di almeno due decenni il metodo di determinazione delle distanze dal semplice studio dello spettro. Una grande astrofisica, iniziatrice dei metodi di studio delle atmosfere stellari e della determinazione della loro composizione chimica è stata Cecilia Payne Gaposchkin (1890-1979). Iniziatrice dello studio dell’evoluzione chimica della Galassia è stata una giovane astrofisica, Beatrice Tinsley, scomparsa prematuramente una ventina di anni fa. Oggi sono numerosissime le astrofisiche di fama internazionale che guidano gruppi di ricerca nei più svariati campi, dalla fisica stellare alla cosmologia, e delle più svariate nazionalità. Si può stimare che in tutto il mondo rappresentino dal 25 al 30% di tutti gli astronomi e astrofisici. Altrettanto numerose sono le scienziate nel campo della biologia e delle scienze mediche, molte insignite di premio Nobel. Per tutte ricordiamo Rita Levi- Montalcini (1909) premio Nobel per la medicina nel 1986. Sebbene oggi i contributi delle donne alla scienza vengano riconosciuti, resta il fatto che le scienziate per emergere devono generalmente lavorare di più dei loro colleghi e devono ancora superare numerosi pregiudizi, che, contrariamente a quanto si crede, sono maggiori nei paesi anglosassoni che non in quelli latini. Torniamo alla Cina e alla Medicina di quel Paese. Certamente la più celebre fra le donne-medico nella tradizione cinese fu Bao Gu, moglie dell’alchimista Ge Hong, nota come “la dea della medicina”, la cui tomba si trova in un tempietto bianco, nella Città Proibita, a Pechino. Fu una famosa esperta di moxibustione e dermatologia, viaggiò in luoghi lontani, fu una ricercatrice assidua e scrisse, col marito, il testo Shijou Fang (施芳柔) o “Prescrizioni Tardive”. Nata nel Guangdong, nei pressi delle montagne Luofu, ivi studiò alchimia taoista (sotto la guida di Bao Liang) e, successivamente, si perfezionò in arti guaritorie viaggiando nelle città di Nanhai, Huiyang e Boluo. Ideò la combinazione di erbe per moxa nota come Hongjiao ed un tempio a lei dedicato, dettio Palazzo Sanyuan, si trova ai piedi del monte Yuexiu nel Guangzhou. È portata ad esempio dell’apertura della Medicina cinese anche alle donne. Ma altre grandi donne hanno attraversato la storia della Medicina Cinese, come Yi Shuo, della dinastia Han, Zhang Xiaoniangzi, della dinastia Song e Tan Yunxian, vissuta nel periodo Ming. Prima giudicare con dura severità la tradizione cinese, va comunque ricordato che, in Europa, solo la Scuola Medica Salernitana conferirà (1200-1300) la Laurea anche ai Medici appartenenti al gentil sesso e più tardivamente che in Cina.

 

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–             Schimdt G.H.: Storia della Cina, Ed. Mondadoti, Milano, 2005.

–             Wei Kang F.: The story of Chinese Acupuncture and Moxibustion, Ed. Foregein Linguages Press, Beijing, 1975.

–             Zhen’guo W., Ping C.: History and Development of Traditional Chinese Medicine, Vol 1, Ed. IOS Press, New York, 1999.

 

 




Iniezioni epidurali di corticosteroidi: gravi disturbi neurologici

Dal momento che assai spesso mi capita che a pazienti affetti da sciatica o lombalgia che vengono alla mia osservazione siano stati consigliati dal “passaparola” ma anche da colleghi medici trattamenti della loro patologia attraverso iniezioni epidurali di cortisonici, mi sembra impostante informare i lettori di Olos e Logos delle conclusioni di questo articolo che segnala gli effetti avversi di questa metodica terapeutica.

Le conclusioni dell’articolo sono che: “il rapporto rischio-beneficio delle iniezioni epidurali di corticosteroidi nei pazienti con mal di schiena e sciatica non è favorevole. Se tale trattamento è comunque scelto, i pazienti devono essere informati della sua mancanza di efficacia dimostrata e dei rischi a cui saranno esposti.”

SIF

Societa’ Italiana di Farmacologia

FarmacoVigilanza

(Luglio 2016)

http://www.farmacovigilanzasif.org

Iniezioni epidurali di corticosteroidi: gravi disturbi neurologici

Wasim Kharamba e Alessandra Russo. UOSD Farmacologia Clinica. AOU Policlinico “G. Martino”, Messina

Sulla rivista Prescrire International (1) è stato pubblicato un articolo in cui è stata focalizzata l’attenzione sulle iniezioni epidurali di corticosteroidi. I pazienti con mal di schiena e sciatica a volte sono trattati con iniezioni epidurali di corticosteroidi, anche se tali iniezioni non hanno dimostrato di avere una qualche efficacia al di là di un effetto placebo, né a breve né a lungo termine.

Alla fine del 2014, la Food and Drug Administration (FDA) ha pubblicato una revisione degli effetti avversi segnalati o pubblicati associati ad iniezioni epidurali di corticosteroidi. Sono stati inclusi 131 casi di gravi effetti avversi neurologici, tra cui 41 casi di aracnoidite. Il sito di iniezione era noto in 7 casi (1 iniezione cervicale, 4 lombari, 1 lombare/sacrale e 1 sacrale).

Gli altri effetti avversi includevano paraparesi e paraplegia, quadriplegia, infarto del midollo spinale, stroke, trombosi e tromboembolismo, disturbi sensoriali, cecità, lesioni nervose, convulsioni, disfunzione vescicale o intestinale e modifiche comportamentali o psicologiche. Cinque pazienti sono deceduti, tra cui due suicidi in pazienti con aracnoidite. L’analisi delle segnalazioni suggerisce che l’uso di tecniche di imaging per guidare l’iniezione non elimina il rischio di effetti avversi neurologici gravi.

In pratica Il rapporto rischio-beneficio delle iniezioni epidurali di corticosteroidi nei pazienti con mal di schiena e sciatica non è favorevole. Se tale trattamento è comunque scelto, i pazienti devono essere informati della sua mancanza di efficacia dimostrata e dei rischi a cui saranno esposti.

Bibliografia

  1. Prescrire International 2016; 25: 69.

 

 




Le acque lunari, la medicina cinese e la donna

Lucio Sotte*

È un vero piacere presentare ai lettori di Olos e Logos: Dialoghi di Medicina Integrata quest’ultima opera di Alessandra Gulì che completa il panorama della letteratura scientifica italiana di medicina cinese con un volume dedicato alla ostetricia e ginecologia cinesi.

Conosco Alessandra da tanti anni e so quanta passione e dedizione ha speso nello studio, nella pratica clinica, nella didattica della materia ostetrico ginecologica sotto la guida dei suoi maestri cinesi di Nanjing.

Questo volume è il brillante esito di un lungo ed appassionato lavoro offerto al mondo medico ed accademico italiano per approcciare ed approfondire per la prima volta questa complessa materia delle patologie femminili.

Le acque lunari – le mestruazioni – sono il cuore della fisiologia della donna e sono al centro delle terapie proposte dalla medicina tradizionale cinese, che ne interpreta i ritmi e i messaggi a partire dai quali si possono affrontare numerose disarmonie.

Il ritmo che regola l’avvicendarsi delle varie fasi del mestruo come anche quello dei tempi della gravidanza è studiato in medicina occidentale a partire dai complessi equilibri neuro-ormonali che collegano l’ipofisi e gli organi genitali. La medicina cinese insegna che questo ritmo collega la donna anche al macrocosmo: non è un caso che la durata del ciclo e quella della gravidanza siano collegate con la durata delle fasi lunari che influenzano le energie dell’essere vivente.

Il materiale teorico e pratico presentato in questa nuova edizione di Le acque lunari, attraverso un’ampia analisi della fisiologia e delle patologie specifiche femminili, costituisce una ricca fonte di consultazione per le donne e per ogni terapeuta.

Il volume inizia con una prima parte dedicata alla presentazione dei principi della medicina cinese: yin-yang, wu xing, qi, sangue, fluidi, essenza, i tre tesori. Si passa poi ad analizzare il sistema degli organi e visceri e quello dei visceri straordinari per arrivare infine alla teoria dei canali, principali, secondari e straordinari.

Inizia poi la seconda parte del volume che è dedicata in maniera più specifica ad affrontare la fisiopatologia e la diagnostica dell’universo femminile.

La terza parte del volume è dedicata alla clinica ed affronta la disarmonia e regolazione del ciclo mestruale, le alterazioni del ritmo, della quantità e della durata, il dolore mestruale, i sanguinamenti uterini, l’assenza del mestruo, i disturbi intermestruali e mestruali ed infine la menopausa e l’infertilità. Quest’ultimo argomento è affrontato con i contributi di Carlo Maria Giovanardi (evidenze scientifiche), di Umberto Mazzanti (effetti e meccanismi di azione dell’agopuntura) e di Eleonora Marche (auricoloterapia per la fertilità).

Attraverso la proposta di una cura naturale e consapevole – a volte alternativa ai percorsi della medicina occidentale, altre volte sinergica ad essi – completata da prescrizioni erboristiche e descrizioni dei punti specifici di agopuntura, l’autrice, medico occidentale ed esperta di medicina tradizionale cinese, mette a disposizione la sua ampia conoscenza ed esperienza, maturate in una pratica più che trentennale, in un’opera tecnica ed allo stesso tempo di gradevole lettura.

Sessualità, ciclo mestruale, aspetti culturali, elementi psichici, metodiche di conoscenza del proprio corpo, menopausa, infertilità e svariate patologie sono i temi affrontati in una chiave completa, che mette in relazione ritmi naturali e stili di vita, fornendo indicazioni dettagliate sui comportamenti salutari per influire sulla guarigione e offrendo uno sguardo sulla fisiologia femminile diverso e carico di spunti di riflessione creativi e vitali.




Esperienze cliniche in agopuntura dell’addome e dell’ombelico

Lucio Sotte*

L’addominoagopuntura o agopuntura addominale, costola primaria della somatoagopuntura, nasce in Cina circa venticinque anni fa sulla base della conoscenza della «tartaruga sacra» e consente di trattare con successo pazienti resistenti alle tradizionali terapie e affetti da patologie osteoarticolari.

La sua “scoperta” è correlata agli studi del dott. Bo sul sistema dei punti addominali e alla sua messa a punto della mappa somatotopica che fa corrispondere precisi punti addominali alle varie regioni del corpo.

L’addominopuntura è certamente molto interessante da vari punti di vista: in primo luogo per la sua efficacia, in particolare nelle patologie articolari della colonna ed in quelle degli arti superiore ed inferiore, ma anche nelle patologie di interesse neurologico correlate alla compromissione delle radici nervose che sono alla base di sciatiche e radicoliti.

Un secondo motivo di interesse è correlato alla sua “ripetibilità” che fa si che, a differenza di altre metodiche di trattamento agopunturistico in cui il trattamento è assai personalizzato, possa essere sottoposta facilmente a studi controllati e randomizzati sulla sua efficacia terapeutica.

Un altro grande pregio dell’addominopuntura è la sua caratteristica di essere praticamente indolore sia per le modalità di infissione dell’ago che per la manipolazione che debbono essere precise e delicatissime. D’altra parte anche le dimensioni e soprattutto il calibro modestissimo degli aghi (0,20/0,25 mm) sono un motivo di attenuazione di qualsiasi sintomo algico durante l’esecuzione della terapia.

Da ultimo la mia esperienza di addominopuntura mi suggerisce che la sua pratica possa essere particolarmente utile anche nel primo approccio terapeutico con un paziente agofobico perché sia i buoni risultati come anche la sua pratica assenza di effetti collaterali fa prendere confidenza con l’agopuntura anche al paziente più pavido. Una volta superato lo scoglio iniziale sarà molto più semplice utilizzare e far accettare al paziente anche metodiche più complesse di terapia.

Gemma D’Angelo si dedica da molti anni a questa metodica di terapia. Non è un caso che avessi affidato proprio a lei l’incarico di trattare il tema dell’addominopuntura nel 14° capitolo del volume Agopuntura Cinese pubblicato nel 2007 di cui riporto in figura la pagina iniziale.

Si tratta del Terzo Volume del Trattato di Agopuntura e Medicina Cinese Medicina Cinese edito dalla Casa Editrice Ambrosiana alla realizzazione del quale ho dato il mio contribuito come editor di Volume e di Collana.

L’ombelicoagopuntura, invece, si basa su una descrizione complessa del rapporto tra uomo e natura, dove le regole sono dettate in primo luogo dal seguire uno stile di vita il più vicino possibile agli insegnamenti del tao, e in secondo luogo da variabili più complicate, che vengono prese in considerazione e valutate dal medico mediante una scelta precisa riguardante ambiti differenti.

Il ba gua, lo schema della trasformazione yin yang basato sugli otto trigrammi, è alla base di questa seconda metodica di terapia che ha il pregio, come la precedente, della recente messa a punto e della modesta sensazione dolorifica associata.

In questo testo, Gemma D’Angelo introduce il lettore alla teoria e alla pratica di entrambe le metodiche descrivendo la sua esperienza nell’utilizzo clinico e presentando protocolli clinici con le differenti possibilità terapeutiche, suddivisi in una sezione di base, che comprende protocolli applicabili a più patologie, e in una specialistica, dove le patologie sono differenziate per competenza clinica.




Volontariato in agopuntura a Zamboanga, esperienze estive

Paola Poli, Carlo Moiraghi*

Eccoci rientrati da un nuovo viaggio di volontariato con agopuntura.

AGOM, Agopuntura nel Mondo, questa volta si è diretta a Zamboanga, una cittadina su un’isola all’estremo sud delle Filippine, nel Mindanao, poco sopra la Malesia. Una terra di rapimenti, di guerre e di scontri. Nel 2013 per diversi mesi la città è stata devastata da una vera e propria guerra, i musulmani ribelli di Abu Sayyaf e sovvenzionati da Al Qaida, volevano rendere il Mindanao e l’annesso arcipelago delle isole Sulu un Califfato mussulmano indipendente dalle Filippine, così filippini e americani hanno duramente reagito, bombardamenti a tappeto. Ora la guerra è terminata ma non regna la pace. Si vive in uno stato di allerta. Numerosi i rapimenti sia di stranieri che di filippini soprattutto a scopo di riscatto ma non solo. Le persone la sera col buio non escono di casa. Le strade sono presidiate da posti di blocco con militari armati. L’unico Occidentale che vive lì a Zamboanga dal 1977 è Padre Sebastiano D’ambra, missionario del PIME che ogni giorno porta avanti e costruisce il suo messaggio di pace. Lui è il mediatore tra i ribelli e l’esercito. Padre Sebastiano è stato di fondamentale importanza nella risoluzione del conflitto armato del 2013, lo è ogni qual volta avviene un rapimento e ancora lo è ogni giorno per la convivenza di persone di religioni diverse. Padre Sebastiano porta avanti il dialogo tra le religioni, non evangelizza, costruisce vita comune nel pieno rispetto di tutti. Crede che i musulmani debbano essere aiutati a divenire musulmani migliori e i cristiani debbano essere aiutati a divenire cristiani migliori, e gli uni e gli altri a convivere in pace. A chi gli dice che è pericoloso per lui vivere lì nel mezzo delle discordie, a chi gli ricorda che già tante volte per un soffio si è salvato da attentati rivolti alla sua persona, mentre non pochi suoi confratelli sono morti risponde deciso, Padayon, Andiamo Avanti.

All’inizio dell’estate, attraverso vie tanto impreviste quanto precise, come solo le vie della vita sanno essere, Padre Sebastiano ha ricevuto una nostra email in cui dicevamo di volere praticare volontariato medico con agopuntura nelle Filippine e domandavamo disponibilità. Da otto anni il Padre attendeva di potere far seguire un corso di agopuntura alle sei esperte di medicina cinese che lavorano all’ Holistic Center Silsilah Harmony Village di Zaboanga da lui fondato, per potere aggiungere l’agopuntura alle cure necessarie durante le eventuali guerriglie e per i poveri di ogni giorno. Durante la guerra l’Ospedale era stato sfollato e lui aveva accolto i pazienti che non potevano essere trasferiti da altre parti, le cure servono, tanto, tutte. Al Centro Olistico le nostre future allieve già praticavano shiatsu, riflessologia e avevano una conoscenza di base dei punti e dei canali di agopuntura e di medicina cinese, oltre ad essere esperte in cure tramite la somministrazione di erbe e piante medicinali locali. Il Padre ci ha subito invitato assicurandoci che se stavamo con lui e ci attenevamo alle sue raccomandazioni non correvamo pericolo. Così è stato. Non siamo mai usciti da soli né abbiamo mai camminato per più di dieci metri per strada. Un’ora dopo il nostro arrivo abbiamo iniziato ad insegnare agopuntura e lo abbiamo fatto senza sosta per le due settimane di permanenza. Ogni mattina curavamo gratuitamente i detenuti del City Jail, il carcere di Zamboanga, le persone del General Hospital e del Ministero della salute. Ogni pomeriggio visitavamo al Centro Olistico del Silsilah Harmony Village fondato da Padre Sebastiano. Abbiamo fatto 460 trattamenti, intervallati alle lezioni e con grande gioia le nostre allieve gli ultimi giorni erano in grado di effettuare semplici ma adeguati trattamenti di agopuntura in autonomia. L’agopuntura a Zamboanga è dunque ora una realtà. I cittadini, i poveri, i detenuti, gli sfollati delle baraccopoli continueranno a ricevere agopuntura gratuitamente e non solo per le due settimane in cui noi siamo stati sul posto e questo è il vero successo di questo nostro periodo ed impegno. A Zamboanga probabilmente non torneremo e sicuramente non manderemo altri medici agopuntori, è davvero un luogo rischioso, l’ISIS è radicata nelle isole vicine, ma ormai un primo avvio all’agopuntura c’è stato. Ora le esperte che abbiamo formato seguiranno un altro corso per avere l’abilitazione locale ma già hanno ricevuto un diploma oltre che da noi anche dal Ministero della Salute di Zamboanga che ne ha osservato il lavoro per due giorni ed ha visto i risultati ottenuti dai 70 trattamenti da loro effettuati proprio lì al Ministero.

I casi che abbiamo trattato sono diversi. In carcere abbiamo trattato solo gli uomini, per le donne la direzione carceraria ha di continuo rimandato per negarci l’autorizzazione all’ultimo. Alcuni di questi detenuti ci sono stati presentati come paralizzati dalla vita in giù e pertanto venivano portati in spalla da altri detenuti per poter ricevere i trattamenti di agopuntura. Di base in questi casi abbiamo utilizzato punti di rene e di vescica biliare ma anche di milza, dati i polsi vuoti e le lingue pallide e gonfie. In particolar modo ci siamo avvalsi della puntura di R1, R3, VB39, M6, GI4. Sorprendente è stato osservare come già dopo un trattamento questi malati migliorassero, il primo passo era lo sguardo che si faceva più presente. Dal terzo trattamento generalmente camminavano in autonomia. Abbiamo così scoperto che questi uomini erano si paralizzati, ma dalla paura, non da lesioni fisiche. Un sostegno sul rene, sulla milza e sulla vescica biliare era sufficiente a ridare loro la volontà di camminare, di trovare la forza per farlo, di ripercorrere in autonomia il sentiero della vita. Altro problema del carcere erano le ulcere. Molte erano state provocate dall’eccessivo utilizzo di droga o dal diabete e il carcere non è certo il luogo adatto alla rimarginazione delle ferite. I detenuti nelle celle sono tanto ammassati che per dormire devono fare i turni, alcuni riescono a sedersi, ben pochi hanno lo spazio per sdraiarsi, i più vivono e dormono in piedi addossati fra loro. Un ragazzo per poter stare disteso la notte si ricoverava nelle latrine. Dunque ulcere e problematiche della pelle a non finire. Anche in questo caso i risultati in due o tre trattamenti consecutivi sono stati sorprendenti. Abbiamo trattato le ferite con aghi a stella intorno alle lesioni e utilizzando punti dei canali interessati sopra e sotto all’area ulcerata, prediligendo l’utilizzo dei punti Jing. Gli arti copliti si sgonfiavano, il dolore diminuiva immediatamente sino a cessare del tutto, l’essudato infetto si asciugava e la cute iniziava a ricrescere. Ricordiamo in particolare un ragazzo con l’occhio destro con il canto interno gonfio in una sorta di flemmone purulento. Abbiamo utilizzato punti classici attivi sull’occhio, F3, V2, ST3, VB 14, VB1, GI4, l’abbiamo trattato per la prima volta un sabato mattina e ritrovato il lunedì, con l’occhio recuperato, appena arrossato. Alleghiamo due immagini. Sicuramente il fatto che queste persone non assumono praticamente mai medicine secondo noi giustifica la rapidità e l’intensità dei risultati e rende ancor più importante il praticare ed il diffondere l’agopuntura in questi posti dimenticati del mondo. In questo mondo proiettato verso lo sviluppo e il progresso, l’agopuntura, medicina dei poveri, deve ritrovare il più ampio spazio proprio tra i poveri. Con 100 aghi si trattano dieci persone, la spesa è minima, i risultati spesso stupefacenti. Invitiamo tutti i medici agopuntori esperti a concepire in futuro le proprie ferie così, andando per il mondo a mettersi a disposizione, ad aiutare con gli aghi chi è nel bisogno e nella necessità. Partite con noi.

www.agopunturanelmondo.com

agopunturanelmondo@gmail.com

Paola Poli, Carlo Moiraghi

 




La Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese, la principale testata italiana di MTC 1985-2008

Lucio Sotte*

Summary

Italian Journal of TCM was founded in 1985 and is Italian edition of Journal of TCM edited in Beijing.

Riassunto

La Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese viene edita dal 1985 ed è l’edizione italiana del Journal of Traditional Chinese Medicine edito a Pechino.

Gli Anni ’80: gli inizi dell’agopuntura

La Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese viene fondata nel 1985 a Forlì come organo scientifico della Scuola Italiana di Medicina Cinese del “Gruppo di Studio Società e Salute” che – dopo essere aver iniziato la sua attività a Milano alla fine degli Anni ’70 organizzando i primi Corsi di Agopuntura presso l’Istituto di Farmacologia della Facoltà di Medicina – si trasferisce nei primi anni ’80 a Bologna dove continua i suoi Corsi presso il Policlinico S.Orsola.

Il primo direttore della Rivista è il dott. Giorgio Di Concetto coadiuvato nel suo lavoro dal Comitato di Redazione composto dai dottori Lucio Sotte, Lucio Pippa, Emilio Minelli, Massimo Muccioli, Camillo Schiantarelli, Renato Crepaldi, Ettore De Giacomo, Lorenzo Adami, Riccardo Grazzini, Oddone De Lorenzi e Francesco Pastore.

Negli Anni ’70/’80 l’agopuntura italiana è agli inizi della sua introduzione e diffusione ed è debitrice di quella francese che si è sviluppata maggiormente e più velocemente approfittando degli stretti contatti che la Francia ha nei decenni precedenti sia con la Cina che, e soprattutto, con i paesi dell’Indocina come il Vietnam (che era una colonia francese) dove la medicina cinese è assai utilizzata e diffusa.

La Scuola Italiana di Medicina Cinese intrattiene stretti rapporti con il mondo dell’agopuntura francese, in particolare con il Centro di Documentazione dell’Agopuntura Tradizionale di Marsiglia diretto dal dott. Nguyen Van Nghi, il medico vietnamita, naturalizzato francese, che è senza ombra di dubbio il personaggio più significativo per la prima diffusione dell’agopuntura in Francia, in Spagna, in Italia ed in molti altri paesi europei negli Anni ’60-’70-’80 .

Il primo numero della Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese pubblicato nel 1985

È per questo motivo che, al suo esordio, la Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese è gemellata con la Revue Française de Mèdecine Traditionelle Chinoise edita a Marsiglia come organo scientifico del Centro di Documentazione dell’Agopuntura Tradizionale.

Un fascicolo della Revue Française de Mèdecine Traditionelle Chinoise gemellata con la rivista

 Per lo stesso motivo, per tutti gli Anni ’80 la rivista continua ad essere l’edizione italiana della rivista francese: ovviamente vengono pubblicati anche articoli che sono il frutto del lavoro condotto in Italia dai medici del comitato di redazione e dagli allievi dei Corsi di Agopuntura della Scuola Italiana di Medicina Cinese di Bologna e di altre Scuole italiane che nel frattempo si sviluppano al Nord, al Centro ed al Sud del nostro paese.

Un fascicolo della Rivista del 1989 dedicato alle Cefalee in Medicina Tradizionale Cinese

 Questo è il periodo in cui la rivista, nonostante si fregi del titolo di “Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese” si interessa prevalentemente di agopuntura dedicando poco spazio alle altre metodiche terapeutiche.

Il testo sul Massaggio Cinese opera di Lucio Sotte e Fu Bao Tian pubblicato nel 1988

 Questo fatto accade per il concatenarsi di vari motivi: a differenza delle altre metodiche di terapia della medicina cinese la conoscenza dell’agopuntura era stata introdotta già in precedenza, fin dal ‘700, in Italia ed Europa ed era dunque già nota al mondo medico occidentale nonostante non fosse affatto diffusa. Molti medici ritenevano che la medicina cinese consistesse nella sola agopuntura e non possedesse altre metodiche di terapia. I contatti con la Cina erano assai scarsi negli Anni ’70 anche a causa del fatto che la Rivoluzione Culturale era terminata da poco tempo ed il paese si stava appena riprendendo dal lungo periodo di violenze, incertezze ed interruzione delle attività didattiche e cliniche di molti centri e delle stesse Università di Medicina Tradizionale Cinese.

Gradualmente la rivista, proseguendo le sue pubblicazioni bimestrali negli Anni’80, inizia a dedicare una certa attenzione all’affronto di argomenti monografici attraverso l’edizione di alcuni numeri speciali in cui inizia a comparire un certo interesse anche per le metodiche di terapia cinesi diverse dall’agopuntura: vanno ricordati a questo proposito tre opere: un volume sul Massaggio Cinese nel 1988, un numero monografico intitolato Le cefalee ed il loro affronto con agopuntura, massaggio e farmacologia edito nel 1989 ed un altro numero monografico dedicato al Massaggio Pediatrico Cinese pubblicato nel 1998.

Nel frattempo, tramite dei contatti iniziati a Pechino nel novembre del 1987, in occasione del Congresso Mondiale della Federazione Mondiale delle Società di Agopuntura, nel 1990 viene perfezionato un accordo con l’Accademia di Medicina Tradizionale Cinese di Pechino per editare in Italia in lingua italiana il Journal of Traditional Chinese Medicine, l’organo ufficiale in lingua inglese dell’Accademia stessa. Questo accordo è l’occasione per un grande salto di qualità che mette i lettori della rivista in contatto con la pratica clinica, la ricerca clinico-sperimentale e la didattica di medicina cinese praticate in Cina.

 

Gli Anni ’90: la scoperta della medicina cinese

L’inizio degli Anni ’90 è caratterizzato dallo spostamento della direzione, redazione ed edizione della rivista da Forlì a Civitanova Marche quando il dott. Lucio Sotte assume la responsabilità della direzione stessa e dalla messa a punto del rapporto con l’Accademia di Medicina Tradizionale Cinese di Pechino. Tale rapporto viene ufficializzato attraverso la firma siglata a Pechino il 10 gennaio del 1991 di un Memorandum di intesa tra la Scuola Italiana di Medicina Cinese di Bologna rappresentata dal dott. Sotte e l’Accademia di Medicina Tradizionale Cinese di Pechino. Alla visita a Pechino fa seguito la visita del dott. Wei Yuan Ping, direttore dell’edizione inglese del Journal, in Italia l’anno successivo; parteciperà al Congresso annuale della Scuola che si tiene presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Bologna ed all’inaugurazione del nuovo anno accademico presso l’Ospedale Maggiore di Bologna.

Il rapporto con la Cina è l’occasione per la messa a punto di una nuova strategia della rivista che, in armonia con i nuovi interessi della Scuola, inizia a pubblicare articoli che riguardano non soltanto l’agopuntura, ma si allargano anche alle altre tecniche di terapia della medicina cinese come il massaggio e la fisiochinesiterapia, la farmacologia cinese e la dietetica. Negli stessi anni infatti la Scuola Italiana di Medicina Cinese di Bologna inizia ad organizzare i primi corsi di Massaggio Cinese (Istituto Rizzoli, 1988) e di Farmacologia Cinese (Policlinico S. Orsola 1989) curati da tre insegnanti della Scuola: Lucio Sotte e Lucio Pippa e Massimo Muccioli.

Un altro interessante versante dei lavori dei primi Anni ’90 riguarda i contatti con altre riviste straniere, in particolare con il Journal of Chinese Medicine edito in Inghilterra e diretto da Peter Deadman, la Revue Française d’Acupunture in Francia, il Pacific Journal of Oriental Medicine diretto da Harley Gale in Australia, il Dutch Folia Sinotherapeutica diretto in Olanda da Luc Vangermeersch.

Contestualmente vengono presi dei contatti internazionali con famosi personaggi del mondo

della medicina cinese praticata in Occidente come Giovanni Maciocia in Inghilterra, Ted Kaptchuck negli Stati Uniti, Paul Unschuld in Germania, che vengono accolti come membri del Comitato di Redazione e partecipano al lavoro della rivista con il loro significativo contributo attraverso la pubblicazione di una serie di articoli. Continuano e si espandono anche in contatti avviati in Cina dopo la firma siglata a Canton nel 1991 con l’Università di Medicina Tradizionale Cinese di Canton per l’insegnamento della farmacologia cinese in Italia.

Interessanti sono anche gli scambi con la rivista di Pechino che fanno si che nel 1992 compaia sul Journal of Traditional Chinese Medicine un articolo scritto in Italia sul “Trattamento delle cefalee in agopuntura e medicina tradizionale cinese” presso le ASL di Faenza e Civitanova Marche.

Un’ulteriore iniziativa dei primi Anni ’90 è l’attivazione dei Quaderni di Medicina Naturale della Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese: si tratta di volumi monografici su argomenti vari di medicina cinese che vengono editi allo scopo di fornire del materiale didattico per gli allievi della Scuola Italiana di Medicina Cinese ed i medici italiani interessati sulle varie discipline della medicina cinese stessa.

I primi due volumi sono opera di Giorgio Di Concetto e riguardano la “Terapia Clinica in Agopuntura e Medicina Cinese”, vengono poi editi un Quaderno dedicato all’”Agopuntura Cinese”

opera di Camillo Schiantarelli ed Ettore De Giacomo ed uno dedicato alle 150 più importanti ricette di farmacologia cinese intitolato “Ricette Cinesi” scritto da Lucio Sotte.

Seguono dei Quaderni opera di un folto gruppo di insegnanti della Scuola Italiana di Medicina Cinese dedicati alla “Diagnostica Cinese” ed alla “Semiologia Cinese” che colmano il vuoto editoriale italiano del settore.

Un volume un po’ originale viene edito nel 1995 ed è dedicato ai “Commentari sulla Cina” scritti agli inizi del 1600 da Padre Matteo Ricci, il missionario gesuita che iniziò l’evangelizzazione della Cina e diede vita al primo vero dialogo culturale Oriente-Occidente; non è un volume di medicina cinese ma è un’opera un po’ profetica che anticipa di qualche anno la nascita della Fondazione Matteo Ricci.

La seconda metà degli Anni ’90 è dedicata alla presentazione di una serie di volumi sulle ginnastiche mediche cinesi intitolati “Ginnastica Cinese 1- Qi Gong” e “Ginnastica Cinese 2 – Tai Ji Quan” curati da Lucio Sotte e Lucio Pippa per introdurre in Italia questo interessante aspetto della prevenzione e terapia della medicina cinese. Nel frattempo anche nella Scuola Italiana di Medicina Cinese venivano introdotti seminari e corsi di studio sulle ginnastiche cinesi.

Altri volumi dei Quaderni di Medicina Naturale, a cura di Massimo Muccioli, Margherita Piastrelloni e Attilio Bernini, affrontano per la prima volta l’argomento della dietetica cinese: “Dietetica Cinese 1” e “Dietetica Cinese 2”. Segue la pubblicazione di volumi degli stessi autori dedicata alla clinica ostetrico-ginecologica ed alla fisiologia e patologia dello psichismo.

L’obiettivo di tutta questa produzione scientifica è duplice: da una parte presentare per la prima volta in Italia argomenti inediti di medicina cinese, dall’altra fornire agli allievi della Scuola Italiana di Medicina Cinese degli strumenti agili e chiari attraverso i quali iniziare a studiare queste discipline.

Nel frattempo la rivista acquisisce un’ulteriore prestigiosa collaborazione con la rivista edita dall’Università di Medicina Tradizionale Cinese di Nanchino in Cina a seguito del protocollo d’intesa siglato dal dott. Sotte e dal Presidente dell’Università di Medicina Tradizionale Cinese di Nanchino prof. Xiang Ping a Nanjing nel novembre del 1996 per la collaborazione dei due enti nell’insegnamento e la diffusione in Italia del massaggio e delle ginnastiche mediche cinesi.

Nel 1998 la Scuola Italiana di Medicina Cinese del “Gruppo di Studio Società e Salute” e l’Associazione Medici Agopuntura Bolognesi danno vita a Bologna alla Fondazione Matteo Ricci: da questo momento la Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese diventa l’organo scientifico della Fondazione e continua ad essere redatta e pubblicata a Civitanova Marche. Ovviamente si arricchisce anche il comitato di redazione che aggiunge Carlo Maria Giovanardi, Umberto Mazzanti, Sotirios Sarafianos e Marco Romoli allo staff precedente composto da Annunzio Matrà, Lucio Pippa, Giorgio Di Concetto, Massimo Muccioli, Ettore De Giacomo, Camillo Schiantarelli, Carlo Fiocca.

 

Gli anni 2000: l’istituzionalizzazione

Da questo momento in poi la rivista si apre a nuovi interessi che potremmo definire “politici e sindacali”, che sono correlati alle esigenze del momento ed anche al fatto che il dott. Carlo Giovanardi viene eletto Presidente della Federazione Italiana delle Società di Agopuntura ed il dott. Lucio Sotte Tesoriere della stessa Società. È il momento in cui il mondo istituzionale inizia ad osservare con curiosità prima e con interesse sempre maggiore poi il fenomeno dell’agopuntura e della medicina cinese italiane. Il primo segnale di questo interesse delle istituzioni è un Congresso organizzato a Roma dall’Istituto Superiore di Sanità il 26 aprile del 1999 dal titolo “Efficacia degli Interventi Sanitari, Paradigmi Scientifici, Terapie Non Convenzionali e Libertà di Cura” che si svolge alla presenza dell’allora Ministro della Sanità Rosi Bindi. Il dott. Sotte è invitato a questo congresso a nome della Fondazione e della Rivista a presentare una relazione su “Agopuntura e Medicina Cinese”.

L’attività della rivista continua aprendosi alle sempre più impellenti necessità di dimostrare alla luce della Evidence Based Medicine l’efficacia e le indicazioni dell’agopuntura e delle altre metodiche di medicina cinese; a questo scopo viene aperta una rubrica apposita curata dal dott. Attilio Bernini per riportare le novità che compaiono nella letteratura internazionale a proposito di ricerca clinica e sperimentale su argomenti di medicina cinese.

Continua l’edizione dei Quaderni di Medicina Naturale con dei volumi dedicati alla ginnastiche mediche (“Il Volo della Fenice” di Lucio Sotte e Lucio Pippa), ai microsistemi in agopuntura (“I Microsistemi” di Camillo Schiantarelli), ai principi di medicina cinese (“Qi-Xue-Jinye” di Annunzio Matrà) ed alla prima traduzione italiana di un classico di medicina cinese del III secolo dopo Cristo (“Shang Han Lun” curato da Attilio Bernini).

Il 2004 è il ventennale della rivista che viene festeggiato a Civitanova Marche con un congresso al quale partecipano i personaggi più importanti dell’agopuntura e della medicina cinese italiane. Il congresso è inaugurato dall’On. Giuseppe del Barone, Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri FNOMCeO. Tutti i fascicoli della rivista del 2004 presentano in copertina un’immagine di Matteo Ricci per ricordare la sua appartenenza alla Fondazione Matteo Ricci ma anche la sua dedizione al metodo ricciano: «Esaminate ogni cosa e trattenete il valore».

Il lavoro della rivista nel nuovo millennio si indirizza anche ad un altro obiettivo: uniformare la terminologia di medicina cinese in Italia.

Nel nostro paese infatti Scuole diverse, provenienti da esperienze diverse di apprendimento dell’agopuntura e della medicina cinese, tendono ad utilizzare termini differenti per tradurre la stessa denominazione cinese. Ad esempio il termine “tan” talvolta viene tradotto con “catarro”, in altri testi con “catarri”, in altri ancora con “flegma” ed in altri con “mucosità”. Questa molteplicità di termini crea confusione e disagio negli allievi che debbono imparare la medicina cinese e scarsa possibilità di dialogo tra gli esperti della disciplina. Il “Dizionario Pratico di Agopuntura e Medicina Cinese” edito tra i Quaderni di Medicina Naturale si pone il compito di iniziare a dipanare questa complessa matassa fornendo in maniera semplice e chiara le traduzioni condivise dalle più importanti Scuole italiane: un dizionario che si può considerare anche una sorta di “bignamino” dell’agopuntura e della medicina cinese italiana.

Gli ultimi Quaderni di Medicina

Naturale sono dedicati alla presentazione della medicina cinese ai nostri pazienti (“Agopuntura e Medicina Cinese, Come, Perché, Dove” a cura degli insegnanti della Scuola Matteo Ricci 2004), alla auricolterapia (“La Terapia Auricolare in Medicina Tradizionale Cinese” di Lucio Pippa 2005), alla dietetica cinese (“ABC della Dietetica Cinese”, di Lucio Sotte, 2006).

Una grande rivoluzione avviene per la rivista nel 2006-2007: si cambia formato, si cambia veste editoriale, si cambia modalità di edizione e diffusione.

La Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese termina le sue pubblicazioni sotto la mia direzione con il numero 114 nel dicembre del 2008 in parallelo con la fine dell’esperienza della Fondazione Matteo Ricci.

Un bilancio finale

A distanza di quasi un decennio dal termine di queste pubblicazioni mi sembra utile tentare un bilancio di questa esperienza.

La Rivista è stata certamente uno strumento molto importante in primo luogo da un punto di vista didattico: ha introdotto e diffuso per la prima volta in Italia argomenti fino ad allora inediti:

  • nella seconda metà degli Anni ’80 la “teoria degli zang fu”, il tuina massaggio cinese ed i primi rudimenti di farmacologia cinese;
  • negli Anni ’90 la dietetica, la farmacologia, la ginnastica medica cinesi con i rispettivi Quaderni di Medicina Naturale;
  • alcuni Classici della medicina cinese inediti in Italia come lo Shang Han Lun;
  • agli inizi degli Anni 2000 l’omologazione del linguaggio medico cinese italiano attraverso il Dizionario di Agopuntura e Medicina Cinese.

Un altro importante ruolo svolto dalla rivista attraverso le sue collaborazioni internazionali prima con la Revue Française de Mèdecine Traditionelle Chinoise e poi, a partire dal 1990, con il Journal of Chinese Medicine di Pechino è stato quello di portare per la prima volta in Italia del materiale inedito relativo alla ricerca scientifica in agopuntura e medicina cinese.

Da ultimo le collaborazioni internazionali con le altre riviste europee come il Journal of Chinese Medicine edito in Inghilterra, la Revue Française d’Acupunture in Francia, Dutch Folia Sinotherapeutica in Olanda e di oltre oceano come il Pacific Journal of Oriental Medicine in Australia hanno permesso un dialogo scientifico che ha illuminato e maturato il mondo dell’agopuntura italiano.