La difesa del self: immunità ed eredità in medicina integrata

Lucio Sotte*

L’immunità e l’eredità (con questo termine voglio indicare sinteticamente tutti i meccanismi relativi alla procreazione ed alla trasmissione del proprio patrimonio cromosomico ereditario) sembrano essere, a prima vista, due settori completamente differenti della medicina mentre invece rappresentano due facce della stessa medaglia; entrambe hanno a che spartire con il nostro patrimonio genetico: l’immunità come meccanismo deputato al mantenimento e difesa della nostra identità, del self, e l’eredità come modalità della sua trasmissione alle generazioni future.

L’immunità è l’insieme di tutti i meccanismi che si attivano per la protezione del nostro organismo quando è attaccato da fattori patogeni esogeni che, proprio in forza dei processi immunitari, è in grado di riconoscere come estranei (confrontandoli con il self) per poi poterli combattere.

L’eredità è il meccanismo della trasmissione della vita in base al quale il patrimonio genetico che abbiamo ricevuto dai nostri genitori e – tornando indietro nel tempo – dai nostri più antichi antenati, si può trasmettere ai nostri figli perpetuando un’antichissima matrice costantemente rinnovata.

Il trait d’union di immunità ed eredità è concentrato nel nostro patrimonio genetico, quell’insieme di 46 cromosomi che si formano con l’accoppiamento di ovulo e spermatozoo che caratterizza per tutta la vita la nostra identità.

Anche in medicina tradizionale cinese da oltre 2000 anni l’immunità e l’eredità sono collegate tra loro da due forme di qi, cioè di “bioenergie” di “soffi vitali”, che vanno sotto il nome di yuan qi e jing qi. Questi due termini sono stati variamente tradotti nelle lingue occidentali: attualmente yuan qi viene generalmente indicato come qi “originario o originale” e jing qi come “quintessenza”.

Penso che sia interessante approfondire la conoscenza di queste due forme di qi non solo per chi è interessato allo studio dei fondamenti della medicina tradizionale cinese, ma anche per il medico “occidentale”. Sono convinto che il loro vero significato ed il loro ruolo in medicina cinese nascondano sfumature utili ad intuire aspetti ed elementi che collegano tra loro immunologia, endocrinologia, sessualità, scienza della riproduzione in una visione biomedica “olistica” allargata che ci apre ad un’interpretazione psico-neuro-immuno-endocrina unitaria della fisiopatologia del nostro organismo.

Jing qi, la quintessenza

Esaminiamo prima jing qi, la quintessenza.

Il carattere cinese jing suggerisce l’idea dell’esito di un processo di distillazione, di raffinazione, di estrazione di qualcosa di puro ed è composto da due radicali dal cui reciproco rapporto emerge questo complesso significato. Il radicale sinistro è “mi” il riso, che indica simbolicamente il substrato del fenomeno di raffinazione, il radicale destro è formato a sua volta da due radicali, uno superiore “sheng” che indica la crescita ed uno inferiore “dan” che indica la distillazione del cinabro.

 

 

Jing qi viene generalmente tradotto nelle lingue occidentali come “essenza”, “quintessenza”: il significato di questo termine sta ad indicare che si tratta della forma di qi molto preziosa, raffinata, intimamente legata all’individualità dell’organismo. Nei processi di “distillazione” delle vinacce la “grappa”, il prodotto finale, cioè il “distillato”, racchiude, concentra e contemporaneamente conserva tutti gli aromi più sottili dell’ingrediente di base che viene trattato:  jing qi rappresenta “analogicamente” lo stesso fenomeno, all’interno del nostro organismo, è l’elemento più fine e pregiato.

Il radicale di destra dell’ideogramma jing, se preso singolarmente, si legge qing e significa verde, azzurro, indica il colore della primavera, della nascita, della crescita, come l’erba dei prati e le foglie degli alberi a marzo o aprile, indica ciò che è appena spuntato e proprio a causa della sua origine recentissima, presenta una straordinaria vitalità, è l’inizio dello yang.

La prima volta che mi è stato spiegato questo concetto mi è tornato in mente il colore degli occhi dei neonati nell’attimo immediatamente successivo alla nascita: mi è capitato tante volte di osservarlo subito dopo il primo vagito quando all’inizio della mia carriera di medico, come  anestesista, assistevo i neonati durante i cesarei. Ogni volta mi stupivo perché in quel momento gli occhi di tutti i neonati (anche quelli che in seguito avrebbero cambiato colore) sono proprio qing, verdi-azzurri ed ovviamente straordinariamente ricchi di vitalità, di vigore, di brillantezza dal momento che si aprono per la prima volta alla vita ed al mondo proprio in quell’istante.

Ritorniamo a jing qi: per parafrasare in termini biomedici le sue funzioni partiamo dalla tradizione medica cinese che afferma: «si tratta della forma di qi che, in quanto “quintessenza”, governa la nascita, la riproduzione e lo sviluppo, è conservata nel “rene” di cui rappresenta il fondamento energetico, è la base della resistenza costituzionale, circola prevalentemente nei canali straordinari e produce il “midollo”».

Questa “quintessenza” è conservata nel “rene” e governa la riproduzione, la nascita, lo sviluppo. Il “rene” cinese è un sistema assai più complesso di ciò che noi identifichiamo con termine “rene” nell’anatomofisiologia occidentale. È per questo motivo che continuerò a scriverlo “virgolettato”, proprio per indicare la sua diversità dall’organo che viene descritto nella biomedicina. Il “rene” cinese comprende le funzioni dell’apparato urogenitale cui associa quelle surrenali sia midollari che corticali, ma anche il governo delle ossa e del loro contenuto che è definito in medicina cinese con il termine “midolli” ( questo termine comprende sia il “midollo” inteso come sistema nervoso centrale e periferico – che è contenuto in “scatole ossee”, cioè il cranio ed il canale vertebrale – che il “midollo” osseo come organo emopoietico). Per finire al “rene” cinese è associata anche la funzione di governo di una quota rilevante del sistema endocrino perché l’ipofisi appartiene ai “midolli” e tiroide, surrene, ovaio e testicolo sono distribuiti lungo il percorso del corrispondente meridiano di agopuntura.

In qualche maniera al “rene” cinese è affidato il governo di una quota molto rilevante delle attività del sistema psico-neuro-immuno-endocrino oltreché le funzioni dell’emuntorio urinario e del sistema genitale.

Un breve cenno va fatto anche al sistema dei meridiani straordinari che secondo la medicina cinese sono il luogo privilegiato della circolazione adulta di jing qi. Questi meridiani rappresentano il progetto virtuale in base al quale l’embrione prima ed il feto poi si sviluppano durante i processi morfoplastici e morfogenetici seguendo e guidando tutte le differenziazioni cellulari che porteranno alla strutturazione dell’organismo maturo. È come se essi fossero le linee di sviluppo presenti fin dal momento della fecondazione. Le cellule che nel periodo embrionale gradualmente si vanno differenziando seguono queste linee di sviluppo e nel frattempo che maturano per assumere il loro ruolo definitivo all’interno dell’organo, del viscere o del tessuto finale.  Nell’adulto i canai straordinari rappresentano il sistema di circolazione più antico e primitivo, ma anche più interno e più protetto, che in corso di malattia è l’ultimo ad essere colpito dopo che sono stati superati i sistemi di difesa più esterni e superficiali rappresentati dal canali secondari e da quelli principali. In questo sistema – che spesso proprio per essere il più interno ed inaccessibile viene paragonato alla “cittadella” delle antiche fortificazioni medioevali – circola prevalentemente jing qi.

 

Jing qi e biomedicina

Jing qi ha aspetti correlati a tutte queste funzioni appena descritte del “rene”. In primo luogo ha un ruolo fondamentale nella riproduzione, nella nascita, nello sviluppo: controlla dunque la produzione dei gameti – cioè l’ovulo e lo spermatozoo – e le funzioni correlate al loro accoppiamento, alla fecondazione e alla riproduzione: sia quelle inerenti la sfera e l’attività sessuale che quelle propriamente legate allafecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo, all’impianto e moltiplicazione cellualare dell’ovulo fecondato, alla crescita e maturazione dell’embrione e del feto.

Potremmo affermare che tutto il meccanismo della riproduzione è sotto il governo di jing qi che in qualche maniera si può assimilare al patrimonio cromosomico che ognuno di noi possiede, che ha ereditato dai suoi genitori e trasmetterà ai suoi figli. Questo patrimonio cromosomico è conservato nel “rene” sotto forma di “ovuli” e “spermatozoi” per la procreazione ma anche in ogni cellula del nostro organismo ed è compito di jing qi mantenerlo intatto (immunità) e creare le condizioni perché possa essere trasmesso (eredità).

Potremmo affermare che i cromosomi (sia quelli dei gameti che quelli di tutte le cellule di tutti gli organi, visceri e tessuti) rappresentano l’elemento “renale” correlato al jing qi che è distribuito in tutto l’organismo e da esso governato.

Tutti i meccanismi che sono alla base dei fenomeni inmmunitari sono sotto il controllo del “rene” che d’altra parte “produce” il “midollo” osseo ed è il fondamento dell’emopoiesi e, tramite la serie bianca, dell’immunità sia cellulo-mediata che umorale. Non è un caso che gli antichi testi affermino che jing qi è alla base della “resistenza costituzionale”.

Ma anche i meccanismi che stanno alla base della riproduzione sono sotto il controllo del “rene” che governa la sessualità, la produzione dei gameti, il governo endocrino delle funzioni riproduttive, la normale fisiologia degli organi genitali maschili e femminili e tutto ciò che permette e favorisce l’atto sessuale, la fecondazione, l’attecchimento e lo sviluppo dell’ovulo fecondato e la nascita.

Jing qi è fornito una volta per tutte al momento del concepimento e deve essere conservato, mantenuto, protetto, ma non può mai essere aumentato. Ciò significa che lo stile di vita è determinante nel suo mantenimento nel corso dell’esistenza come anche nella sua trasmissione prima e durante la fecondazione. Gli strapazzi fisici e psichici, l’alimentazione non adeguata, malattie acute o croniche debilitanti intercorrenti, l’attività sessuale disordinata ed eccessiva possono essere causa del suo indebolimento e della trasmissione di un jing debole al momento del concepimento.

In questi casi si può intervenire con l’agopuntura, le disciline psicocorporee come il qi gong, l’alimentazione o la somministrazione di fitofarmaci per sostenere il “rene” e, suo tramite, il jing.

Negli antichi testi si parla di “quintessenza del Cielo Anteriore” per indicare il jing congenito ereditato prima della nascita e di “quintessenza del Cielo Posteriore” per indicare quello ad essa successivo che deve essere protetto per mantenere la vitalità il più a lungo possibile. Esiste anche un jing degli alimenti che può essere sfruttato a questo scopo e si fonda sulla loro qualità biologica e sulla freschezza. Chiunque abbia visitato la Cina si sarà accorto di quanta attenzione si presta in tutti i ristoranti – soprattutto in quelli di pesce – alla freschezza del cibo o meglio ancora alla sua “vitalità”. L’attenzione è tale che quasi di norma l’ingresso di molti ristoranti ha tutte le pareti tappezzate da acquari dove nuotano i pesci “vivi” che saranno scelti dai clienti per essere prelevati con un guadino dai camerieri ed essere subito dopo “sacrificati” e trasformarsi nelle “pietanze” che verranno servite dopo pochi minuti. Tutto questo per salvaguardare al massimo la “vitalità” cioè il jing del cibo. Lo stesso tipo di attenzione viene dato anche ai prodotti della terra che debbono essere freschissimi e mai “stracotti”.

 

Yuan qi, il qi originale

Yuan significa “origine” e “sorgente” e possiede un paio di ideogrammi ai quali viene riferito.

 

 

Il primo è costituito da due radicali, uno superiore che indica una rupe, una cima, un dirupe ed uno inferiore che indica dei rivoli d’acqua che scendono dalla rupe. Nel suo insieme suggerisce l’idea della “sorgente”.

 

 

Il secondo ideogramma significa “principio originario”, “potenza suprema, primordiale”: è formato anch’esso da due radicali; uno superiore formato da due tratti sovrapposti, uno inferiore formato da due tratti che esprimono l’idea dell’uomo: sommando il significato dei due radicali si ha l’idea di qualcosa che che sta sopra l’uomo, dunque la testa, il capo e per analogia l’origine.

Nel suo insieme i due ideogrammi indicano la “sorgente”, l’“origine”, il “principio originario.” ed è per questo motivo che generalmente yuan qi è tradotto come qi originario o originale.

Nei testi antichi si afferna che yuan qi è: «la sorgente delle attività di tutto il corpo, l’energia motrice, la base dell’energia renale, ciò che permette e favorisce le trasformazioni del qi, ciò che catalizza la trasformazione del qi alimentare in sangue. Yuan qi è distribuito dal triplo riscaldatore, attraverso i canali principali, a tutti i punti yuan e da questi a tutto il corpo».

A differenza del jing che è correlato all’identità personale e che viene trasmesso dai genitori al momento del concepimento, yuan qi ha un’origine cosmica ed è quindi correlato al tempo ed al luogoin cui avviene il concepimento. Anzi si può affermare che yuan qi è il qi cosmico necessario per l’accoppiamento dei due jing paterno e materno nell’attimo della fecondazione. Per questo motivo l’istante del concepimento deve essere scelto con attenzione perché sia favorevole dal punto di vista cosmico (congiunzioni astrali, stagione, mese, ora del giorno, fase lunare, congiunzioni astrali) e tellurico (ambiente naturale, magnetismo, energie cosmopatogene). Queste attenzioni si debbono sommare a quelle relative all’igiene di vita dei genitori al momento del concepimento perché possano trasmettere al jing qi e dunque ai gameti le qualità migliori di entrambi. Per questi motivi occorre evitare di concepire durante stati di malattia, sotto effetto del consumo di droghe, di alcolici, di sostanze tossiche, in caso di sovraccarico alimentare, in condizioni di ebbrezza, in periodi di gravi disturbi mentali.

Yuan qi precede la vita del singolo e la sottende animando l’esistenza individuale, correlandola alle coordinate spazio-temporali cosmiche in cui si manifesta ed inserendola nel contesto dello svolgersi delle generazioni che hanno preceduto ogni concepimento e ogni nascita.

È una sorta di energia che è in grado di catalizzare le trasformazioni del qi e del sangue e fornire l’energia attivatrice del corpo. È il qi originario indifferenziato da cui derivano le molteplici forme di qi che animano le numerose e disparate funzioni dell’organismo. In quanto connesso con l’origine della vita è primariamente custodito nel “rene” dove viene conservato e protetto per poi diffondersi tramite il triplice riscaldatore, il sistema dei meridiani e dei loro punyi yuan  a tutto il corpo.

 

Yuan qi e biomedicina

Mentre è abbastanza intuitivo identificare jing qi  con il patrimonio cromosomico e con i meccanismi immunitari e riproduttivi ad esso correlati, non è altrettanto semplice trovare un corrispettivo biomedico per yuan qi.

Lo si può in parte identificare tenendo conto delle azioni principali che secondo il pensiero medico cinese gli sono affidate: il riscaldamento di tutto il corpo e l’attivazione di tutte le forme di energia dell’organismo: qi nutritivo ying, qi difensivo wei, qi dei tre riscaldatori, superiore shang, mediano zhong ed inferiore xia ed inoltre.

Queste funzioni di attivazione e riscaldamento nel sistema medico occidentale in parte sono sotto il controllo dei sistemi simpatico e parasimpatico oltreché degli ormoni tiroidei e più in generale del sistema endocrino. Il surrene gioca certamente una parte molto importante in questa regolazione sia in relazione alla sua secrezione endocrina corticale che a quella midollare. È interessante notare che in medicina cinese queste funzioni sono correlate al “rene” che come abbiamo visto in precedenza ingloba le funzioni surrenali e di tutto il sistema endocrino.

Dunque da una parte si può affermare che le funzioni surrenali ed endocrine hanno un legame con yuan qi, dall’altra che al deteriorarsi di questa forma di qi si manifesti con un indebolimento delle stesse funzioni.

Questo fenomeno è particolarmente rilevante in particolare per quanto concerne la sfera riproduttiva e l’attività ormonale ad essa correlata che in particolare nel sesso femminile ha un’izizio ed una fine ben definiti dal menarca e dall’inizio della menopausa. Se si riflette bene su questo fenomeno ci si rende conto che la natura ha stabilito dei termini proprio per garantire che la procreazione avvenga con ampi margini di “sicurezza”. È per questi motivi che non sono condivisibili molti recenti tentativi di forzare questi tempi espandendoli e prolungandone arbitrariamente ed artificialmente la durata con gravi rischi per la “madre” ed il “figlio”.

 

Fisiologia della procreazione nei Classici cinesi

Nell’antica tradizione cinese i ritmi biologici femminili e maschili vengono descritti facendo riferimento ai multipli di 7 per la donna ed a quelli di 8 per l’uomo già nel III secolo a.C nel Classico di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo

Nel I capitolo di questo classico si afferma: «Nella bambina a sette anni il qi di Rene si potenzia, i denti si rinnovano, i capelli crescono; a due volte sette anni arriva la fertilità, il ren mai funziona pienamente, la potenza del chong mai cresce, le regole scorrono in basso e la donna può generare; a tre volte sette anni il qi di Rene si diffonde, spuntano i denti del giudizio; a quattro volte sette anni i tendini e le ossa diventano solidi, i capelli raggiungono la loro massima lunghezza, il corpo è robusto e forte; a cinque volte sette anni il canale yang ming inizia a declinare, il volto si avvizzisce, i capelli iniziano a cadere; a sei volte sette anni i tre canali yang declinano nella parte alta del corpo, tutto il volto si ricopre di rughe, i capelli iniziano a imbiancare; a sette volte sette anni il ren mai è vuoto, la potenza del chong mai declina progressivamente, la fertilità si spegne, nulla passa più per la via della terra. Il corpo declina e la donna non può più generare»

Sempre nel I capitolo del Classico di Medicina Interna  viene descritta anche la fisiologia riproduttiva maschile: «Nel bambino a otto anni il qi di rene si fortifica, i capelli crescono lunghi e i denti si rinnovano; a due volte otto anni il qi di Rene cresce in potenza, la fertilità arriva, il jing qi sovrabbonda fino all’emissione, attraverso l’unione dello yin e dello yang l’uomo è in grado di procreare; a tre volte otto anni il qi di rene si diffonde, i tendini e le ossa diventano potenti e solidi, spuntano i denti del giudizio; a quattro volte otto anni i tendini e le ossa sono pieni di vigore, i muscoli e le carni sono pieni e solidi; a cinque volte otto anni il qi di rene inizia a declinare, i capelli iniziano a cadere e i denti a essiccarsi; a sei volte otto anni il qi yang declina e si esaurisce in alto, il volto imbianca, i capelli e la barba incanutiscono; a sette volte otto anni il qi di fegato declina, i tendini non sono più capaci di mobilizzarsi; a otto volte otto anni la fertilità si esaurisce, il jing è scarso, il rene declina, il corpo si avvia verso la sua fine, i denti e i capelli cadono. Il rene governa i liquidi, riceve l’essenza dei cinque organi e dei sei visceri e la tesaurizza. Se i cinque organi mantengono la loro potenza l’uomo è capace di emettere, se i cinque organi declinano, i tendini e le ossa si sfiancano e collassano. La fertilità è giunta al suo termine ultimo, il corpo si appesantisce, il passo non è stabile, l’uomo non è più in grado di procreare.»

Gli antichi cinesi non conoscevano il sistema immunitario, tuttavia ne hanno anticipato molte funzioni nelle loro straordinarie intuizioni. D’altra parte il fatto di assimilarlo al “rene” il cui qi viene fornito una volta per tutte al momento della nascita per poi declinare progressivamente nel corso degli anni è un buon sistema per studiarne tutte le forme di preservazione e mantenimento allo scopo di prolungarne il funzionamento ottimale.

 

Verso una sintesi

Le considerazioni fatte fino ad ora mi sembrano importanti perché evidenziano come la fisiopatologia energetica cinese, pur essendo stata partorita in epoca precristiana e dunque da oltre 2000 anni, abbia anticipato in maniera intuitiva molti meccanismi assai complessi della psico-neuro-endocrino-immunologia che sono poi stati dimostrati dalla moderna biomedicina.

Inoltre le tecniche di terapia della medicina cinese si dimostrano efficaci nell’affronto dei problemi complessi che abbiamo cercato di descrivere fino ad ora.

È mia opinione che l’azione della stimolazione dei punti di agopuntura, così come l’effetto farmacologico delle prescrizioni fitoterapiche cinesi esercitino effetti molteplici che vanno studiati proprio a partire da una visione che parta dalla complessità piuttosto che dalla parcellizazione alla quale siamo da tempo abituati

Proprio a questo livello si pone la sfida che il pensiero scientifico cinese pone alla ricerca biomedica: l’osservazione e lo studio della fisiologia e della fisiopatologia con un’ottica