Oncologia integrata in Europa: la Toscana partecipa alla Joint Action europea EPAAC

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Il tumore è una patologia sistemica e multifattoriale che in quanto tale trae  beneficio dall’impiego sinergico di più strumenti terapeutici che possono  concorrere in vario modo alla salute e al benessere del paziente oncologico.

Numerosi studi condotti in Europa rilevano che un malato di tumore su tre fa ricorso alle medicine complementari (MC), mentre in Italia la percentuale dei pazienti oncologici che utilizza queste terapie è stimata intorno al 15-25% ed è formata soprattutto da donne con un buon livello d’istruzione.

A livello internazionale sono stati identificati circa una cinquantina di possibili trattamenti “complementari”, che il più delle volte sono associati ai protocolli terapeutici convenzionali. Può accadere però che le terapie non convenzionali siano assunte come una forma di automedicazione, indipendentemente dalle verifiche scientifiche o dai requisiti di qualità e sicurezza. Questo fenomeno può avere delle conseguenze per la gestione clinica dei pazienti, per la mancata comunicazione all’oncologo dell’uso di queste terapie, per le possibili interazioni con i trattamenti “ufficiali” o per la ridotta compliance nei confronti della terapia antitumorale. Anche per questa ragione è fondamentale che i medici di famiglia, gli oncologi e più in generale gli operatori sanitari abbiano conoscenze di base delle varie problematiche poste da questi trattamenti, per poter consigliare i pazienti e realizzare un programma terapeutico che integri i benefici possibili dei differenti approcci.

Ed è altrettanto importante sviluppare la ricerca in questo settore per conoscere a fondo il ruolo che le medicine complementari possono avere sul benessere e sulla qualità della vita dei pazienti oncologici.

Le attività della Toscana per EPAAC

In questo quadro si inseriscono le attività promosse dalla Joint Action “European Partnership on Action against Cancer” (EPAAC).

Si tratta di un’iniziativa della Commissione europea avviata nel settembre del 2009 con il sostegno di numerosi partner e cofinanziata dal programma Salute dell’Unione europea.

Quest’azione – in cui confluiscono gli sforzi di Commissione europea, Stati membri e relativi ministeri della Salute, associazioni di pazienti, medici e ricercatori, industria e società civile – intende affrontare la questione del cancro in maniera più efficace e uniforme all’interno dell’Unione Europea. Vi aderiscono un ampio gruppo di enti, associazioni scientifiche e istituzioni del Vecchio Continente, 36 partner associati e oltre 90 collaboranti suddivisi in 10 Gruppi di lavoro (WP).

La Regione Toscana partecipa al progetto come partner associato ed è inserita nel Gruppo di lavoro 7 “Healthcare”, che ha tra i suoi compiti l’identificazione e la promozione delle buone pratiche in ambito oncologico.

Più nello specifico l’obiettivo affidato alla Toscana è raccogliere e analizzare le prove scientifiche sull’uso delle medicine complementari in oncologia e proporre i criteri per una corretta divulgazione delle informazioni a medici, operatori sanitari, pazienti e decision-makers; predisporre un censimento delle strutture sanitarie che, a livello europeo, erogano servizi di “oncologia integrata” e mettere in rete le informazioni attivando in questo modo un coordinamento permanente fra i diversi centri che praticano l’oncologia integrata.

Il lavoro di raccolta e revisione delle esperienze pubblicate in letteratura internazionale sull’uso delle medicine complementari in oncologia è in corso e si focalizza su agopuntura, omeopatia, fitoterapia, antroposofia e omotossicologia. Alla fine del percorso sarà redatto un testo che riporta i lavori di ricerca più significativi nonché tabelle che indicano per ogni disciplina sintomi, studi realizzati, grading di evidenza, forza di raccomandazioni, eventi avversi e/o controindicazioni dei diversi trattamenti.

 

Il censimento: primi risultati

L’obiettivo è fotografare la situazione delle strutture sanitarie, pubbliche e private, che praticano l’oncologia integrata in Europa elaborando i dati di un questionario in cui si richiedono, oltre a informazioni generali sulla struttura, sull’attività di medicina integrata (e più in particolare la tipologia dei servizi erogati), il campo di applicazione dei trattamenti complementari utilizzati, la tipologia di servizio (pubblico/privato).

Fino al 21 maggio 2013 sono state contattate 228 strutture in Italia e Europa e hanno risposto in 44 (19,2%), 15 europee e 29 italiane. Il 70,4% dei responders pratica l’oncologia integrata.

Sono stati inseriti nella mappatura 24 centri su 31 che utilizzano le medicine complementari (escludendo i singoli studi medici), di cui il 62,5% sono pubblici, 7 attivi in Europa e 8 in Italia (vedi mappa).

Fra i centri inclusi nel censimento in Italia quelli pubblici rappresentano il 50% del totale. Il 45,8% delle strutture italiane ed europee offre ai pazienti attività di omeopatia e agopuntura, il 33,3% di fitoterapia mentre nel 29,1% dei centri vengono praticate altre tecniche della medicina tradizionale cinese. La media dei pazienti seguiti ogni anno dai centri che hanno risposto al questionario è 289.

 

Seminario EPAAC a Firenze

Nel febbraio 2013 esperti italiani ed europei di oncologia integrata si sono riuniti a Firenze per seguire il workshop “Oncologia integrata: analisi di evidenze scientifiche ed esperienze cliniche”, organizzato dalla Rete Toscana di Medicina Integrata (RTMI) all’interno delle attività dell’EPAAC. Il dibattito si è focalizzato sulla definizione delle linee di consenso per una valutazione della letteratura scientifica e dell’esperienza clinica in oncologia integrata e i criteri per realizzare la mappatura dei centri oncologici europei che offrono ai pazienti servizi di medicina complementare (MC).

Nella discussione è emerso che con il termine “oncologia integrata” si intende un approccio multidisciplinare al paziente oncologico, finalizzato a migliorare i risultati ottenuti dalla terapia antitumorale convenzionale.

Questa infatti, pur avendo effetti positivi, produce anche delle reazioni indesiderate, che talvolta risultano insopportabili per il paziente.

La terapia integrata, utilizzando medicinali e pratiche considerati generalmente privi o con scarsi effetti indesiderati, cerca principalmente di ridurre questi problemi e propone un uso complementare di medicinali e/o pratiche selezionati sulla base delle prove di efficacia per potenziare la terapia assunta dal paziente e renderla il più efficace possibile.

Sono stati discussi i criteri per realizzare il censimento delle strutture pubbliche e private europee in cui si pratica l’oncologia integrata e definite le modalità operative per raggiungere gli obiettivi del progetto.

 

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